Se doveste giocare una partita di calcio scegliereste un prato naturale o uno sintetico? Da una indagine condotta negli Stati Uniti (Fonte: Nflpa - National football league players association) la maggioranza degli atleti professionisti predilige l'erba vera, eppure molti centri sportivi, anche in Italia, decidono di sostituire i prati naturali con quelli sintetici. I minori costi di gestione e la praticità di utilizzo sono le motivazioni addotte, ma che spesso si basano su falsi miti.

La Sezione Foraggere di Assosementi, l'associazione di categoria che riunisce le aziende sementiere italiane, ha costituito un gruppo di lavoro proprio sui tappeti erbosi per spiegare a centri sportivi, pubbliche amministrazioni e atleti perché un prato naturale conviene al portafogli, fa bene all'ambiente ed è più divertente e sicuro rispetto ad uno sintetico.


Prato naturale, buono per il portafogli

Una indagine condotta dall'Esa (European seed association) ha messo a confronto i costi di un campo da gioco naturale e di uno sintetico. Come si può notare nella tabella sottostante i tappeti in erba sintetica hanno un costo di realizzo decisamente più alto rispetto a quelli naturali, durano di meno e hanno dei costi di manutenzione elevati.

Dal canto loro i prati erbosi richiedono cure agronomiche e un sistema di irrigazione più performante, ma è un falso mito quello di credere che i tappeti sintetici non abbisognino di acqua: durante l'estate infatti devono essere bagnati per abbassarne la temperatura ed eliminare la sporcizia che si accumula.

Costi dei campi da calcio in erba naturale e sintetica a confronto
Costi di un tappeto erboso naturale e sintetico a confronto
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(Fonte foto: Assosementi)

Da notare poi che l'erba non ha costi di smaltimento, mentre un prato sintetico a fine carriera deve essere smantellato e smaltito in maniera corretta costando in media 10 euro al metro quadro. Un campo regolamentare Fifa di 105x68 metri verrebbe dunque a pesare sulle casse di una associazione sportiva oltre 70mila euro. E qui veniamo ad un altro punto importante: la sostenibilità.


Prato naturale, buono per l'ambiente

Un manto erboso sintetico è per sua natura un substrato inerte, che non interagisce con il terreno e l'aria che lo circondano. Mentre un prato erboso naturale è qualcosa di vivo, che reagisce agli stress, si auto ripara, assorbe inquinanti e non lascia alcun residuo da smaltire a fine vita.

Ecco allora quattro elementi di sostenibilità legati ai prati naturali:
  • Un campo da calcio assorbe 12 tonnellate di anidride carbonica all'anno, un gas ad effetto serra che invece viene rilasciato in grande quantità nel processo di produzione dei prati sintetici.
  • L'erba assorbe le emissioni tossiche prodotte da automobili e impianti di riscaldamento, trattiene le polveri inquinanti presenti nell'aria assicurando un'atmosfera più salubre ai giocatori.
  • I batteri buoni presenti nel terreno deacidificano le acque meteorologiche restituendole all'atmosfera pulite e degradano contaminanti chimici e non (come i liquidi corporei dei giocatori o escrementi di uccelli) che cadono sul terreno.
  • Grazie all'evapotraspirazione dell'erba un campo da gioco può rilasciare fino a 20mila litri di acqua al giorno durante il periodo estivo abbassando in questo modo la temperatura della superficie di gioco.


Prato naturale, buono per la sicurezza e il divertimento

Gli sportivi amano giocare sui tappeti erbosi naturali per differenti ragioni. Prima di tutto perché l'idea stessa di sport è collegata ad un contatto con la natura. Basti pensare all'odore non gradevole che emanano le gomme durante una giornata afosa per far rimpiangere l'erba fresca. A questo va aggiunto il fatto che il prato sintetico non degrada la sporcizia che si deposita sopra, ma trattiene lo sporco ed è un terreno fertile per lo sviluppo di alghe e funghi.

Diversi studi americani rivelano poi una maggiore incidenza di infortuni sulle superfici sintetiche, dovute ad esempio ad una maggiore scivolosità dell'erba artificiale se bagnata, nonché un maggiore affaticamento degli atleti, soprattutto in presenza di temperature elevate, raggiunte con più facilità dai prati non naturali.


Prato naturale, il ruolo del miglioramento varietale

Molti pregiudizi legati ai prati naturali risalgono probabilmente a molti anni addietro, quando il miglioramento vegetale delle varietà utilizzate per la semina non aveva raggiunto il grado di sviluppo che oggi invece è disponibile. Le aziende sementiere del settore hanno infatti investito milioni di euro per mettere a punto prati più resistenti al calpestio e agli stress in generale (mancanza di acqua, caldo, parassiti).

Inoltre si è lavorato molto per migliorare la tolleranza al compattamento e al taglio basso e per rendere la copertura erbosa più densa e vigorosa. Oggi un prato naturale ben costruito consente di giocare fino a 450 ore l'anno, un bel salto rispetto alle 330 di quarant'anni fa.