È un concentrato di tecnologia; un tassello fondamentale per la tracciabilità, dal campo al piatto. Gioca un ruolo fondamentale nella competitività del comparto agroalimentare.
L'identikit del seme certificato è stato esaminato sotto diversi punti di vista durante l'incontro organizzato da Assosementi al Castello della Rancia di Tolentino, in provincia di Macerata.

L'associazione, che a livello nazionale rappresenta tutti le branche dell'attività sementiera, ha coinvolto numerosi protagonisti del settore agricolo in un momento di confronto sui temi della tracciabilità delle produzioni, della qualità delle eccellenze made in Italy, del ruolo di aziende e istituzioni per garantire valore aggiunto ai produttori e dare garanzie ai consumatori. Un ruolo di primaria importanza, quello di Assosementi, nel confronto sui temi chiave per l'agricoltura italiana, come ribadito dal presidente della Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, Roberto Formigoni, nel suo messaggio in apertura dei lavori.

"Siamo convinti che la ricerca scientifica sia un fattore portante della crescita dell'agricoltura italiana" ha commentato il senatore. "Molti sono stati i momenti di confronto con Assosementi nel corso di questi anni: la vostra attività è importante. Parlare di seme vuol dire parlare del punto in cui tutto ha inizio. E la certificazione del seme è garanzia di qualità per il consumatore".

"Nel grande dibattito sulla corretta informazione al consumatore e sul controllo della filiera agroalimentare spesso manca un tassello importante come il seme, primo fondamentale anello di una produzione tracciata", ha evidenziato il presidente di Assosementi, Giuseppe Carli. "È giunto il momento di dare inizio a una collaborazione tra tutti i protagonisti del comparto, in cui il valore del seme certificato sia veramente riconosciuto soprattutto quando si parla di sicurezza alimentare, diritti dei consumatori, redditi degli agricoltori, ricerca e sviluppo in agricoltura e sostenibilità ambientale".

"Da un seme di qualità nasce un'agricoltura di qualità, capace di generare valore aggiunto per tutta la filiera. Buona parte degli incrementi produttivi sono frutto dell'attività di innovazione varietale e dello sviluppo di varietà all'avanguardia", ha proseguito Carli. "Il contributo dell'industria sementiera è dunque fondamentale per affrontare le sfide del presente, come la maggior attenzione dei consumatori verso ciò che acquistano, e del futuro, poiché nel 2050 si dovrà garantire l'accesso al cibo a dieci miliardi di persone".

Un caso esemplare è quello del frumento: l'80% dell'incremento di produzione negli ultimi quindici anni può essere attribuito al miglioramento genetico vegetale (Fonte Plantetp.org) HFFA Research GmbH | The economic, social and environmental value of plant breeding in the European Union 
 
Assosementi rappresenta a livello nazionale il settore sementiero
Assosementi - Associazione italiana sementi - rappresenta a livello nazionale il settore sementiero: costitutori di varietà vegetali, aziende produttrici di sementi e aziende distributrici di sementi in esclusiva.
Assosementi aderisce a Esa (European seed association), l'Associazione sementiera europea, e a Isf (International seed federation), la Federazione internazionale delle sementi

"Tuttavia l'impiego di seme certificato è in diminuzione, con il rischio di compromettere l'intero sistema produttivo nazionale" ha aggiunto Carli. "Ci troviamo quindi davanti a un paradosso: da un lato si condivide la necessità di un seme di qualità, ma dall'altro il suo ruolo non viene pienamente riconosciuto, con il risultato di ridurre anche le risorse per la ricerca varietale, d'interesse per tutta la filiera".

"Con il convegno di oggi Assosementi auspica si possa aprire una nuova stagione in cui il seme diventi uno dei protagonisti del dibattito sull'agroalimentare, lavorando in sinergia con tutti gli attori del settore agricolo italiano. L'obiettivo comune è di favorire lo sviluppo di un mercato più specializzato, che deve obbligatoriamente partire dal seme certificato. Per riuscirci è necessario che tutta la filiera crei una cultura sul valore aggiunto garantito dal seme certificato presso i consumatori e gli agricoltori e che le istituzioni possano stimolare la definizione di accordi di filiera e contrastare in maniera efficace il fenomeno della contraffazione" ha concluso Carli.
 

Due i momenti di scambio di opinioni e interventi nel corso del convegno.

Nella prima tavola rotonda che ha seguito l'intervento introduttivo del presidente Carli, il professor Angelo Frascarelli ha evidenziato come la distintività delle produzioni italiane possa derivare da seme certificato e filiere tracciate; se da una parte l'agricoltura di precisione può contribuire ad una migliore gestione delle sementi e ad una loro valorizzazione, dall'altra il quadro normativo deve poter delineare i contorni di questo scenario, per poter garantire investimenti in un settore, come quello sementiero, i cui risultati si vedranno nel lungo termine.
 
Angelo Frascarelli, Università degli studi di Perugia
Angelo Frascarelli, Università degli studi di Perugia

Il mondo della ricerca, rappresentato a Tolentino da Michele Pisante del Crea, ha messo in campo nuove tecnologie per filiere tracciate: dall'analisi della firma spettrale della vegetazione (una sorta di impronta digitale, un tratto distintivo unico e tipico di ciascuna superficie) ai supporti digitali che consentono di valutare input e risorse a disposizione del produttore.

Il presidente della "sezione Costitutori" di Assosementi, Giampaolo Piubello, ha evidenziato la necessità di sostegno al seme certificato per la rintracciabilità e ancor di più per la sanità delle produzioni.

Il raggiungimento di standard produttivi di alto livello è stato sottolineato come uno degli obiettivi principali del Convase, rappresentato da Eugenio Tassinari: il Consorzio per la valorizzazione delle sementi, sulla scia del progetto Concia di qualità attiverà il progetto "Qualità del seme" che mirerà a garantire prodotti sementieri di elevata qualità, non solo da un punto di vista del trattamento applicato, ma anche per le caratteristiche intrinseche della semente. 

Un richiamo infine alla legalità, quello che arriva da Stefano Barbieri di Sicasov: "è un fondamento anche per richiamare investimenti". Barbieri ha poi sottolineato i riscontri positivi della lotta alla contraffazione, in cui Icqrf e il sistema Siac giocano un ruolo essenziale.

La seconda tavola rotonda ha coinvolto rappresentanti di produzione e industria, nonché le regioni Marche ed Emilia Romagna che hanno concesso il patrocinio all'evento.
 
Tavola rotonda del convegno organizzato da Assosementi
Nella foto della tavola rotonda da sinistra a destra: Andrea Bordoni (Regione Marche), Bruno Caio Faraglia (Mipaaf), on. Luca Bellotti, Giuseppe Carli (Assosementi), Simona Caselli (ass. Agricoltura Regione Emilia Romagna), Cosimo De Sortis (Italmopa), col. Salvatore Paiano (Guardia di finanza), Antonio Sposicchi (Cia), Nicola Gatta (Confagricoltura), Franco Verrascina (Copagri)

Assosementi è pronta a raccogliere l'invito di Copagri e Italmopa a prendere parte al Protocollo d'intesa a difesa del grano duro siglato nel dicembre scorso. 
"Accogliamo con favore questa ipotesi a difesa della filiera del grano duro" ha dichiarato Giuseppe Carli. "La volontà espressa da Italmopa e Copagri va nella direzione di quanto auspicato nel nostro convegno ed è il riconoscimento del valore aggiunto garantito dal seme certificato e della sua importanza strategica per tutta la filiera agroalimentare, un deciso passo in avanti verso la qualità e la tracciabilità di un simbolo del made in Italy come la pasta".

"Le criticità del settore cerealicolo vanno affrontate in un'ottica di filiera e l'industria sementiera, che investe in maniera costante nell'innovazione varietale per sviluppare varietà in grado di fornire vantaggi competitivi alle nostre produzioni, è felice di dare il proprio contributo nell'ambito di un piano che prevede la salvaguardia della coltura del grano duro" ha concluso Carli.

Secondo Assosementi è giunto il momento di siglare un "nuovo patto tra la filiera e le istituzioni per perseguire obiettivi condivisi in termini di qualità e innovazione e che parta dal seme certificato come condizione imprescindibile".

Il dibattito riparte da Tolentino e richiama l'attenzione alla necessità di una rinnovata - e attualizzata - regolamentazione del settore, a sostegno dei produttori, della ricerca e della tutela dei consumatori.