La Valdinievole si stende in un susseguirsi di serre e di vivai fino alle prime colline, dove sorge il borgo medievale di Uzzano. E' qui, in questo angolo della provincia di Pistoia al confine con Lucca, che si trova l'azienda vivaistica Attilio Sonnoli.

Un'azienda specializzata nella produzione di piante di olivo, che ha iniziato la sua attività nel 1910, producendo garofani e olivi in pieno campo.

Due produzioni, quella delle piante ornamentali e degli olivi, che sono sempre rimaste al centro dell'attività aziendale. Ma è la produzione di olivi che poi la caratterizzerà, facendola diventare una delle più importanti realtà del settore a livello nazionale e non solo.

Dagli anni '70 infatti Attilio Sonnoli, l'attuale titolare, si è dedicato all'olivicoltura in maniera scientifica, raggiungendo alti livelli di specializzazione e facendo diventare il suo vivaio il primo vivaio in Italia a produrre olivi in vaso.

Una specializzazione che conduce Sonnoli nell'attività di ricerca e di selezione, arrivando a brevettare numerose cultivar di olivo con caratteristiche certificate che rispondono alle diverse richieste del mercato, ma soprattutto degli olivicoltori.

Un'attività che oggi ha portato a un risultato importante, il riconoscimento di una cultivar brevettata dall'azienda, la Leccino CSS 02 Minerva, come resistente a Xylella fastidiosa.

Il riconoscimento è avvenuto a seguito della richiesta dei Vivai Attilio Sonnoli di una valutazione scientifica da parte dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari.

Istituto che ha dichiarato la cultivar resistente, in quanto appartenente alla famiglia varietale del leccino, varietà policlonale a suo tempo già dichiarata resistente dallo stesso Istituto, assieme ad un'altra cultivar toscana: la FS17 Favolosa della famiglia varietale Frantoio.

Una resistenza, quella della Minerva di Sonnoli, che ha mostrato la sua potenzialità anche in campo. Infatti i ricercatori del Cnr hanno visitato l'azienda Luigi Vergaro, in Puglia, che dal 1997 ha 200 piante Minerva in produzione.
 
Olivi dell'azienda Luigi Vergaro a Lecce. Si possono osservare le piante di Ogliara visibilmente malate e altre piante, le Minerva, in piena vegetazione
(Foto: Vivai Attilio Sonnoli)

Oggi le 200 piante di Minerva, proprio accanto ad un impianto di olivi Ogliarola, sono sane e in produzione, mentre l'Ogliarola è morta.

Ora il Cnr sta valutando il grado di resistenza di Minerva e ha avviato anche prove di inoculo del batterio per verificare l'eventuale immunità della cultivar, cioè la capacità di essere attaccata da Xylella.

Un riconoscimento che di per sé permette a questa cultivar di essere utilizzabile per i reimpianti nelle zone infette, anche se ad oggi gli olivicoltori pugliesi tendono a preferire le varietà autoctone. Un riconoscimento che assume ancora più importanza commerciale e fitosanitaria dopo la dichiarazione della Toscana come regione indenne da Xylella.

In ogni caso, cultivar come la Minerva, che tra l'altro risulta anche resistente al freddo e con un frutto di circa il 30-40% più grande del tradizionale leccino, offrono un'importante strumento per l'olivicoltura, italiana e non solo, alle prese con il ben più che fastidioso parassita batterico.

E intanto i vivai Attilio Sonnoli continuano il loro lavoro di ricerca e selezione, facendo valutare la resistenza a Xylella anche di due altre cultivar brevettate dall'azienda, la Diana e la Tosca.