L'italico albero del pane, così come lo definiva il poeta Giovanni Pascoli, sarà il protagonista del convegno Eurocasta che si terrà a Marradi (Fi) il 14 e 15 settembre 2017.
Il castagno è una delle piante forestali più importanti dell'Europa meridionale, che definisce interi paesaggi e racconta una storia lunga migliaia di anni. Senza dimenticare che è stata per tanto tempo uno dei principali alimenti della popolazione italiana. 

Oggi è in declino. C'è però la volontà in Italia di dare nuova vita a questa pianta ed alla sua coltivazione. All'interno di Eurocasta si parlerà delle avversità che colpiscono il castagno e i suoi frutti, delle problematiche commerciali, della valorizzazione del frutto nella trasformazione industriale ed artigianale, del suo valore nutrizionale e nutraceutico e di altro ancora. Non mancheranno le visite tecniche a castagneti tradizionali dell’Alto Mugello, allo stabilimento dell'Ortofrutticola del Mugello, al Centro di studio e documentazione sul castagno, alle Parcelle sperimentali del germoplasma castanicolo, al Sentiero della biodiversità nel castagneto.

L'evento è organizzato da Areflh - Assemblée des Régions d'Europe Fruitières, Légumières et Horticoles - in collaborazione con il Centro di studio e documentazione sul castagno, l'Associazione nazionale Città del castagno, la Strada del marrone, la Start Srl e con la Pro Loco di Marradi.

"La produzione italiana di castagne - spiega Elvio Bellini, professore ordinario all'Università di Firenze - non è cambiata nei secoli fossilizzandosi alla coltivazione di montagna di metà secolo. L'Italia però può tornare protagonista, sfruttando il potenziale aumento dei consumi e lo sviluppo tecnico, varietale e tecnologico. In questo modo si può modernizzarne la produzione ed adattarla a nuovi ambienti".

"Nel corso degli ultimi cinquant'anni - spiega Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh - la produzione italiana è crollata: nel 1961 era superiore alle 120mila tonnellate mentre nel 2015 è stata di circa 20mila tonnellate. Le cause sono varie: calo dei consumi, aumento dei competitor, produzione antiquata, situazioni climatiche avverse, presenza di nuove patologie. 
Diamo uno sguardo all’andamento dei flussi commerciali: l’Italia ha incrementato negli ultimi anni la quantità importata. Nel 2006 era il quarto Paese importatore, oggi è il primo (Fonter Crea, Banca dati commercio estero). Il prodotto arriva principalmente da Spagna (37%), Portogallo (22%), Albania (10%), Grecia (9%) e Turchia (8%) (altri Paesi il 14%). Ma non siamo virtuosi neanche per quanto riguarda l'export, che ha visto nel 2014 Svizzera, Germania e Austria come nostri principali clienti. Investiremo in nuovi castagneti oppure continueremo a spendere milioni di euro per importare castagne?"


Per ulteriori informazioni, guarda il programma completo sul sito e qui sotto.

L'evento è realizzato con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio Firenze, Isagro, Nunziata tecnologie agroalimentari, Macfrut 2018, Opo Veneto, Agribologna, Regione Toscana, Litografia Fabbri, Gal Start, Dalmonte Vivai, Ortofrutticola del Mugello, Alpa, Boema, Facma, Associazione consorzi castanicoltori dell'Appennino Parma ovest, Reggiano, Bolognese e di Castel del Rio, Associazione castanicoltori Vallata del Senio e la media partnership di AgroNotizie e Plantgest.
 
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