Una storia vincente, che ha appena compiuto dieci anni, ma che non si vuole fermare, guardando al futuro con sempre più fiducia.
E’ il percorso della famiglia Pannitteri, che a fine 2005 ha lanciato il marchio Rosaria per la commercializzazione dell’arancia rossa, prodotta nelle distese di agrumeti della Sicilia, in provincia di Catania.

I fratelli Pannitteri, Aurelio e Salvatore, sono partiti poco a poco, subentrando nell’azienda di famiglia come seconda generazione, e costruendo pian piano una Op, con una trentina di soci, per una superficie totale di circa 1000 ettari. La svolta commerciale, poco più di dieci anni fa, con il supporto strategico di Armando Roncaglia, esperto di marketing e titolare dell’agenzia di comunicazione omonima.

La famiglia Pannitteri ha portato questa esperienza vincente al Macfrut 2016.

Sono passati dieci anni da quando abbiamo fatto questa scelta – ha spiegato Aurelio Pannitteri, presidente dell’Op Rosaria – Serviva un marchio forte, che puntasse sulla qualità, per vincere sui mercati italiani ed esteri. Abbiamo intrapreso una politica di investimenti aggressivi: dal punto di vista varietale abbiamo rinnovato il 100% degli impianti di agrumi a nostra disposizione, oltre a risorse investite sotto il profilo del marketing e della pubblicità. C’è ancora tanto da fare, dobbiamo puntare sempre di più sulla qualità, solo così si possono ottenere sempre più migliori performance sui mercati”.

Rosaria non è però né il nome di una parente né di un’amica cara di famiglia, bensì un accurato studio di marketing. “La storia di questo prodotto è la storia di una grande famiglia – ha sottolineato Armando Roncaglia, ideatore del marchio dell’arancia rossa Rosaria – L’idea era quella di creare un marchio che potesse accompagnare produzione e commercializzazione del prodotto ortofrutticolo stesso. Solo un brand forte e riconosciuto può dare quel valore aggiunto, che si traduce in una maggiore forza contrattuale e quindi un prezzo differente più elevato al produttore”.

Non è stato però complicato creare le premesse, il prodotto infatti è davvero unico nel suo genere – continua Roncaglia – perché l’arancia rossa Rosaria ha questa polpa caratteristica grazie all’escursione termica molto forte della valle di Catania, vicino all’Etna. Nell’immagine è fondamentale il sole, altro elemento caratteristico della Sicilia, mentre il nome è naturalmente un nome caratteristico siciliano. Bisogna infatti legare il marchio a dei caratteri distintivi. Per questo, oltre al nome, importante è stata la collaborazione con il musicista siciliano Roy Paci per una sigla legata Rosaria, che ha avuto grande successo. A questo si è aggiunto poi un grande contributo pubblicitario in radio, con Rosario Fiorello, la cui madre si chiama proprio Rosaria. Legarci a Fiorello ha dato un grande slancio al nostro prodotto sui mercati”.