"Tutto è iniziato con la guida georeferenziata per evitare sovrapposizioni nelle lavorazioni e poi abbiamo fatto una prova con i macchinari a rateo variabile su 400 ettari di grano, grazie a un contributo della Regione Emilia Romagna, e ci siamo convinti. Il margine rispetto all'agricoltura tradizionale senza dubbio c'è".
Così Claudio Mazzotti, direttore tecnico di Agrisfera che quest'anno ha applicato l'agricoltura di precisione a 900 ettari di grano, oltre che su mais e su sorgo.

Agrisfera, cooperativa del ravennate attiva da più di cento anni, coltiva anche girasole, viti, frutteti e produce latte certificato biologico. Anche la stalla (900 capi di cui 420 in lattazione) è condotta con i criteri della zootecnia di precisione. Il bestiame indossa collari per il monitoraggio dei calori e pedometri e la mandria è monitorata con un software specifico per tenere sotto controllo non solo la salute e il benessere degli animali ma anche la loro redditività.

Per quanto riguarda il grano, sia tenero che duro, il 100% della produzione è lavorato attraverso tecniche di agricoltura di precisione: dalle mappe di produzione a quelle di prescrizione fino alle lavorazioni del terreno e alla distribuzione di concime e trattamenti.

"Fra risparmi di costi e aumento di produttività il margine operativo lordo si aggira attorno al 5.5% annuo. Possiamo dire che l'investimento di circa 200mila euro, fra macchinari e personale, si è ripagato in un paio di anni. Ciò che conta è avere un'estensione importante", ha continuato Claudio Mazzotti.

La formazione è il tasto dolente:
"All'inizio c'è stata grande difficoltà, e c'è tuttora. Gli operatori di una certa età fanno fatica ad approcciarsi ai monitor e ai computer che vanno impostati. Abbiamo quindi tenuto due-tre corsi di aggiornamento".
Agrisfera ha invece risolto il problema delle mappe di prescrizione e della competenza sitospecifica necessaria per realizzarle assumendo un tecnico specializzato.