La Campania non vede ancora una via d’uscita dalla crisi del comparto castanicolo, sulla quale si adombra lo spettro del cinipide galligeno del castagno.

Anzi, per l’imminente raccolto di castagne del 2016 si profila il peggior risultato di sempre - appena 15mila quintali - per quella che resta la prima regione d’Italia solo per quanto riguarda il potenziale produttivo.

E’ questo il dato emerso dal confronto con le associazioni di categoria al tavolo convocato la scorsa settimana dall'assessorato alle Politiche agricole della Regione Campania, alla presenza del delegato all’agricoltura del presidente Vincenzo De Luca, Franco Alfieri e del presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Maurizio Petracca.
 
In poche settimane la situazione sarebbe precipitata. Non si vedono ricci e per quei pochi che si intravedono bisogna sperare che arrivino a maturazione.
 
Rispetto al potenziale produttivo regionale di castagne di 300mila quintali, per il 2016 si prevede un crollo del 95%, con una produzione lorda vendibile che potrebbe attestarsi a non più 15mila quintali.
 
Se queste previsioni trovassero conferma, si tratterebbe di una débacle superiore a quella del 2014, quando si registrò una diminuzione della produzione di oltre l'85% ed un raccolto da 45mila quintali. E sembrano lontanissimi i tempi della parziale ripresa dello scorso anno: 60mila quintali di raccolto e un segno meno sul potenziale produttivo regionale dell’80%.
 
Già nel mese di maggio, la Cia aveva lanciato un primo allarme innanzi alla Commissione agricoltura del Consiglio regionale della Campania, prevedendo un calo produttivo per il 2016 consistente, con un raccolto inferiore a quello del 2015, visto che si registrava un triplicarsi degli attacchi da parte del cinipide del castagno.
 
Coldiretti, insieme alle altre associazioni di categoria, ha avanzato diverse proposte che fanno perno anche sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020.

Anzitutto si chiede di attivare la misura 4 del Psr, dando priorità alle aziende castanicole negli investimenti agronomici. Sempre sulla nuova programmazione si chiede di attivare a stretto giro le misure 5, 1 e 2, relative rispettivamente a ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità naturali, al trasferimento di conoscenze e ai servizi di consulenza.

Inoltre si propone di attivare la misura 16.6 che agevola la produzione di energia rinnovabile da biomassa.

Le organizzazioni agricole chiedono inoltre a Regione Campania di concludere a breve le istruttorie per le calamità 2012 e 2014 a valere sul decreto legislativo 102/2004.

Coldiretti Campania propone anche di avviare l'iter per una nuova legge regionale sulla castanicoltura, che regolamenti le buone pratiche agronomiche.

Come misura di sostegno, si chiede di prevedere una indennità per i castanicoltori per il ruolo ambientale che svolgono, grazie alla manutenzione di aree che altrimenti rischierebbero l'abbandono.