Le Organizzazioni dei produttori di pomodoro da industria del Centro Sud aderenti a Italia Ortofrutta ed Unaproa si sono incontrate ieri, 11 luglio 2016, ad Angri (Salerno) per fare il punto sulla campagna di trasformazione del pomodoro che si sta avviando in questi giorni.

“Essendo ormai conclusa la fase di contrattazione, le Op hanno posto in evidenza le criticità derivanti dall’andamento meteorologico particolarmente sfavorevole e dallo sviluppo di talune patologie conseguenti in diversi areali produttivi" è scritto in una nota congiunta Italia Ortofrutta-Unaproa diffusa alla stampa.
“Piogge torrenziali, grandinate ed eccessi di calore hanno determinato la distruzione di interi appezzamenti e provocato estesi danni diretti ed indiretti conseguenti allo sviluppo di patologie fungine" si sottolinea ancora nella nota.

E a causa delle sopravvenute avversità “Le Unioni nazionali esprimono forti preoccupazioni circa le conseguenze che le suddette criticità potrebbero comportare in ordine alla produzione destinata alla trasformazione stessa" è scritto nella nota.

“Il pomodoro è un prodotto naturale coltivato in piena area e soggetto purtroppo agli andamenti climatici - sottolineano i presidenti di Italia Ortofrutta, Gennaro Velardo, e di Unaproa, Antonio Schiavelli - agli innumerevoli vantaggi di una produzione fresca corrispondono le difficoltà di coltivazione e le inclemenze climatiche che possono vanificare lo sforzo di programmazione di un intera filiera”.

Ieri, mentre ad Angri si teneva l’incontro tra le organizzazioni dei produttori, la Protezione civile della Regione Campania diramava un avviso di allerta per onde di calore fino a venerdì. La temperatura in alcuni areali di coltivazione ha superato i 40° (Caserta) e si è tenuta sopra i 37 C° nell’agro sarnese e nocerino, con tassi di umidità dell’aria tra il 70 e l’80%.

L’accordo quadro sul pomodoro da industria, firmato lo scorso 9 maggio dalle Op del Centro Sud e l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali di Napoli, che fissa prezzi a  97 euro alla tonnellata per il lungo e 87 per il tondo, e  che non aveva soddisfatto in pieno le organizzazioni agricole, ora appare ancora più modesto e pericoloso: un prezzo così basso era stato voluto dalla parte industriale per contenere la produzione di questa campagna, visto che era atteso un alto livello delle scorte e una produzione mondiale in generale e costante aumento.