La stagione 2015 di Terremerse si chiude generalmente in positivo rispetto al 2014, anche se si sono alternati nel corso dell'anno momenti di luci e ombre. AgroNotizie ha intervistato Alessandro Cenzuales, direttore Ortofrutta di Terremerse, per parlare del presente e del futuro della cooperativa ravennate, proprio nei giorni in cui si sta liquidando la campagna estiva 2015.

Come sono andate le principali produzioni frutticole nel 2015?
"Cominciamo dalle note positive. Le angurie e le miniangurie hanno registrato un’impennata delle produzione e dei consumi, facilitati dall’afosità dell’estate, ed anche i valori di liquidazione sono stati soddisfacenti. Buoni anche i prezzi di liquidazione di albicocche e susine: in questo caso, però, le scarse rese, dovute a fattori climatici, hanno in parte penalizzato la Plv degli agricoltori. Ottimi valori di liquidazione ha, invece, registrato la frutta da industria, con cifre record per le albicocche.
Tra le note negative, continua il trend al ribasso di pesche e nettarine. Benché complessivamente questi prodotti siano andati in genere meglio rispetto al 2014, i valori di liquidazione non consentono ancora di ripagare i costi di produzione. Soprattutto nelle aree storiche di produzione, in primis la Romagna. Al Sud invece i risultati sono leggermente migliori, anche se ancora sotto le aspettative".

 
Alessandro Cenzuales, direttore Ortofrutta di Terremerse
(Fonte immagine: © Terremerse)

Come possono inserirsi l’export e la qualità in questo contesto di crisi, visto anche la situazione dell’embargo russo?
"L’embargo russo ha sicuramente creato diversi problemi diretti e indiretti: ad esempio la Spagna ha spostato molta della sua offerta dalla Russia verso altri mercati europei, generando situazioni di saturazione, concorrenza e contrazione dei prezzi. Senza dimenticare che la frutta estiva, per evidenti motivi di deperibilità, ha un raggio di esportazione più limitato di quella invernale. 
Credo che i mercati europei tradizionali di frutta estiva, soprattutto per pesche e nettarine, siano saturi. Allora se vogliamo aumentare i nostri volumi è necessario erodere quote di mercato ad altri competitor. Per riuscirci occorre da una parte massimizzare il livello qualitativo del prodotto e dall’altra incrementare la presenza dei nostri prodotti nelle principali catene distributive straniere, intensificando le relazioni commerciali con i player più importanti".

 
Le susine si sono rivelate, così come le albicocche, soddisfacenti per liquidazione
(Fonte immagine: © Terremerse)
 

Promozione e valorizzazione. Come questi elementi possono aiutare a fare reddito e competitività?
"Sono elementi su cui dobbiamo puntare, ma c'è molto lavoro da fare. Troppo spesso si sente parlare di promozione e valorizzazione, ma non sempre con piena cognizione di causa. E non dimentichiamo che mettere in pratica questi aspetti non è poi così facile e costa molto.
Ad esempio la frutta e la verdura si prestano meno di altri prodotti ad essere venduti 'a marchio'. D’altra parte un marchio ha senso solo se il consumatore riesce a riconoscerlo, rendendosi disponibile a pagare un 'premium price'. Evidentemente questo concetto non è chiaro a molti visto le centinaia di marchi e marchietti presenti sugli scaffali della grande distribuzione, che hanno un livello di 'brand awareness' prossimo allo zero. Anche in questo caso, quindi, la risposta non può che essere nell’aggregazione dei player operanti sul mercato, che porti ad una pesante riduzione dei marchi disponibili. Quindi pochi marchi, ma riconoscibili e percepiti come differenziali dal consumatore. Solo così la promozione può 'ripagarsi' i costi e generare vero valore aggiunto".

 
Boom di produzione e consumi per le angurie, ottimi anche i prezzi
(Fonte immagine: © Terremerse)

Può l’innovazione varietale essere l’arma vincente del settore ortofrutticolo?
"Sì, senza dubbio. Ma è necessario che vada di pari passo con i fabbisogni del consumatore e con le sue necessità, che sono in continua evoluzione. Inoltre l’innovazione varietale sta all'ortofrutta come la ricerca e sviluppo sta nel settore industriale in genere. Creare nuove varietà o anche solo migliorarla è vitale e strategico per l'ortofrutta.
Però servono investimenti. Ed allora anche qui l'aggregazione può aiutare. Terremerse ha così avviato un processo aggregativo a più livelli che, pur non compromettendo la propria identità, gli ha consentito, e crediamo consentirà ancora di più in futuro, un percorso di crescita e rafforzamento della propria posizione sul mercato, con lo scopo ultimo di creare maggior reddito per i propri associati".