Tutti gli operatori della filiera maidicola riconoscono Monsanto-Dekalb come attore primario nel campo della genetica e del diserbo mais ma la casa americana sta cambiando completamente il suo approccio in campo: non più solo genetica e prodotti innovativi per il diserbo ma una visione “olistica” dell’intero processo produttivo con un’attenzione maniacale a tutte le informazioni che arrivano dal campo e che possono essere usate il campo per migliorare produttività e rese della produzione di mais.

Di qui la “nuova visione e l’impegno” di Monsanto in agricoltura: non più e non solo azienda fornitrice di “materie prime”, ma partner nell’individuare “soluzioni” e strumenti che consentano all’agricoltore di realizzare un’eccellenza che sia sostenibile sotto il profilo produttivo, ambientale ed economico.
Dove nascono queste “soluzioni”? All’interno delle “Technology Hub”, laboratori a cielo aperto dove si sperimentano le novità della genetica (materia prima) in combinazione con le tecnologie dell’agricoltura di precisione (processo di produzione) che permettono di prendere in considerazione tutte le variabili in campo in opportunità per produrre di più.

Il progetto Technology Hub è partito lo scorso anno in tutta Europa con 25 aziende e oltre 650 ettari nei quali si stanno raccogliendo una mole di dati impressionante. A questa attività l’Italia partecipa con 3 centri dislocati in Pianura Padana, per un totale di 70 ettari di terreno sperimentale sui quali insistono oltre 700 parcelle di prove sperimentali.

In questi centri vengono testate le performance delle nuove varietà di mais sviluppate dal Dekalb, tenendo conto di numerose variabili combinate: genetica, terreno, clima, tecniche di semina, tecniche di irrigazione/fertirrigazione, concimazione. L’obiettivo finale è molto ambizioso ma più concreto di quanto si possa pensare: fornire all’imprenditore agricolo la materia prima (ibrido e sistema di diserbo) più adatta alle condizioni dell’azienda, insieme ai consigli e agli strumenti agronomici per farla rendere al meglio, con una serie di istruzioni operative per massimizzare le sue performance.

AgroNotizie è stata invitata alla presentazione di una Technology Hub. Vediamo come funzionano.
L’obiettivo è quello di scoprire come la combinazione di genetica/terreno/densità di semina/fertilizzazione/irrigazione incidano sui risultati e come queste veriabili possano essere adattate all’unica variabile veramente fissa di ogni azienda: il terreno e le sue caratteristiche chimiche e fisiche.
 

Le informazioni sul terreno

Per conoscere approfonditamente ogni terreno, i campi sono mappti attraverso l’utilizzo della tecnica ARP (Automatic Resistivity Profiling) che consente di conoscere le caratteristiche del suolo a 50 cm, 1 metro, 2 metri, con un dettaglio di 6 mq; nelle Technology Hub si valuta il comportamento dei diversi ibridi ai diversi tipi di terreno con una precisione impensabile solo 3 anni fa.
 

Migliorare precisione e velocità di semina

Sul terreno così mappato vengono svolte prove sulla densità e precisione di semina: in particolare in Italia si stanno testando semine a file binate con una densità fino a 12,5 piante a mq. Ovviamente la risposta dipende molto dalla genetica della semente, ma anche dal terreno e dalla tecnica adottata.
Non si può infatti aumentare la densità se non si garantisce la massima precisione. In questa direzione si stanno testando una serie di strumenti realizzati da “Precision Planting” per le macchine seminatrici. Si tratta di una serie di accorgimenti tecnici che consentono di seminare a densità variabile, a profondità costante, con una velocità massima di 15 km/orari e controllando in tempo reale la qualità della semina.
Nel campo delle macchine per la semina sono state realizzate 4 specifiche innovazioni:
  • V-Drive che permette di gestire la semina a densità variabile differenziandola in base alle caratteristiche del terreno ed elimina gli errori legati alla trasmissione meccanica.
  • Delta force che assicura una profondità di semina costante in qualsiasi condizione del terreno e garantisce una nascita uniforme delle piantine.
  • Speed tube nel quale il seme viene accompagnato a terra grazie ad un nastro di trasporto che ne assicura la massima precisione di posizionamento e permette di aumentare la velocità di semina
  • Seed sense che permette di avere sotto controllo, in tempo reale, la quantità di singoli semi realmente seminati, conteggiando eventuali multipli o mancanti.
La combinazione di queste quattro tecniche ha permesso di dimezzare gli errori di semina e di raddoppiare le velocità di semina (fino a 15 km orari).
 

Gestire al meglio l’irrigazione e la concimazione azotata

L’ultimo aspetto riguarda la risposta all’acqua e alla concimazione; ogni pianta, in funzione del terreno sulla quale è collocata, ha bisogno di più o meno nutrimento e più o meno acqua. Le informazioni raccolte in campo permettono di fare delle mappe di fertilizzazione e di calibrare gli interventi irrigui in funzione delle reali esigenze della pianta.
 
Per saperne di più: Attualmente in Italia sono più di 20 le varietà di mais sotto test: per ognuna di esse i dati da valutare sono più di mille. Non appena saranno disponibili i primi risultati… AgroNotizie li metterà a disposizione dei propri lettori.
 
 
All’interno di una “Technology hub” di Monsanto Dekalb

 
 
Una delle tecnologie spiegate direttamente in campo.