Si è conclusa a fine agosto la campagna di raccolta del coriandolo, coltura da seme che ormai si è consolidata in Italia e che ha una valenza economica importante.

Secondo i dati elaborati da Assosementi, il coriandolo da seme è stato protagonista di un vero e proprio boom: le coltivazioni, pressoché trascurabili fino a pochi anni fa, circa 700 ha nel 2004, nell’ultima campagna avrebbero superato i 10.000 ettari, con la possibilità di crescere ancora.

La moltiplicazione di coriandolo da seme si concentra principalmente nelle regioni Marche, Puglia, Emilia-Romagna e Umbria - sottolinea Assosementi – Grazie agli importanti investimenti realizzati dalle nostre aziende sementiere nella logistica ed in impianti di lavorazione all’avanguardia il prodotto italiano ha acquisito una posizione di assoluta leadearship nel mercato mondiale".

"Dal punto di vista agricolo, la coltura è abbastanza facile e non necessita di particolari anticipazioni - spiega Assosementi - Peraltro, con gli obblighi di diversificazione colturale introdotti dalla nuova Pac, l’interesse verso il coriandolo potrebbe aumentare ulteriormente”.

A livello gastronomico, il coriandolo, della stessa famiglia di carota, sedano e prezzemolo, suscita un’attenzione ancora marginale nel nostro Paese; più del 90% della  produzione italiana è destinato infatti ad essere esportato in Asia, dove il raccolto italiano è apprezzato per la sua elevata qualità. I volumi di esportazione potrebbero aumentare ancora, soprattutto in America Latina, qualora si riuscisse ad eliminare gli ostacoli burocratici oggi esistenti per tali destinazioni.