Si è svolta ieri all’Accademia dei Georgofili una lettura di Vannino Vannucci, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, su: “Il vivaismo pistoiese tra innovazione, mercato e territorio”.

Le realtà del vivaismo pistoiese sono il cuore delle zone di eccellenza per la produzione di piante ornamentali da esterno e hanno da tempo conquistato mercati di tutto il mondo con esportazioni in oltre 60 Paesi. Risultati lusinghieri sono stati ottenuti grazie alle intuizioni e al tenace lavoro dei vivaisti, senza significativi interventi pubblici né sostegni finanziari e ciò ha permesso di creare buoni livelli occupazionali, di sviluppo economico e sociale. Ancora oggi il settore è in evoluzione ed emerge che un migliaio di aziende agricole a conduzione familiare, insieme ad altre 500 aziende medio-grandi con circa 3.000 lavoratori subordinati, rappresentano il perno del vivaismo italiano per le piante ornamentali.

Tutto ciò nonostante il costante alto indice di rischio, che intercorre nel lungo periodo tra la messa a dimora delle piante e la loro biologica crescita ottimale per la commercializzazione. Il pericolo sempre in agguato a causa delle calamità naturali si somma alle difficoltà degli imprenditori di compiere scelte a lungo termine riguardo alle specie e alle varietà da coltivare, dovendo intuire con diversi anni di anticipo le tendenze dei mercati, specialmente quelli esteri, che assorbono circa l’80% della produzione generale.
Due sono le peculiarità della produzione pistoiese, che ne hanno in gran parte motivato il successo: l’ampia gamma di specie e varietà presenti nei vivai, che spazia dai Tropici al Nord Europa, e la disponibilità di piante a “pronto effetto” che consentono di essere utilizzate per creare aree verdi dall’aspetto finito.

Il florovivaismo ha anche un’importante valenza come deterrente per l’inquinamento atmosferico e per il benessere generale delle persone.