Per le castagne si annuncia un altro anno con il segno meno per quanto riguarda la produzione. La situazione è migliore rispetto a quella dello scorso anno, ma di certo non si possono fare salti di gioia.

“La raccoltà è iniziata in ritardo di venti giorni rispetto alla normalità - spiega Ivo Poli, presidente dell’Associazione nazionale della Città del Castagno -. Siamo ancora in piena raccolta. Potremo avere dati attendibili solo a metà novembre per dare un quadro attendibile del vero valore produttivo. Possiamo comunque affermare che è complessivamente migliore dello scorso anno, sia per quantità che per qualità, grazie ad un andamento stagionale più favorevole. Il 2013 avrà quindi un calo produttivo medio di circa il 30-50% rispetto allo standard ottimale, laddove il 2012 aveva avuto un calo medio del 70-90%. Si sottolinea come esista ancora di più quest’anno una situazione a macchia di leopardo, con aree decisamente migliori rispetto ad altre”.

Situazione in evoluzione per quanto riguarda il Cinipide.
“Gli attacchi dellla vespa cinese si sono fortemente ridotti in Piemonte - continua Poli -, dove la lotta biologica viene fatta ormai da 8 anni. Nelle nelle altre regioni abbiammo aree con grave danno e aree adiacenti con attacchi modesti e produzioni discrete. La lotta con il Torymus, grazie al progetto Bioinfocast promosso dal Mipaaf e gestito dall’Associazione città del castagno, si è estesa a tutto il territorio nazionale. Per molte aree nel 2013 sono stati fatti i primi lanci, nel 2014 verranno ripetuti. Poi Regione per Regione, attraverso i servizi fitosanitari locali, continueranno ad intervenire in base agli attacchi di Cinipide che sarenno rilevati. I primi risultati positivi in molte regioni sono attesi tra tre o quattro anni”.

Le buone prospettive della lotta al cinipide hanno aumentato notevolmente l'interesse per il castagno, sia per l'aspetto produttivo che per il suo ruolo ambientale.
“Nei prossimi anni dovrebbe esserci una ripresa economica del settore castanicolto - conclude Poli -, grazie a misure efficaci di sostegno e di valorizzazione che dovrebbero essere inserite nella nuova Pac 2014/2020; e soprattutto se a livello europeo si adotteranno regole condivise per controllare le importazioni di castagne extraeuropee e garantire tracciabilità e qualità ai consumatori. Ultimo aspetto non trascurabile è il rilancio della cultura del castagno in cucina, per riscoprirne il valore alimentare e sociale”.

Cresce l’import di prodotto straniero
Il calo produttivo degli ultimi anni ha fatto registrare un aumento delle importazioni: nell’ultimo triennio il valore è triplicato, raggiungendo i 15 milioni di chili nel 2012.
“Il nostro prodotto è sempre più minacciato da quello estero, di Cina e Turchia in particolare - spiega Alberto Manzo, dirigente del Mipaaf -. Inoltre la sopravvivenza interna del settore è messa a dura prova dalle caratteristiche intrinseche: aziende piccole e localizzate prevalentemente in montagna e collina, cambio delle esigenze del consumatore, mancanza di strumenti e informazioni legati alla percezione della qualità. Ricordiamo come oramai il Cinipide sia esteso sull’intera superficie italiana, ed è necessario intervenire con norme adeguate, con l’obiettivo di adattarsi alle nuove esigenze del settore castanicolo”.
 
Sintomi di Cinipide (Dryocosmus kuriphylus) su piante di castagno in areale piemontese (Fonte foto Alberto Alma Università di Torino)

Alcuni dati sulla lotta al cinipide
“Il Cinipide è oramai diffuso su tutto il territorio castanicolo italiano - spiega Alberto Alma, docente di entomologia all'Università di Torino -. Sappiamo che la sua introduzione in Italia è avvenuta in Piemonte attraverso l’utilizzo di marze infestate dall’insetto (le gemme sono asintomatiche) arrivate probabilmente dall’Asia. Da qui si è espanso attraverso una diffusione naturale e antropica e attraverso il commercio di astoni.
Abbiamo svolto in questi anni un grande lavoro di ricerca, individuando metodi di lotta e prevenzione, che ci hanno permesso di ridure drasticamente la sua diffusione. Allo stato attuale la lotta biologica è quella che ci ha dato i risultati più soddisfacenti. Risultati altalenanti si sono riscontrati con l’uso di varietà resistenti. Nessun risultato con la lotta meccanica e chimica.
All’interno del progetto Bioinfocast nel 2013 sono stati eseguiti 500 lanci per un totale di 55 mila femmine e 27.500 maschi distribuiti sul territorio. Interessante è il dato sull'attuale situazione in Piemonte relativamente al controllo biologico del Cinipide: calano drasticamente il numero di galle e cresce il numero di T. sinensis. Ad esempio nel 2007 nella zona di Boves le galle erano circa 12 mila con 5 esemplari di T. sinensis, nel 2013 le galle sono circa mille con 1.536 unità di T. sinensis".


Uno sguardo all’areale di Castel del Rio
“La situazione è decisamente migliore rispetto al 2012, grazie ad un andamento climatico migliore e alla minore presenza del Cinipide - spiega Ernesto Bisi, presidente Consorzio castagna di Castel del Rio -. La maturazione dei frutti è in ritardo ma prevediamo che la produzione nei nostri areali sarà inferiore del 30-40% rispetto allo standard: dai 5 mila quintali che mediamente produciamo passeremo ai 1500-2000 quintali. La scorsa stagione la produzione era di 450 quintali circa. La qualità inoltre risulta essere molto elevata”.
A undici anni di distanza dal ritrovamento dei primi focolai in Piemonte del Dryocosmus kuriphylus, il cinipide del castagno, e a cinque da quelli nell’Appennino emiliano-romagnolo, la diffusione dell’insetto non si è arrestata. “Su fronte Cinipide possiamo dire che quest’anno la situazione appare migliore rispetto alla scorsa campagna. Al terzo anno dai primi lanci stiamo vedendo i primi risultati. Gli alberi sono molto più belli, e il numero di galle è decisamente ridotto. Oltre ai lanci previsti dai vari progetti nazionali e regionali, gli agricoltori hanno eseguito lanci autonomi dell'insetto antagonista. Anche se siamo ottimisti servono ancora diversi anni per trovare un equilibrio tra insetto parassita e il suo antagonista”.