La maculatura bruna è considerata una delle più gravi malattie fungine del pero.
Attualmente l’unica difesa consiste in un programma di lotta preventiva con trattamenti ripetuti nel periodo compreso tra la fioritura e la raccolta, che fanno lievitare i costi di produzione, oltre ad avere un notevole impatto ambientale. Inoltre si sono aggiunti negli ultimi anni fenomeni di resistenza del fungo ai principali agrofarmaci che rendono più problematica la difesa.

La resistenza alla malattia di alcune cultivar, come ad esempio Max Red Bartlett (William Rosso) è stata di grande interesse per il gruppo diretto da Agostino Brunelli del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna, che, in stretta collaborazione con il Luca Dondini dello stesso Dipartimento, ha approfondito le ricerche per l’introduzione di questa resistenza nelle varietà coltivate.
Marina Collina ed Luca Dondini presenteranno i risultati di questa attività in occasione del convegno che si terrà al Centro Congressi di Ferrara Fiere il prossimo 18 ottobre.

In questa intervista una breve anticipazione sul progetto Ager Innovapero.

Dottoressa Collina, cosa avete di nuovo per la difesa dalla maculatura bruna?
Il gruppo di ricerca di Luca Dondini, mio collega del Dipartimento di Scienze Agrarie, ha individuato nella genetica una possibile alternativa alla intensa difesa chimica: i caratteri di resistenza alla malattia sono infatti già presenti nel germoplasma del pero, cioè nel suo materiale ereditario. Si tratta di individuarli e recuperarli per dare il via ad un programma di miglioramento genetico con incroci tradizionali, e quindi non Ogm, delle varietà suscettibili. La stretta collaborazione tra i nostri due gruppi di ricerca ha consentito di mettere a punto le tecniche necessarie per la valutazione  del materiale vegetale ottenuto dagli incroci.

Su quali varietà avete sperimentato questo approccio innovativo?
Abbiamo caratterizzato il livello di resistenza a Stemphylium vesicarium nei semenzali di una popolazione di pero derivata dall'incrocio tra Abate Fetél, varietà suscettibile al fungo patogeno, e Max Red Bartlett, cultivar resistente all’infezione. Tale caratterizzazione viene condotta inoltre sul materiale prelevato dai genotipi di Abate Fetél, Max Red Bartlett, Conference, una varietà mediamente suscettibile, e William, ossia la varietà da cui è derivato il clone mutante Max Red Bartlett.

Qual è stato lo scopo di questo studio?
E’ stato di sviluppare marcatori molecolari con cui individuare quali sono i geni che controllano il carattere della resistenza per dare il via ai programmi di miglioramento genetico che verranno realizzati del  gruppo di Luca Dondini: la finalità è lo sviluppo di una mappa genetica di pero sulla quale localizzare le regioni coinvolte nella resistenza al fungo attraverso la messa a punto di specifici marcatori.

Cosa avete visto?
Le analisi hanno confermato il grado di resistenza/suscettibilità che ci aspettavamo nelle quattro varietà analizzate ed hanno permesso di valutare con molta precisione la distribuzione dei sintomi anche nelle piantine della popolazione derivante dall’incrocio di Abate Fetél con Max Red Bartlett dandoci chiara indicazione che il carattere della resistenza alla maculatura è controllato da più geni e questo è il risultato che ci ha permesso di proseguire nell’identificazione dei geni che controllano tale carattere.

E questi geni  li avete identificati?
Sì, siamo riusciti ad identificare le regioni cromosomiche coinvolte nella resistenza/suscettibilità a S. vesicarium nei due parentali. Attualmente stiamo elaborando i dati ottenuti in questi ultimi mesi e che sono stati ottenuti  su un’ampia base di dati statistici relativi ad una serie di “biosaggi”. Tutto sarà pronto per il convegno del 18 ottobre a Ferrara, dove presenteremo i risultati completi.  

Progetto AGER innovapero

Progetto AGER InnovaperoIl progetto AGER Innovapero - "Innovazioni di processo e di prodotto per una pericoltura di qualità", ha l'obiettivo di aumentare la sostenibilità economica della filiera del pero attraverso una forte attività di ricerca che si articola in diverse fasi: l'individuazione dimateriale resistente alle principali malattie, l'ottimizzazione delle pratiche colturali, il miglioramento della qualità attraverso un accurato studio della maturazione dei frutti in funzione delle tecniche colturali,  lo studio di nuove tecnologie di conservazione in post-raccolta.
Per saperne di più, visita il sito www.ager.innovapero.it