Il convegno conclusivo del progetto “Valorizzazione della tipicità orticola attraverso l’agricoltura biologica” Valorbio si è svolto lo scorso 9 maggio, al Cra, Unità di Ricerca per l’orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ap). Il progetto iniziato nel 2009, grazie a un finanziamento del Mipaaf, intende favorire la diffusione nelle aziende biologiche delle tipicità di Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna.

I risultati agronomici, esposti da Fabrizio Leteo, hanno evidenziato le ottime performance di alcune tipicità, ma anche la difficoltà in certi casi ad ampliare l’areale di coltivazione al fuori di quello tradizionale. Le varietà di Peperone a "Corno Rosso", Fagiolo "Giallino di Pedaso" e Cipolla "Rossa di Suasa" possono essere inserite in tutti gli areali testati mentre per le varietà di Pomodoro a "Pera d'Abruzzo" e di Fava "di Fratterosa per tacconi" tale inserimento è proponibile solo nelle zone tipiche di coltivazione. L’avvio di un programma di miglioramento genetico specifico ha consentito nella cipolla "Precoce di Romagna" di ridurne l’eccessiva variabilità e di selezionare bulbi di forma piatta di elevate dimensioni. Il miglioramento condotto sul cardo ha permesso di ottenere varie linee selettive. Per entrambe le specie sono state restituite agli areali di provenienza materiali migliorati per un'ulteriore verifica in loco.

Buoni contenuti di polifenoli sono stati individuati nelle tipicità di Valorbio e generalmente valori più alti nei campioni coltivati in biologico rispetto a quelli provenienti da coltivazioni convenzionali.
In merito alla qualità nutrizionale e nutraceutica le varietà locali, rispetto a quelle commerciali, hanno dimostrato di adattarsi bene alla coltivazione bio. Nel peperone la varietà locale "RS08" ha mostrato, rispetto all'ibrido commerciale Alceste, una migliore qualità nutraceutica e nutrizionale grazie ad un maggior contenuto di pirazine, acido ascorbico e carotenoidi. Per quanto riguarda il cavolfiore, le varietà locali di "Verde di Macerata" contengono più vitamina C e di carotenoidi sia rispetto alla coltivazione convenzionale sia in riferimento al testimone commerciale. Le tipicità di cavolfiore sono quelle però che, sotto il profilo agronomico, hanno fatto registrare il maggior differenziale negativo in termini di rese commerciabili rispetto al testimone di riferimento. Nelle orticole coltivate solo in bio, come i cocomeri, la cipolla e il sedano, la superiorità del genotipo locale per gli aspetti nutraceutici e nutrizionali è stata evidente nel cocomero, in particolare nella varietà "Faenza". La combinazione Hrmas-Nmr e analisi multivariata ha messo in evidenza l’esistenza di differenze significative tra le diverse tipologie di campioni analizzati, in particolare in relazione alla pratica agronomica. Anche nella separazione tra varietà autoctone e ibridi commerciali sono state osservate differenze sostanziali, mentre per la tracciabilità geografica, solo per il peperone l’approccio dell’Hrmas ha fornito indicazioni importanti.

I risultati di Valorbio hanno dimostrato l'importanza di decentrare le prove di coltivazione varietale in più località, nelle aziende agricole, e di coinvolgere gli imprenditori nelle valutazioni agronomiche, qualitative e commerciali per verificare la validità dell’innovazione proposta. La collaborazione diretta consente al ricercatore di avere risposte utili ad orientare i propri programmi e obiettivi di lavoro. Nella sessione pomeridiana sono state illustrate le principali prove nel corso della visita ai campi sperimentali “biologici” del Cra-Ora.