La superficie coltivata a cipolla in Italia nel 2009 è stata di circa 12.671 ettari (fonte Istat). L'Emilia-Romagna ha presentato 3.180 ettari, con la sola provincia di Bologna che ha investito 1.250 ettari.

L'ampia adattabilità della cipolla le permette di prosperare in diversi tipi di terreno ed in diverse condizioni ambientali. Pur essendo attaccata da molti patogeni ha però nella peronospora la malattia più pericolosa. Tra i fitofagi sicuramente il più nocivo risulta essere il Tripide. La difesa è complicata dalla sua localizzazione alla base delle foglie, posizione in cui la bagnatura è problematica.

 

 

Le scelte varietali come strategia

La varietà di Cora Seeds sono a foglia mediamente cerosa, con fogliame non particolarmente scuro, che le rende poco attraenti per l’insetto: in particolare Elenka F1 e Fiamma F1.

"Le nostre esperienze di campo - fanno sapere gli esperti di Cora Seeds - hanno sempre dimostrato che piante con colori verdi intensi si presentano mediamente più attaccate".

Un altro aspetto fondamentale è la rusticità, che permette alle piante di resistere all’attacco dei parassiti e di sopportare meglio gli stress fin dalle prime fasi di coltivazione. La maggiore resistenza meccanica del bulbo alla raccolta, dovuta all’alto contenuto in sostanza secca e alla consistenza delle tuniche di vestitura, permette di migliorare anche lo stoccaggio.

 

 

Alcune informazioni generali sul Tripide

I Tripidi sono insetti di piccole dimensioni (pochi millimetri) che vivono sulle piante spontanee e coltivate, e delle quali si cibano succhiandone la linfa. Le loro abitudini alimentari e riproduttive (come la deposizione delle uova all'interno dei tessuti) hanno effetti negativi diretti ed indiretti sulla pianta ospite. Tra i danni diretti abbiamo la necrotizzazione o suberificazione del tessuto vegetale che compromettono le capacità metaboliche a seguito della riduzione dell’attività fotosintetica. Inoltre la pianta mostra anche un generale indebolimento strutturale conseguentemente allo svuotamento cellulare. I danni indiretti, invece, derivano dalla trasmissione di malattie quali fitoplasmi e/o virus, tipo l’IYSV - Iris Yellow Spot Virus e per la penetrazione di funghi patogeni da rotture meccaniche dei tessuti.

 

La biologia

Il Tripide sverna come adulto nel terreno, all’interno dei residui colturali e nelle piante infestanti. L'arrivo del periodo estivo e delle alte temperature determina la ripresa delle normali attività dell'insetto. Un anomalo avvicendamento delle condizioni climatiche (estati calde e con bassa piovosità) può portare ad un aumento esponenziale della popolazione. Visto il loro rapido ciclo biologico possono essere presenti contemporaneamente tre stadi dell’insetto (uovo, neanide e adulto) determinando un accavallamento delle generazioni. Tali osservazioni sono state confermate anche dall'analisi dei dati rilevati nell’estate 2010 (calda e siccitosa), dove si è osservata una generazione in soli 11 giorni a ridosso dei 30°C (1)(2). Mentre in quella del 2011 (meno calda e più piovosa) la popolazione è stata inferiore avendo un impatto più modesto sulle colture.

(1)Andaloro, J. T. and A. M. Shelton. 1983. Insects of Onions and Cabbage. Onion Thrips, N.Y. State Agric. Exp. Stn. Geneva Publ. 750.75, 2

(2)Soni S. k. and P. R. Ellis. 1990. Insect Pest. In: Rabinowitch H. D. and J. L. Brewster (editors) Onion And Allied Crops. Volume II. Agronomy, Biotic interactions, pathology, and Crop protection. CRC Florida 

 

Metodi di lotta e controllo

Viste le abitudini biologiche, abbinate alle dimensioni delle popolazioni e alla diffusione dell'insetto in tutta Italia ed in molti altri Paesi nel Mondo, il Tripide può causare ingenti  danni agronomici con un elevato impatto economico: la produzione può subire una perdita che va dal 10% alla quasi totalità del raccolto.

A seguito delle recenti riclassificazioni ed eliminazioni di molti agrofarmaci, l'efficacia delle normali attività svolte a difesa della coltura da questo fitofago si sono ridotte molto, complicando non poco la vita dei produttori specializzati. Ciò ha spinto le aziende agricole a diversificare le strategie di lotta non solo con i mezzi chimici, ma anche con il monitoraggio della popolazione dei Tripidi attraverso l’uso di trappole cromotropiche che permettono d’individuare il corretto periodo di intervento.

Questa strategia si prefigge di salvaguardare la presenza di insetti entomofagi utili (quali Aleotripis Intemedius, Orius Levigatus, etc) permettendo di controllare e mantenere bassa la popolazione in maniera naturale, limitando al massimo il numero d’interventi con antiparassitari chimici. Inoltre si cerca di effettuare trattamenti mirati attraverso principi attivi selettivi. Si è anche iniziato a sfruttare gli effetti benefici della bagnatura per aspersione effettuata nei primi periodi di sviluppo della pianta, al fine di mantenere basso il numero d’individui della popolazione del Tripide.

Poichè nel caso del tripide non è possibile raggiungere lo ‘zero biologico’ dell’insetto diventa strategico l'utilizzo di materiale vegetale con caratteristiche agronomiche che conferiscono una buona tolleranza al patogeno e che permettono di ridurre al minimo le normali attività di controllo e prevenzione delle varie problematiche (patologie ed insetti dannosi) con l'uso dei prodotti chimici.