Un milione di euro per salvare i castagni. E' quanto stanziato dal Mipaaf per fare fronte all'emergenza causata dal Cinipide del castagno, insetto killer proveniente dalla Cina che sta infestando oltre 780mila ettari di bosco di castagneti. La decisione è arrivata dopo la riunione del Tavolo di filiera frutta in guscio – sezione castagne svoltasi nei giorni scorsi al ministero, alla quale hanno partecipato Regioni, Province, Comuni e associazioni di categoria. Nel corso dell'incontro sono state anche definite le linee operative per il Piano di settore castanicolo 2010-2013, con particolare attenzione alla lotta contro il Cinipide del castagno.

I fondi assegnati saranno destinati alla creazione di aree di pre-moltiplicazione del Torymus sinensis (l’antagonista naturale del Drycosmus kuriphilus o Cinipide galligeno del castagno), al potenziamento del centro di moltiplicazione e ricerca dell’Università di Torino, alla valutazione sulle linee guida da attuare e all'informazione.

Fa il punto della situazione Ivo Poli, presidente dell’Associazione Città del castagno.

Quali sono le principali linee concordate?
"Priorità assoluta è la lotta biologica al Cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus) attraverso il lancio dell’antagonista Torymus, che attualmente viene riprodotto e diffuso dall’Università di Torino. Il piano punta anche alla produzione del Torymus sinensis in diversi campi regionali (allo scopo di ricrearne degli autoctoni), individuare altri antagonisti ma di origine locale (e non giapponese come il Cinipide), studiare forme di resistenza del castagno ai parassiti. Parte delle risorse, seppure piccola, verrà riservata alla divulgazione del piano e alle azioni di valorizzazione della castanicoltura italiana".

Quali saranno le modalità di distribuzione dei finanziamenti?
"Il riparto dei fondi verrà fatto sulla base dei progetti presentati dalle Regioni, tenendo conto della qualità dei progetti stessi, dell’importanza della castanicoltura in quella regione e del coinvolgimento degli operatori del settore".

Qual è la situazione al momento?
"Nel 2011 molte regioni si sono già attivate con il lancio del Torymus sinensis nei castagneti maggiormente infestati da Cinipide. Alcune Regioni come la Toscana, il Piemonte, l’Emilia-Romagna, il Lazio e la Sardegna hanno già realizzato campi di riproduzione controllata del Torymus sinensis per rendersi autonome già dal prossimo anno. Inoltre è iniziato il monitoraggio, da parte dei tecnici, delle galle sintomatiche ed è emersa la presenza di nuovi insetti autoctoni antagonisti del cinipide: questo fa ben sperare.
Altra forma di lotta che si sta sperimentando soprattutto in Toscana (grazie a Meta e all’Università di Firenze) è una potatura verde da effettuarsi dopo lo sfarfallamento degli insetti per stimolare le piante a produrre nuove gemme e nuova vegetazione fogliare. I primi risultati attendibili ci saranno entro due-tre anni, anche se già quelli attuali sono positivi".

A che punto è la valutazione sulle linee guida?
"Le linee guida dovranno essere discusse in modo più approfondito nella conferenza Stato-Regioni e ciascuna Regione dovrà adottarle per poter mettere a disposizione risorse proprie e favorire l’accesso ai contributi europei da parte dei castanicoltori".

Cos'è possibile fare per ridare valore al castagno e al suo settore?
"La strada intrapresa è certamente positiva, ma non esaustiva. La sola lotta al Cinipide e alle altre fitopatologie del Castagno non sono sufficienti a rilanciare il settore e a valorizzare gran parte dei territori collinari e montani d’Italia e d’Europa, dove il castagno rappresenta la principale risorsa ambientale e paesaggistica.
Giustamente il ministero sta riservando una piccola quota delle proprie risorse per le attività di divulgazione e promozione, ma molto dovrà essere fatto anche dalle Regioni e dagli enti e associazioni a livello locale. Ciò che serve è un forte coordinamento dei soggetti interessati a livello italiano ed europeo, per ottenere anche una forte attenzione da parte dell’Unione europea. I prossimi anni saranno i più critici a causa del Cinipide e si dovranno attivare sostegni efficaci per evitare l’abbandono dei castagneti e il degrado ambientale. Alla base di tutto sta una corretta conoscenza del patrimonio castanicolo, che si potrà avere solo attraverso un censimento. Nel frattempo bisogna mantenere il castanicoltore a custodire i castagneti, con potature almeno ogni tre-quattro anni, in modo da ringiovanire le chiome e ridare forza ai castagni".