Il 23 maggio scorso si è svolto presso l’azienda sperimentale Martorano 5, a Martorano di Cesena, l’incontro tecnico dal titolo 'Fragola in coltura di pieno campo'.

Tale evento rappresenta un tradizionale momento d’incontro degli operatori del settore per fare il punto sul mercato e sull’innovazione varietale.

"Stiamo vivendo un'annata difficilespiega Walter Faedi, direttore del Cra Unità operativa per la frutticoltura Forlì – soprattutto negli areali romagnoli e veneti. Le cause sono diverse: difficile andamento climatico, situazione del mercato, crisi economica, globalizzazione commerciale, mutamento del consumatore, innovazione varietale.

Per rimanere competitivi è necessario trovare delle alternative valide e concrete, cercando di guardare al prodotto di qualità come obiettivo da raggiungere. Si deve tener presente che il consumatore ha bisogno di essere educato correttamente al consumo, grazie anche a valide strategie di marketing".

La stagione fragolicola 2011 non è da ritenersi positiva per l'intero comparto, con particolare riferimento all’areale romagnolo, che negli ultimi anni sembra non essere riuscito ad adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Le cause della difficile situazione in cui si trovano i fragolicoltori romagnoli sono diverse. Oltre alla concorrenza qualitativa con le varietà precoci e di qualità (Candonga®Sabrosa* in primis) delle regioni del sud Italia e Inoltre, la fragolicoltura romagnola paga anche lo scotto di essere rimasta legata a una coltivazione di tipo più tradizionale e meno indirizzata alle esigenze del consumatore.

La situazione non migliora sui mercati internazionali: si rafforza sempre di più la tendenza ad un export difficile verso i Paesi europei tradizionali consumatori di fragole italiane, che stanno incrementando una produzione propria.

In quest'ultimo frangente è da notare, ad esempio, come la Svizzera abbia chiuso anticipatamente l’acquisto del nostro prodotto rispetto agli accordi e come la Germania abbia ridotto drasticamente il consumo di prodotto estero anticipando le proprie raccolte. Da segnalare, inoltre, una ripresa del prodotto proveniente dal sud Italia che grazie all’andamento climatico anomalo ha permesso una ripresa delle produzioni.

 

Innovazione varietale

Diverse sono le novità presentate durante la mostra pomologica. Tra le cultivar unifere abbiamo Pircinque*, Dely*, Nabilia*, Kamila*, Joly* che si contraddistinguono per buone qualità organolettiche e valide caratteristiche commerciali. Tra le cultivar rifiorenti abbiamo invece Thelma*, Louise*, San Andreas*, Monterey*, Portola*.

"Ad oggi le varietà più importanti per il nostro Paese - spiega Pierluigi Lucchi del Cra Unità operativa per la frutticoltura Forlì - sono Roxana, Eva e Irma per il Veneto, Alba per l'Emilia-Romagna, Candogna®Sabrosa* per la Basilicata, Camarosa* per la Campania e la Calabria.

Il cambiamento di ruoli dei diversi bacini produttivi che si sta verificando in Italia è altresì rilevante: il 60% della produzione proviene dal sud che sta introducendo nuove varietà e innovazioni agronomiche, mentre il rimanente 40% viene spartito tra Veneto, Emilia-Romagna, Trentino e Piemonte".