Si è recentemente svolto a Gioia Tauro il 3° Workshop "Actinidia in Calabria", l'appuntamento annuale per fare il punto sullo stato e le evoluzioni di questa coltura che, specialmente nella piana di Gioia Tauro, rappresenta una coltura molto importante dal punto di vista socio-economico ed occupazionale.
L'incontro, organizzato dall'associazione Protos con la collaborazione di Arssa, Grena e vivai Nailma, è stato coordinato da Rosario De Leo, divulgatore agricolo Arssa Ce. DA di Gioia Tauro.


Su Agronotizie, partner dell'evento, è possibile scaricare gratuitamente in esclusiva le relazioni tecnico-scientifiche presentate dai quattro relatori.

Giorgio Mariano Balestra - Università della Tuscia (VT)

'Cancro Batterico dell'actinidia in Italia e nel mondo attuali conoscenze e strategie in atto'
La relazione permette di avere una panoramica e un'inquadramento delle tre le tipologie di batteriosi che attaccano l'actinidia: Pseudomonas viridiflava o maculatura batterica (PV), Pseudomonas syringae pv. syringae o necrosi fiorale battarica (PSS) e Pseudomonas syringae pv. actinidiae, il tristemente noto cancro batterico (PSA).
I primi due accentuano i danni da freddo (che in caso di attacco sono deleteri già da -2° C a -5° C) e si insediano in particolare dopo grandinate generando danni diretti e favorendo poi la penetrazione dell'agente del famigerato cancro batterico.
Il cancro batterico dell'actinidia, invece attacca tutti gli organi dell'actinidia, con collassamento delle parti vegetative, produzione di essudato rossastro (con varianti che vanno dal giallo, all'ambra, al rosato, al rosso intenso), avvizzimenti e, nei casi più gravi, alla morte dell'intera pianta.
La trasmissione avviene, molte volte, nella fase di potatura utilizzando formici non sterilizzate per la potatura di piante vicine.
Pratiche agronomiche corrette per la prevenzione risultano essere: pulizia impianto, taglio a 50 cm al disotto della parte infette, bruciatura delle parti infette, disinfezione dei tagli di potatura, impiego di materiale vivaistico certificato, evitare eccesso di azoto, evitare i reimpianti, potare le piante malate dopo quelle sane ed intervenire con la difesa dopo le grandinate, gelate tardive o violenti temporali.
Secondo gli studi di Balestra, i sali di rame non creano particolari danni da fitotossicità sia su A. deliziosa, sia su A. chinensis tanto che per avere i primi danni si dovrebbe usare al doppio della dose di etichetta, mentre danni importanti si avrebbero con uso al triplo della dose.
Strategie di prevenzione: concimazione fogliare o per fertirrigazione con nitrato di rame (eventualmente integrato con fertilizzanti ed induttori di resistenza).

Cristos Xiloyannis - Università Basilicata

'Gestione sostenibile delle tecniche colturali'
La relazione prende innanzi tutto in considerazione la concimazione, con il calcolo degli asporti medi di azoto di un frutteto di un ettaro di actinidia (740 piante per ettaro ottenendo una produzione cumulata di 7 tonnellate): il calcolo evidenzia asporti medi di 4 kg nel primo anno, 21 kg nel secondo anno, 42 kg nel terzo anno.
A fronte di questi asporti reali spesso vengono proposti piani di concimazione che prevedono: 136 kg nel primo anno, 165 kg nel secondo anno e 172 kg nel terzo. Una follia, specialmente se si considera che molte volte già nell'acqua di irrigazione (che arriva a 10.000 mc all'ettaro all'anno) ci sono già tutti gli elementi che servono alla pianta senza bisogno di altri apporti con concimazione.
Secondo Xiloyannis l'eventuale integrazione andrebbe somministrata solo tramite fertirrigazione con una pianificazione a "scarse dosi costanti".
Il calcio viene raccolto nel frutto solo nei primi 40 giorni dopo l'allegazione e poi non migra più (...) perché somministrarlo dopo? Xiloyannis consiglia di sospendere qualsiasi concimazione fogliare diretta sul frutto dopo 40 giorni dopo allegazione in quanto dopo tale periodo il frutto non svolge più alcun assorbimento diretto.
La forma di allevamento incide sulla difesa e sulla concimazione: deve favorire la circolazione di aria, il passaggio della luce e del sole ed aumentare l'attività microbica del terreno. Il tendone non è il sistema di allevamento più adatto alla qualità e alla salute delle piante...
Per quanto riguarda le tecniche di gestione del suolo, Xiloyannis sconsiglia vivamente la lavorazione il suolo, specialmente vicino al trocno (l'actinidia ha radici molto compatte e cocente in poco suolo), in primavera e nei primi 40 giorni dopo l'allegazione in quanto le radici più efficienti sono quelle giovani e superficiali, che esplorano la zona più calda del terreno. Inoltre l'inerbimento aumenta l'assorbimento del ferro, elemento molto importante per l'actinidia.
L'irrigazione più efficiente è quella a microgetti in modo di bagnare il 50% della superficie in quanto le radici sono concentrate e non esplorano tutto il suolo.

Valentino Bovo - Società agricola Bovo di Verona

'Nuove varietà e tecniche di impollinazione'
Il vivaista ha dapprima presentato le nuove varietà Bo.Erica e Earligreen (caratterizzate da elevata pezzatura e interessanti caratteristiche mercantili) per poi passare ad illustrare le tecniche fondamentali per ottenere una buona impollinazione: corretta potatura invernale, numero adeguato di tralci, potatura verde per favorire il passaggio di sole e aria.
Molto utile risulta passare con atomizzatori a ventole con velocità sostenuta del mezzo e bassa velocità dell'aria nell'epoca delle deiscenza delle antere, rispettando l'umidità dell'aria per evitare l'essiccazione (e la morte) dei pistilli.
Sono inoltre state presentati i risultati ottenuti con l'impollinazione con polline importato da America, in ragione di 200-500 grammi di polline per ettaro da somministrare con un'apposita atterezzatura presentata nella relazione.

Sabrina Blasco - Dirigente Servizio Fitosanitario Regione Calabria

'Cancro batterico dell'actinidia: misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione. Compiti e proposte sei Servizi Fitosanitari'
Nella relazione sono state presentate le attività svolte dai servizi fitosanitari, Informare vuol dire prevenire. La verifica della prevenzione avviene attraverso il controllo.
Per l'occasione è stato presentato un decreto ministeriale in fase di approvazione che prevede che "chiunque sospetti o accerti la comparsa dell’organismo nocivo (Cancro batterico) è obbligato a darne immediata comunicazione al Servizio Fitosanitario Regionale".
Inoltre lo stesso decreto stabilisce le misure fitosanitarie ufficiali da attuare nelle aree delimitate, nelle aree contaminate, nelle zone di contenimento.
Particolarmente interessanti le norme previste dal Piano di azione per la prevenzione e il controllo del cancro batterico dell'actinidia e quanto previsto per la difesa nei nuovi disciplinari di produzione integrata 2011 appena approvati dalla regione.

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Actinidia in Calabria 1 - Cancro Batterico dell'Actinidia in Italia e nel Mondo: attuali conoscenze e strategie in atto

 

 


Actinidia in Calabria 2 - Gestione sostenibile delle tecniche colturali

 

 


Actinidia in Calabria 3 - Aggiornamento varietà BO.ERICA® - EARLIGREEN®

 

 


Actinidia in Calabria 5 - Cancro Batterico dell'Actinidia: Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione. Compiti e proposte dei Servizi Fitosanitari

 

A cura di Ivano Valmori