Il comparto vivaistico nazionale esprime eccellenze di primo piano, sia per know how sviluppato e offerto al frutticoltura, sia per i volumi dei materiali di propagazione prodotti ogni anno: per lavorare insieme a tutti gli attori della filiera frutticola, in occasione di Interpoma 2010 il Civi - Italia ha organizzato un incontro tra vivaisti, frutticoltori e le massime autorità ed istituzioni nazionali e comunitarie per fare il punto sullo stato dell'arte delle norme europee e nazionali e per ricercare posizioni comuni e condivise, capaci di rafforzare il ruolo della filiera frutticola nazionale in Europa.

La tavola rotonda, tenutasi il 5 novembre 2010 a Bolzano, ha avuto come titolo 'Le nuove norme comunitarie per la propagazione e la commercializzazione delle piante da frutto: prospettive di qualificazione del vivaismo  nazionale e rischi per la qualità delle produzioni frutticole italiane'.

Quello delle produzioni certificate italiane è un settore importante, anche per i numeri che lo riguardano: 7.000.000 piante di fruttiferi, 200.000 piantoni di olivo, 51.000 piantoni di agrumi, 22 milioni di portinnesti, 15 milioni di gemme e 150 milioni di piantine di fragole. Tali dati sono completati dalle produzioni Cac stimate in 15 milioni di fruttiferi, 4,5 milioni di olivo, 1,5 milioni di agrumi.

"Le cifre economiche - ha detto Luigi Catalano, coordinatore del Civi - Italia e direttore del Covip - è da manovra finanziaria. Nel 2008 il giro di affari legato ad albicocco, pesco e susino è stato di 3 miliardi e 3 milioni di euro".

Anche in presenza di una congiuntura sfavorevole come quella attuale, il settore vivaistico professionale ha dato ampia dimostrazione della sostenibilità tecnica ed economica del sistema, riuscendo, anche con grandi sacrifici, a mantenere inalterato il prezzo di vendita del materiale di propagazione, pari a quello del materiale standard (Cac). L'unica differenza è costituita dal valore delle royalties che gravano sulle varietà protette.

Nel suo intervento Catalano si è concentrato soprattutto sulle nuove norme comunitarie in materia di produzione e commercializzazione del materiale di propagazione vegetale (la direttiva 2008/90/CE, recepita in Italia con il Decreto legislativo 25 giugno 2010 n.14, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 180 del 4/8/2010).

Le misure applicative di questa direttiva, attualmente in discussione presso la Commissione agricoltura europea, sono da una parte volte a una migliore qualificazione del materiale vivaistico di qualità, ma dall'altra parte sembrano "non tenere conto del mondo della produzione frutticola professionale, aspetto questo di primaria importanza nel nostro Paese", secondo le parole di Catalano.

Tra gli aspetti positivi della direttiva Catalano ha sottolineato la chiara definizione e separazione tra le due categorie previste, 'Cac' e 'Certificato', la richiesta che la categoria 'Certificato' debba contemplare anche gli organismi nocivi da quarantena e la maggiore cooperazione e integraziona tra le competenze dei due Uffici afferenti alla stessa Direzione generale Sanco: Plant Health (per gli organismi nocivi da quarantena) e Seeds and propagating matarial (per quelli pregiudizievoli la qualità).

I punti critici riguardano invece differenti aspetti tecnici che hanno una fondamentale ricaduta sulle garanzie di qualità del materiale di propagazione vegetale. Catalano ne ha elencati alcuni nel suo intervento:

• la proposta di prevedere l'allevamento del materiale pre-base nella fase di conservazione per la premoltiplicazione in pieno campo deve essere scongiurata, ammettendo per questa fase solo ed esclusivamente strutture idonee, con il mantenimento e l'allevamento dei capostipiti in serre a rete a prova d'insetto (screen house)

• il concetto di tolleranza per gli organismi nocivi da quarantena che contrasta con quanto previsto dalla direttiva 2000/29

• la tutela dell'utilizzatore finale deve essere soprattutto rivolta al frutticoltore professionale che si rivolge al vivaista professionista, separandolo dall'hobbista che acquista l'alberello per il proprio giardino da un garden o da un centro commerciale

• il cartellino-certificato deve essere un vero e proprio documento di tracciabilità completo di fornire tutte le informazioni su prodotto, categoria del materiale, soggetto produttore e autorità di controllo

• la certificazione, in quanto volontaria, può essere attuata da tutti i fornitori, purché si rispettino i requisiti tecnici a garanzia della corrispondenza varietale e della sanità del materiale di propagazione garantiti da ogni Stato membro

"Il vivaismo professionale italiano raggruppato e rappresentato da Civi - Italia è pienamente favorevole all'adozione di regole che mirino al raggiungimento di elevati livelli qualitativi per le produzioni vivaistiche nazionali, e siano strumento di garanzia fitosanitaria del frutteto Italia" ha dichiarato Catalano nel suo intervento. "Tale convinzione deriva dalla consapevolezza che la qualità del materiale di propagazione è alla base del successo delle produzioni frutticole in campo e influenza rese e costi di gestione". 

Catalano ha anche sottolineato l'importanza dell'ambiente e la necessità chiave di "contrastare l'avanzare di pericolose epidemie causate da organismi nocivi da quarantena che hanno causato in vaste aree l'impossibilità di perpetrare coltivazioni di pregio, da sempre fiore all'occhiello del sistema frutticolo nazionale".

Il Civi si rivolge a Mipaaf e Copa-Cogeca per richiedere e sostenere la necessità di elevati standard qualitativi dei materiali di moltiplicazione sia per la tutela sanitaria delle coltivazioni, sia per difendere il reddito degli agricoltori, e di rappresentare gli interessi della filiera frutticola nella sua totalità, dal vivaio al frutteto. I due organismi dovrebbero inoltre vigilare sull'applicazione delle norme comunitarie e assicurare che i controlli su processo e prodotto vengano attuati con pari modalità in tutti gli Stati membri.

Mipaaf e Copa-Cogeca devono poi valutare che la destinazione mercantile del prodotto finito (la frutta) nei diversi Stati membri implica scelte precise e differenti nel caso di prodotto destinato al consumo fresco e prodotto per la trasformazione, e agire di conseguenza.

Il Civi chiede inoltre agevolazioni al confronto tra i diversi attori della filiera frutticola al fine di valutare, approfondire e concordare misure che nel rispetto dei principi normativi siano sostenibili e garanti della qualità delle produzioni vivaistiche e frutticole.