Il periodo settembre-ottobre rappresenta, per l'Actinidia, il momento della raccolta, anche se quest'anno viene stimata una diminuzione di prodotto che si aggira mediamente sul 20-25%. Le cause sono da imputare principalmente alle difficili condizioni climatiche del Nord Italia (freddo, grandine, neve, basse temberature, gelate, vento) e alla Batteriosi che si sta diffondendo nel Centro Italia.

Abbiamo chiesto a Giampaolo Dal Pane di Summer Fruit Srl di chiarire e approfondire alcuni aspetti sul kiwi.

Come sarà la raccolta 2010 del kiwi sul territorio italiano?
"Per l'annata 2010 era programmato un aumento delle produzioni, sia per Actinidia chinensis che per Actinidia deliciosa, dal momento che sarebbero dovuti entrare in produzione o in piena produzione numerosi impianti. Purtroppo la batteriosi del Centro Italia, unita alle difficili condizioni ambientali al Nord, hanno creato diversi problemi che porteranno ad una notevole riduzione del prodotto raccolto, a fronte di un mercato che si prospetta buono".

Batteriosi dell'actinidia: qual è la situazione e quali gli sviluppi?
"Attualmente, nella Regione Lazio, il 60-70% degli impianti risultano colpiti da Pseudomonas syringae pv. actinidiae con conseguenti ingenti danni alla produzione ed al reddito delle aziende agricole. Le piante maggiormente colpite risultato essere quelle di Actinidia chinensis (kiwi giallo) a causa di una maggiore suscettibilità varietale e di caratteristiche pomologiche (lenticelle più grandi, maggior numero di gemme, maggiore vegetabilità) che ne elevano il rischio di attacco.
Gli sforzi per cercare di combattere la patologia e per dare nuovo slancio ad un comparto così importante e di grande valore per l'economia italiana sono comunque ingenti. Al momento, la migliore prassi agronomica è quella di mantenere un livello di carica batterica nell'impianto molto bassa attraverso l'utilizzo di prodotti disifettanti (ad esempio l'acido paracetico), di abbattere le piante o capitozzarle quando risultano colpite dalla batteriosi ed eseguire un'adeguate potatura per favorire l'arieggiamento dell'intero impianto.

Inoltre, la ricerca sta studiando altre possibilità di lotta attraverso l'utilizzo di agrofarmaci registrati contro la malattia, di induttori di resistenza e varietà che risultino direttamente resistenti. In tutto questo bisogna però ricordare come l'utilizzo di materiale sano deve essere una prerogativa fondamentale per una corretta gestione e coltivazione. Nella speranza che anche l'andamento climatico sia favorevole. In sintesi, dobbiamo puntare alla prevenzione prima di distruggere interi impianti".

L'innovazione varietale può rappresentare per il kiwi un'opportunità di rilancio?
"Come in tutti i settori, l'innovazione rappresenta un'opportunità importante che deve essere sfruttata. E' evidente che, in un panorama così povero di varietà, come nella specie dell'Actinidia, l'inserimento di nuove cultivar può dare una nuova spinta competitiva, ma in questa fase così delicata e critica credo che si debba essere prudenti.

In futuro potrà essere interessante trovare nuove varietà di kiwi giallo con migliori caratteristiche agronomiche rispetto ad oggi e resistenza ad alcune importanti malattie, e sarebbe anche opportuno introdurre varietà di kiwi rosso: questa potrebbe essere una rivoluzione di mercato".

Che anno sarà per il marchio Summerkiwi?
"Il Summerkiwi® presenta caratteristiche organolettiche uniche nel suo genere e particolarmente apprezzate dal mercato che ricerca kiwi dolci, teneri, di lunga conservabilità, colore attraente e d'elevate qualità organolettiche. Attualmente abbiamo circa 1.000 ettari impianti nel monodo distribuiti al 50% nell'emisfero Nord (impianti più vecchi) e al 50% nell'emisfero Sud (impianti più giovani). I paesi in cui produciamo sono Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia per il Nord e Cile, Argentina, Nuova Zelanda e Sud Africa, coprendo in questo modo tutti i principali areali di produzione tipici per l'actinidia.
Da un punto di vista commerciale abbiamo sottoscritto accordi con importanti marchi e catene di distribuzione per inviare Summerkiwi® su tutti i mercati del mondo, anche su quelli che fino ad oggi sono risultati più ostici alla diffusione. In quest'ottica rientra l'espansione del nostro kiwi sul mercato del Sud-Est asiatico, che predilige proprio frutti molto dolci e teneri, caratteristiche che di certo non mancano al nostro kiwi".

Summerkiwi è in qualche modo entrato nella controversia Turners & Growers e Zespri per l'esportazione del kiwi. Qual è la vostra posizione?
"Summerkiwi® ha stipulato un accordo con Turner&Growers Ltd per poter creare impianti di Summerkiwi® in Nuova Zelanda e in Sud Africa. Esiste, però, in Nuova Zelanda una legge che obbliga i produttori di kiwi che coltivano sul territorio neozelandase a commercializzare il prodotto esclusivamente a marchio Zespri, per esportarlo oltre i confini neozelandasi.
Crediamo che questo possa creare condizioni di monopolio. Non abbiamo nulla contro Zespri, questo sia chiaro, ma avere
un'esclusiva su una varietà (Hort16A) non significa avere l'esclusiva sull'intera specie (sia varietà libere che sottoposte a vincoli, ovvero Hort16A; ndr).
Quello che T&G chiede è di potersi giocare le proprie carte in un mercato di libera concorrenza, in modo tale che ognuno possa sfruttare il proprio valore e le proprie qualità, senza che lo Stato ponga vincoli così restrittivi. Se gruppi diversi acquisiscono nuove varietà, perché dev'esserne impedita la commercializzazione?
In Europa queste limitazioni non esistono".

Intanto, la prima audizione ha dato ragione a Zespri, bisognerà però aspettare la prossima udienza presso l'alta corte di Auckland (Nuova Zelanda), che si terrà il primo novembre 2010, per conoscere gli sviluppi della vicenda.