Le avverse condizioni climatiche che si sono manifestate quest'inverno e questa primavera stanno causando gravi problemi alle aziende agricole che coltivano kiwi. Basse temperature e forti precipitazioni sono infatti la vera causa di una scarsa fioritura o dell'induzione a produrre legno delle piante. In questo modo la produzione di kiwi, a seguito di previsioni, potrebbe essere inferiore del 30% rispetto alla media.

Analizzando i vari territori soggetti alla coltivazione dell'actinidia, le aree principalmente colpite sono individuabili in Emilia-Romagna, Piemonte e Triveneto; le zone di Verona e Latina sono colpite solo parzialmente da questi eventi.

Per l'Emilia-Romagna semaforo rosso
Il faentino è il vero protagonista della produzione di kiwi in Emilia-Romagna (secondo solo a Latina nel Lazio). In questo areale frutticolo è in corso un'attività di valutazione che, secondo i primi accertamenti, ha individuato un danno che va da un minimo del 10% (zone più pianeggianti) ad un massimo del 50% (zone più collinari).

"L'actinidia - spiega Maurizio Dalpane dei Vivai Dalpane - è una cultivar che teme il freddo, soprattutto alla ripresa vegetativa, ed i ristagni idrici. Gli ultimi mesi del 2009 ed i primi mesi del 2010 sono stati caratterizzati da basse temperature e da abbondanti precipitazioni piovose e nevose che hanno sottoposto a forte stress le piante e la loro potenziale capacità produttiva. I danni stimati si aggirano intorno al 30% della potenziale produzione. In questo modo avremo un minor raccolto e conseguentemente un minor prodotto sul mercato, con un conseguente danno economico per le aziende agricole. Di contro i prezzi di liquidazione a quegli agricoltori che non avranno subito danni potrebbero risultare più alti a seguito di una minore offerta".

"Il comprensorio faentino - continua Dalpane - rappresenta attualmente il secondo polo produttivo a kiwi in Italia e la sua redditività ha un forte impatto sulle aziende agricole locali e sull'economia delle città. La zone principalmente colpita è individuabile nella parte a nord della via Emilia, dove le problematiche sono state maggiormente pressanti: basse temperature in inverno, neve, piogge abbondanti, gelate primaverili, che hanno portato a piante con meno germoglio, minor numero di fiori e piante che tendono a produrre principalmente rami".

La batteriosi: quando piove sul bagnato
Oltre ai danni atmosferici sta apparendo anche un'altra problematica: la batteriosi. Essa sta limitando principalmente la produzione nella zona di Latina. "Non solo su kiwi giallo - commenta Albert Kholtof di Zespri Group Ltd - come qualche mese fa ma anche su kiwi verde con un danno stimabile intorno al 35% del potenziale produttivo. Attualmente non si hanno informazioni sufficientemente approfondite per poterci difendere e quindi esiste solamente un'accurata prevenzione come vera lotta alla malattia. Noi consigliamo l'utilizzo di prodotti a base di rame allo scopo di abbassare la carica microbica e la potenziale infezione, un'accurata cura delle ferite o tagli (porte aperte all'infezione), eliminazione e distruzione di parti o piante infette".

Anche l'emisfero sud non sta meglio
Dai primi dati delle raccolte, nell'emisfero sud sembra che le cose non stiano andando molto meglio. Attualmente vi è una minore produzione rispetto all'anno scorso pari al 5-10% a causa di un clima non particolarmente agevole, oltre che di gravi calamità naturali. In Nuova Zelanda infatti si sono verificate abbondanti precipitazione durante l'ultima stagione, mentre in Cile il tremendo terremoto poco prima della raccolta ha causato danni alle piante oltre che la caduta di parte del prodotto a terra.