Prosegue l’impegno dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige per ridurre l’impatto chimico in campagna e mantenere, al contempo, una frutticoltura intensiva e remunerativa sul piano economico.

Piante più basse, filari stretti, tecniche di irrorazione che riducano la deriva, cioè la dispersione dell’agrofarmaco nell’ambiente, prodotti chimici poco impattanti e attrezzature efficienti: tutto questo dovrebbe portare sempre più ad un modello di “frutteto sostenibile”. Questi argomenti sono stati al centro dell’incontro Porte aperte a Maso Maiano.
Nell’azienda agricola dell’Istituto agrario, alla presenza di circa 250 agricoltori, i tecnici sperimentatori del Centro trasferimento tecnologico, hanno illustrato i principali risultati delle prove condotte sull’architettura degli impianti, la regolazione della carica dei frutti, la difesa dalle principali malattie e la distribuzione degli antiparassitari. Per quanto riguarda quest’ultima tematica, grande interesse ha riscontrato la dimostrazione diretta in campo di prove di distribuzione di agrofarmaci mediante un convogliatore a torretta e diverse tipologie di ugelli.
Architettura impianti
L’allevamento biasse risulta interessante anche nella realtà di collina per semplificare le operazioni colturali e predisporre la pianta al diradamento e al diserbo meccanico. Prosegue la sperimentazione del “muro fruttifero” con la potatura estiva “Lorette” che contribuisce a formare una parete fruttifera stretta.
Modalità di distribuzione
L’adeguamento della distribuzione alle nuove architetture d’impianto a parete stretta può contribuire a ridurre la quantità di prodotto distribuito e la deriva. L'impiego di ugelli antideriva utilizzati su macchine con convogliatore a torretta risulta conveniente dal punto di vista dell'efficacia e nel contenere le dispersioni di miscela.
Difesa Ticchiolatura
Dopo alcuni anni di relativa tranquillità, il forte inoculo della scorsa stagione ha originato forti infezioni primarie. Prime esperienze di applicazione di strategie “a basso impatto”. Evoluzione storica degli scopazzi e monitoraggio dei vettori a Maso Maiano.
Regolazione della carica
Il diradamento chimico con i prodotti attualmente disponibili, quindi nella prima annata senza carbaryl, ha dato risultati abbastanza buoni in val di Non. Molto interessante l’azione del diradamento meccanico dei fiori sia da solo che in combinazione con diversi p.a. Si cerca una possibile strategia d’uso del metamitron che riduca i rischi di sovradiradamento.
 
Nei giorni precedenti si era tenuta la tradizionale giornata di Porte Aperte a Maso Part, dove i tecnici sperimentatori dell’Istituto hanno presentato i principali risultati dell’attività.
Più di trecento agricoltori hanno partecipato all’incontro tecnico. Riflettori puntati sulle nuove varietà di melo, sulla difesa dalle principali malattie, come la ticchiolatura, sulla regolazione della carica dei frutti e sulle nuove forme di allevamento che puntano a filari più stretti per facilitare le operazioni colturali, migliorare l’esposizione della frutta e rendere più efficiente la distribuzione dei prodotti fitosanitari. L’evento è stato organizzato dal Centro trasferimento tecnologico.

Le varietà di melo catalogate e descritte ammontano ad oltre diecimila, ma pochissime sono quelle coltivate e commercializzate su scala internazionale. A San Michele in dieci anni di attività di miglioramento genetico sono stati creati 140 mila semi per la ricerca di nuove varietà, sessantamila dei quali sono stati messi a dimora per produrre frutti differenti per colore, consistenza, sapore e contenuti nutrizionali.
“Gli incroci considerano le aspettative del consumatore – ha spiegato il ricercatore Pierluigi Magnago - frutti di polpa croccante e succosa, molto conservabili, ricchi di polifenoli e sostanze ad azione nutraceautica, provenienti da piante che richiedano pochi interventi di difesa chimica; ma anche le esigenze che vengono dal mondo produttivo e commerciale quindi, nel primo caso, varietà produttive, facili da gestire, che richiedono pochi interventi agronomici in campagna, e nel secondo caso, varietà distinguibili da quelle attuali”.
 
Si è parlato anche di regolazione della carica dei frutti. Questo è il primo anno senza l’utilizzo del principio chimico Carbaryl: le strategie alternative proposte dalla sperimentazione sono valide per il territorio e si punta ora sul diradamento meccanico. “Le prove fatte a Maso delle Part, in condizioni di elevata impollinazione – ha spiegato Alberto Dorigoni - dimostrano che bisogna tenere alta l’attenzione su questa tematica, perché non è facile diradare sufficientemente tutte le cultivar”. Sulle nuove forme di allevamento buoni risultati arrivano dal sistema multiasse che semplifica le operazioni colturali e migliora la produttività. Per quanto riguarda la situazione fitosanitaria si è rivelata l’importanza di mantenere alta la guardia per la ticchiolatura e proseguono i consueti monitoraggi finalizzati alla rilevazione dei potenziali vettori dei fitoplasmi agenti causali degli scopazzi del melo, che risultano in vistoso calo".

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