Si è tenuta a Marsala, nel complesso monumentale S. Pietro, la 7° edizione del Convegno nazionale sulla fragola. L'iniziativa è stata organizzata dall'assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana, in collaborazione con l'Università di Palermo e l'Università di Catania, il Comune di Marsala e il Cra-Unità di ricerca per la frutticoltura di Forlì, con il patrocinio della Società orticola italiana, sezione Frutticoltura.
 
La Sicilia è regione di valore in campo fragolicolo, soprattutto per le aree di Marsala (150 Ha), Siracusa (60 Ha), Maletto (30 Ha), Nebrodi (30 Ha) e di Sciacca (circa 20 Ha). La coltura è effettuata in ambiente protetto (prevalentemente tunnel) ed è caratterizzata da una notevole precocità rispetto alle altre regioni italiane.
"Ringrazio l'assessore all'Agricoltura della regione Sicilia, Giovanni La Via, per avere indicato Marsala quale sede di questo appuntamento internazionale - ha sottolineato il sindaco di Marsala Renzo Carini nel suo saluto d’apertura -, il ruolo di questo territorio nel settore fragola è oggettivamene riconosciuto e, pertanto, ritengo che la Sicilia mostri oggi un biglietto da visita di tutto rispetto ai numerosissimi partecipanti convenuti a Marsala. Voglio inoltre comunicare che la fragola e la fragolina di bosco di Marsala hanno ottenuto il riconoscimento De.Co. (Denominazione comunale di origine), un marchio comunale che ha l’obiettivo di tutelare la qualità e l’esportazione dei prodotti con disciplinari di produzione depositati. Ben vengano iniziative come questa ma occorre puntare di più sulla sinergia dei comparti per superare la crisi e aiutare le imprese nella produzione e commercializzazione".
 
Diverse sono state le attività che hanno preceduto questo importante appuntamento per gli addetti ai lavori. I tecnici delle Soat dei Servizi allo sviluppo dell'assessorato regionale Agricoltura e foreste nelle zone di Mazara del Vallo - Marsala (Tp), Bronte (Ct), Brolo (Me) e Sciacca, con il coordinamento scientifico dell'Università di Palermo, Dipartimento di Agronomia, hanno realizzato i campi per lo sviluppo e la promozione del vivaismo fragolicolo con produzione di piante fresche e cime radicate, campi collaudo di liste varietali e prove di confronto per geodisinfestanti chimici e solarizzazione allo scopo di ridurre l'impatto ambientale ed ottenere un prodotto con assenza di residui chimici, sfruttando l'energia del sole. 
 
Prove e dimostrazioni in campo
Nella giornata del 20 febbraio scorso a Marsala, ricercatori, tecnici e operatori agricoli hanno potuto visitare le prove dimostrative di fragola realizzate dai tecnici del comparto orticolo dell'assessorato Agricoltura e foreste della Regione Siciliana U.O.T. 77 di Mazara del Vallo e U.O.T. 76 di Marsala (costituito dai funzionari Giuseppe Angileri, Germana Signorino, Francesco Amato e Vito Mezzapelle) con il coordinamento di Maria Luisa Palermo, referente regionale della rete di cooperazione orticola.
L'attività al secondo anno di prova è stata illustrata dalla dott.ssa Maria Luisa Palermo che ha comunicato i risultati produttivi del campo di liste varietali di fragola, in atto presso l'azienda di Giacomo Morsello in c/da Bianca agro di Mazara e del campo di confronto fra diversi geodisinfestanti: cloropicrina, metam sodio, terreno solarizzato, piante biocide e testimone, in atto presso l'azienda di Gaspare Sucamele in c/da Madonna di Caviglia agro di Marsala. I dati produttivi di questa prova evidenziano la validità tecnica della solarizzazione, competitiva con i trattamenti chimici, se non migliore, consentendo di migliorare la competitività delle aziende agricole attraverso l'utilizzo di tecniche rispettose dell'ambiente ed a costo zero (sfruttamento dell'energia solare per disinfettare il terreno dai patogeni ).
 
La parole agli esperti
"Il Progetto Vivaismo fragolicolo in Sicilia ha grande importanza – spiega il professor Fabio D'anna, referente scientifico del progetto fragola dell'Università di Palermo Daat – grazie alla tradizione di questa coltura e a tipo di clima e territorio che dispone questa regione. Abbiamo verificato la possibilità di produrre piantine di fragola della tipologia pianta fresca (cime radicate e a radice nuda ) in località di montagna ad una altitudine di circa 1000 metri (S. Angelo di Brolo sui Nebrodi, Cammarata sui Monti Sicani, Maletto sull'Etna). L'attività vivaistica in Sicilia permetterebbe di aumentare il reddito nelle zone di produzione montane, piuttosto che continuare ad acquistare le piante prodotte in Polonia, in Spagna e nel Nord Italia. Il perseguimento della ricerca di nuove varietà rispondenti alle condizioni pedoclimatiche della nostra zona con elevati standard quali-quantitativi è un obiettivo prioritario dell'attività di ricerca per migliorare la competitività sui mercati delle produzioni locali".
"La coltura della fragola in Sicilia – sottolinea Walter Faedi del Cra - Unità di ricerca per la frutticoltura di Forlì - riesce ad ottenere rispetto alle altre regioni italiane e ad altri stati europei un notevole anticipo nella maturazione e nella raccolta. L'impianto, effettuato utilizzando piante fresche della tipologia cime radicate, permette infatti di essere in produzione già dal mese di novembre. Altro aspetto importante su cui bisogna lavorare è un progetto che verifichi la nutrizione delle piante di fragola attraverso il monitoraggio delle aziende nelle varie zone del territorio, al fine di definire un disciplinare di produzione che uniformi le caratteristiche qualitative delle fragole prodotte".
 
Conclusioni
Il settore ortofloricolo riveste quindi nell’economia agricola siciliana un ruolo di rilevanza anche se necessita di ulteriori miglioramenti come l’aggregazione in consorzi di produttori per migliorare la competitività delle imprese e l'organizzazione commerciale. L'elevata professionalità degli imprenditori agricoli, le particolari condizioni pedoclimatiche della zona e le innovazioni del processo produttivo consentono di ottenere buone caratteristiche qualitative del prodotto ed un ampio calendario di commercializzazione: due caratteristiche che, adeguatamente valorizzate, possono diventare i punti di forza sui mercati nazionali ed esteri.