L’innovazione varietale è un elemento di grande importanza per il rinnovamento della frutticoltura moderna, sempre alla ricerca di nuove finestre di mercato che diano maggiore redditività e possano risolvere diverse ed importanti problematiche. In molte specie frutticole l’attività di ricerca e sperimentazione ha permesso di introdurre nuove cultivar che presentano caratteristiche organolettiche e colturali interessanti e più consone alle nuove esigenze del consumatore e del mercato.
Nel caso del pero però non sembra esserci stato questo ricambio varietale, lasciando a vecchie varietà come William, Abate Fetel e Conference la fetta maggiore del mercato.
La ricerca pubblica e privata sta comunque lavorando molto per poter creare questo avvicendamento, puntando sia sulle qualità organolettiche sia sulle caratteristiche agronomiche, come gestione della pianta e resistenza ad alcune importanti patologie come il colpo di fuoco batterico (noto nella letteratura in lingua inglese come 'fire blight' e così detto per il caratteristico imbrunimento dei germogli, dei fiori e delle foglie che sembra causato da una fiammata) e la psilla.

Il cambiamento varietale – spiega il professor Silviero Sansavini del Dipartimento di Colture arboree dell'Università di Bologna - è da attribuirsi a diversi fattori riassumibili nella spinta vivaistica e nella ricerca, negli orientamenti pubblici e regionali, nelle necessità agronomiche, nelle tendenze generali degli agricoltori e nelle necessità di mercato. Nel caso del pero questo cambiamento non è ancora avvenuto come invece successo per il melo. Ad oggi le varietà maggiormente coltivate sono rappresentate da cultivar inserite in lista da diversi anni. Complessivamente, dal 1993 al 2007 sono state introdotte 72 varietà di cui 50 valutate (di cui 21 in lista e 29 eliminate) e 22 in valutazione.’

Nel pero non sembrano esserci importanti novità - spiega Sandro Bolognesi dell'Azienda agricola sperimentale M.Marani di Ravenna -, anche se alcune varietà grazie anche ad una gestione commerciale e di marketing specifica e finalizzata stanno ottenendo un certo interesse. Nel periodo precoce interessanti prospettive sembrano esserci per Carmen*, Isolda®, Grafin Gepa ed Hortensia®. Nel periodo più tardivo la vera novità è Angelys®, che sta raccogliendo sempre di più i favori del mercato e l’interesse dei frutticoltori.’

Le nuove varietà devono essere supportate, come avviene da qualche tempo nel melo, da una campagna di commercializzazione molto intensa per poter permettere un'adeguata penetrazione nel mercato e conseguentemente essere più interessanti per vivaisti e frutticoltori. Un esempio interessante è quello della varietà Angelys® che ha conquistato sempre più autorevolezza grazie anche alla creazione di un club.

'La pera Angelys piace molto ai consumatori e alla GDO - spiega Francesco Spreafico della Spreafico Francesco & F.lli Spa - e per questo motivi la nostra azienda ha in programma di aumentare la produzione in modo da poter raggiungere il traguardo delle 2000 tonnellate entro il 2010. La Spreafico Francesco & F.lli Spa è produttrice e distributrice in esclusiva di questo frutto in Italia. Attualmente in Italia sono 5 le aziende legate a Spreafico che coltivano Angélys, per un totale di 7,5 ettari: una superficie destinata a crescere già a partire dall’anno prossimo, quando verranno impiantati 20 ettari di nuove piante, che dovrebbero diventare 60 entro la stagione 2009. Per raggiungere questo traguardo l’azienda sta collaborando attivamente, oltre che con i coltivatori, anche con i rappresentanti di Pépinières du Valois, i più importanti vivaisti francesi che producono le piante di Angélys e fanno parte del Club.'

Angelys è varietà tardiva originata dall'incrocio di una Decana d'inverno x Decana del Comizio e presenta albero di media vigoria, facile gestione e conduzione della pianta. Il suo sviluppo rapido ed equilibrato permette una messa a frutto precoce. I fiori risultano poco sensibili alle gelate primaverili ed il diradamento dei frutti non risulta necessario dal momento che i frutti stessi tendono ad avere naturalmente una buona distribuzione all'interno della chioma. Il frutto presenta una buona pezzatura, una buona tenuta e una buona conservazione al freddo, anche se alla fine del suo processo di conservazione e di maturazione in frigo tende ad avere una leggera flessione ed a "mollare" un pochino. Il periodo di consumo va da settembre ad aprile con la possibilità di poterla raccogliere intorno alla metà-fine settembre. Frutto di un programma di selezione dell'Inra, in Francia (nella Valle del Rhone) Angelys sta cominciando a sostituire la più nota Passa Crassana.

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