Al momento di mettere in commercio una nuova varietà, è oramai necessario creare elementi di tutela per proteggere i diritti del costitutore (o chi per lui) verso la contraffazione. Fino a una decina di anni fa questa necessità era meno sentita, sia a causa di minori costi nell'attività di breeding sia per il minore ricambio varietale. Inoltre il marketing e l'impatto verso il consumatore hanno profondamente modificato le attività di miglioramento genetico e di propagazione del materiale vegetale.

Le modalità di tutela possono essere diverse, ma la prima e più tradizionale (e ancora oggi utilizzata) è rappresentata dal brevetto. A seguito dell'evoluzione geopolitica si è reso necessario creare un livello brevettuale differente rispetto allo standard. Fino a qualche anno fa le varietà prodotte o comunque presenti in Italia venivano brevettate per il solo territorio italiano; ad oggi invece le varietà vengono principalmente brevettate sul territorio dell'Unione europea comprendendo in questo modo anche il territorio italiano. Questo processo ha portato alla creazione di due percorsi di tutela diversi legati a due differenti organi istituzionali: il ministero delle Attività produttive ed il Cpvo (Community plant variety office).

Per cercare di fare un po' di luce su quest'argomento abbiamo chiesto al Cra, Centro ricerche per la frutticoltura di Roma di spiegarci come avviene in Italia ed in Europa la procedura di richiesta per avere un brevetto su una nuova cultivar frutticola.

 

Brevettare in Italia

'Per la brevettazione italiana di una varietà vegetale - spiega Giulio Della Strada - occorre presentare al ministero delle Attività produttive - Ufficio italiano brevetti e marchi (Via Molise 19, 00187 Roma) una domanda con la quale si chiede la concessione del brevetto, ai sensi del decreto legislativo n. 30 del 10.02.2005. La domanda va presentata all’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio (Cciaa) relativa alla città di residenza del richiedente, previo pagamento delle tasse previste per la brevettazione (nel 2007 era di € 236,00) e dei diritti di segreteria. Occorre, pertanto, recarsi presso l’Ufficio Brevetti della Cciaa per conoscere l’esatto ammontare di tali costi e ritirare i bollettini di pagamento prestampati o, nel caso non ci fossero, i numeri di conto corrente postale.'

Nella domanda il richiedente deve indicare:

  • le proprie generalità e l'indirizzo; in caso di persona giuridica, la ragione sociale (con la segnalazione del rappresentante);
  • il titolo del brevetto di cui si vuole la concessione;
  • la denominazione proposta per la nuova varietà vegetale;
  • il costitutore;
  • data e firma.

Alla domanda - in duplice copia - vanno allegati:

  1. Una descrizione - in triplice copia - delle caratteristiche della varietà vegetale in cui va indicato: a) la denominazione proposta della nuova varietà e le generalità del richiedente, b) la specie, l’origine genetica, l’utilizzazione della pianta, la descrizione botanica, c) alla fine della descrizione vanno indicati in sintesi, con il titolo RIVENDICAZIONI, i punti più salienti della nuova varietà; d) data e firma del richiedente.
  2. Tavole fotografiche (almeno 2) - in triplice copia - possibilmente in formato A4, che evidenziano le caratteristiche più salienti (esempio per una varietà arborea da frutto: foto monografica dei frutti, frutti in pianta, particolare del fiore, particolare della foglia);
  3. Dichiarazione dei o del costitutore - in duplice copia, di cui una in bollo (nel 2007 era di € 14,62) in cui va indicato: a) generalità, codice fiscale, cittadinanza e residenza, b) a chi appartiene la varietà per la quale è stata chiesta la protezione, c) che la varietà per la quale è stata chiesta protezione è una nuova varietà vegetale ai sensi dell’Art.103 del D. Lgs. 10.02.2005 n. 30, d) che la varietà e il suo materiale di propagazione e riproduzione non è stato oggetto di atti commerciali in Italia da oltre un anno, né in qualsiasi altro Stato, e) che il richiedente fornirà, a richiesta del ministero delle Politiche agricole alimentare e forestali, il materiale di moltiplicazione vegetativa della varietà per consentirne l’esame tecnico nel caso che un esame tecnico sia già stato effettuato, f) che un esame tecnico sulla  varietà è gia effettuato da (indicare Istituzione), e sarà allegato alla domanda; g) data e firma del o dei costitutori;
  4. Attestato di pagamento delle tasse;
  5. Attestato di pagamento dei diritti di segreteria a favore della Ccia;
  6. Marca da bollo per la copia del verbale di deposito della  domanda;
  7. Nel caso sia gia stato effettuato un esame tecnico, le caratteristiche rilevate (scheda Upov o altro).

La domanda, la descrizione delle caratteristiche della varietà e la dichiarazione del costitutore vanno compilate in nero su carta bianca formato 21 x 30, una sola facciata per foglio, con spaziatura e marginatura tipo carta bollata; per la descrizione delle caratteristiche della varietà i fogli, con non più di 25 righe di scrittura, devono essere numerati.

Per una maggiore comprensione e al fine di facilitare chi è interessato a richiedere una privativa per nuova varietà vegetale, si vedano i documenti allegati all'articolo (riportati on line in alto a destra).

 

Per brevettare in Europa

Per poter conseguire un brevetto europeo è invece necessario contattare il Cpvo. Attraverso il sito internet è possibile trovare tutte le informazioni necessarie per poter eseguire la procedura di brevetto (all'interno della sezione 'Informazioni per i richiedenti'). Nella sezione sottostante, intitolata 'Documenti' è invece disponibile la documentazione necessaria, la quale potrà essere inviata tramite e-mail oppure per via postale all'indirizzo B.P. 10121 FR-49101 Angers Cedex 02 France.

 

Per ulteriori informazioni sui brevetti italiani ed europei è possibile visitare online il sito Plantgest - Sezione Brevettario ed il sito del Cpvo. Al loro interno sono disponibili i dati relativi a i vincoli di tutela relative a ogni varietà delle principali specie frutticole. I dati presenti in Plantgest  - Sezione Brevettario sono gestiti a cura del Cra, Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma che collabora costantemente con il Mipaaf, con l'Ufficio italiano brevetti e marchi e con il Cpvo.

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