Dal 16 al 20 giugno 2008 si è tenuto a Matera presso l'auditorium Raffaele Gervasio e negli Ipogei di piazza San Francesco d'Assisi il XVI convegno internazionale sull'albicocco intitolato ‘Apricot2008’. L’evento è stato organizzato dall'Ishs Società Internazionale di Ortoflorifrutticoltura, in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente.

Molti i temi trattati durante questo convegno alla ricerca d’approfondire importanti tematiche sulla cultivar dell’albicocco e non solo.  Esso ha rappresentato un momento per pter far il punto della situazione su problematiche in campo agronomico colturale, fitopatologico, economico, di mercato, alimentare, nutrizionale e varietale.


L’importanza della frutta nell’alimentazione e salute
Durante il convegno è intervenuto sul tema della nutracetica e dell'alimentazione il Prof. Lorenzo Donini - Istituto di Scienza dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma. ‘Aumentare il consumo di frutta - ha dichiarato Donini – permette d’attuare un’efficace attività di prevenzione su numerose malattie migliorando il generale stato di benessere degli individui. La frutta fresca di stagione, appena colta e ben matura, rappresenta la fonte di numerosi elementi e di tanti preziosi nutrienti a valore energetico.’

Secondo l'organizzazione mondiale della sanità consiglia un apporto quotidiano di almeno 500 grammi di frutta e ortaggi. Un’assunzione elevata di frutta viene raccomandata durante la crescita, la vecchiaia, la gravidanza e l’allattamento o in situazioni di tipo patologico. Come per ogni cibo, occorre evitare i consumi esagerati e seguire invece i consigli delle linee guida, in modo tale da non superare l’apporto calorico giornaliero complessivo.

’Anche se il prodotto è trasformato - ha continuato Donini -  comunque costituisce una valida alternativa, che risponde alle esigenze dell’attuale stile di vita. Ma una conservazione non corretta dell’alimento fresco determina una notevole perdita di nutrienti. Attualmente lo sviluppo di tecnologie di trasformazione particolarmente delicate e l’impiego di corrette modalità di conservazione consentono di ottenere prodotti anche qualitativamente inalterati’.

 

Previsioni climatiche e vocazionalità delle piante
Il quadro climatico è fortemente mutato e le previsioni confermano che le ridotte precipitazioni si concentreranno in pochissimi giorni dell’anno. Inoltre la tendenza è rivolta verso l'aumento delle temperature, soprattutto autunnali e primaverili. Questi aspetti continueranno a verificarsi fino ad una stabilizzazione, nel primo decennio del nuovo secolo, solo se le misure adottate, sulla base della Convenzione internazionale sul clima, cominceranno ad avere successo. Intanto è necessaria un’attenta valutazione degli effetti sulle attività economiche, prima di tutto sull’agricoltura e sulle foreste. Nell’ambiente mediterraneo, per esempio, le stagioni svolgono un ruolo fondamentale; le piante, infatti, si sono adattate, nel tempo, a particolari condizioni, dalle quali dipendono in modo evidente. Le temperature elevate, la ridotta piovosità inducono scompensi  che si ripercuotono negativamente sul normale ciclo di sviluppo di molte piante agrarie. Gli areali tipici delle colture tendono così a spostarsi. Per definire la vocazionalità - la capacità di una pianta di esprimere al massimo il proprio potenziale genetico in un dato ambiente - è necessario considerare complessivamente gli elementi climatici, meteorologici, geomorfologici, pedologici, idrologici, edafici, nutrizionali e colturali che influenzano il suo comportamento, in modo da costituire indici e mappe. La mutata realtà impone di definire le modalità di gestione del suolo più opportune, prendendo in considerazione le sistemazioni e le lavorazioni del terreno, l’eventuale irrigazione, la concimazione, il sistema di allevamento, la densità di piante per ettaro; di individuare portinnesti e cultivar più opportune, adatte alle nuove condizioni, orientando il miglioramento genetico. In ultima analisi, il mondo agricolo, le istituzioni e la ricerca devono puntare a massimizzare qualità e produzione, minimizzando gli input e rendendo efficiente l’utilizzo delle sempre più scarse o minacciate risorse naturali.

 

Albicocco Sungiant

Gestione sostenibile e qualità in agricoltura, il risparmio idrico in Basilicata
Interessante la tavola rotonda coordinata da Cristos Xiloiannis che aveva come temi principali la qualità delle produzioni con particolare riferimento alla Regione Basilicata. In queste aree l'agricoltura segue modelli di sviluppo ecocompatibili, a ridotto impatto ambientale e in grado di ridurre i costi e mantenere la competitività sul mercato. 'E' necessario consolidare questa tendenza - dice Cristos Xiloyannis - per definire modelli ed utilizzare tecniche innovative di gestione sostenibile delle colture e salvaguardia delle risorse. Per portare un esempio, a livello aziendale, in Basilicata si potrebbero risparmiare, negli impianti in piena produzione e molto di più nei frutteti giovani, fino a 1000-3000 m3 ad ettaro all'anno di acqua, se solo fosse seguita una gestione corretta, attraverso una programmazione dei turni e dei volumi distribuiti secondo le esigenze idriche delle colture e delle innovazioni tecnologiche (acqua a domanda e non a turni fissi, in particolare nel periodo giugno-agosto). Dopo circa 40 anni dall'introduzione sul mercato dei metodi irrigui localizzati, che permettono di risparmiare dal 90% (frutteti giovani) al 40% (frutteti in piena produzione) dell’acqua utilizzata, si registra una bassa diffusione del loro utilizzo rispetto a quelli che invece bagnano l’intera superficie. Le cause di questa situazione, oltre al non corretto sistema tariffario, vanno imputate a diversi fattori come la scarsa sensibilità degli utenti nei confronti di un utilizzo intelligente della risorsa, le ridotte informazioni da parte degli utilizzatori, le politiche non corrette di programmazione, i ridotti investimenti per l’adeguamento delle grandi opere alle nuove tecnologie che mirano ad aumentare l’efficienza a livello aziendale e a ridurre gli sprechi. Una gestione razionale permetterebbe di raggiungere risultati positivi in termini di qualità e quantità delle produzioni, efficienza d’uso a livello economico delle risorse e riduzione dell' impatto ambientale.'

 

Conclusioni

L'ultima giornata ha permesso anche di trarre interessanti conclusioni da parte degli addetti ai lavori intervenuti. 'Risulta indispensabile - ha dichiarato il prof. Dichio della Facoltà di agraria dell'Università di Basilicata - adottare un approccio multidisciplinare, collegare attività legate alla ricerca, alla produzione, all'economia e all'ambiente per preservare le risorse del pianeta. L'opinione pubblica e le istituzioni avvertono l'emergenza di rigenerare i metodi e i processi legati alla produzione in agricoltura. Le nuove politiche europee domandano ai produttori e ai responsabili della gestione dei territori rurali un rinnovamento sostanziale, per aumentare la competitività e per acquisire nuove funzioni e compiti volti ad attuare strategie di presidio dell’ambiente e salvaguardia delle risorse (prima fra tutte l’acqua), responsabilità sociale, salvaguardia della salute del consumatore ed erogazione di energie alternative'.

'L'evoluzione del mercato dell'agricoltura - ha aggiunto Carmela De Vivo dell'Inea Basilicata -  deve essere accompagnata anche dallo sviluppo del mercato dei servizi ad essa connessi, in modo da consentire un adeguamento rapido e socialmente poco traumatico. Emerge la necessità, per rimanere competitivi, di effettuare investimenti non solo provenienti dal settore pubblico ma anche privato. Il futuro per l’agricoltura si gioca su due importanti fronti come gli investimenti in 'professionalità', (legati a risorse umane e strutture e con una 'governance' in grado di riconoscere il potenziale di sviluppo delle competenze) e delle capacità del capitale umano presente nel mondo agricolo e rurale. Ma questo non basta rendendo necessario che la ricerca, il mondo scientifico, i divulgatori debbano porre al centro dei progetti di sviluppo l’utente finale, il produttore agricolo, e non l’innovazione in sé e per sé'.

'Quando si approfondisce il tema della comunicazione in ambito di innovazione - ha concluso De Vivo - è importante mettere al centro la rete dei soggetti e fare in modo che questi interagiscano, in maniera biunivoca, per consentirne la partecipazione ai  processi decisionali'.

 

Il XIV Convegno Internazionale sull'Albicocco ha ospitato presso l'azienda agricola Pantanello di Metaponto delle visite tecniche giudate ai campi sperimentali ed a azienda agricole locali. Inoltre è stata allestita un'importante mostra pomologica con circa 300 campioni in esposizione per poter mettere in evidenza agli intervenuti quali siano le novità del mercato in materia di varietà ae quali siano quelle più vecchie e tradizionali ma ancora molto diffuse.