L'innovazione varietale rappresenta oggi uno degli aspetti importanti nell'evoluzione colturale ed economica delle specie frutticole. Anche nel pesco questo aspetto è ben presente portando ricercatori ed operatori del settore ad individuare nuove varietà che presentino caratteristiche sempre più vicine alle esigenze del mercato, dell'agricoltore e del consumatore finale. L'impegno dei costitutori privati ha permesso di compensare il progressivo ridimensionamento dell'attività pubblica le cui varietà sono state alle base della coltura del pesco nei cinque continenti dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta.

 

'Accanto alle tradizionali categorie - evidenzia Carlo Fideghelli, Cra Centro di ricerca per la frutticoltura - il miglioramento genetico produce un crescente numero di pesche e nettarine subacide accanto alle tradizionali acide, con sapore honey o dolce caratterizzate da elevato contenuto in zuccheri superiore a 14° Brix, con polpa stony hard (dura e croccante) accanto alle più tradizionali e diffuse fondenti e non fondenti, a polpa sanguigna ed a frutto piatto. Alcune di queste come le sanguigne e quelle a frutto piatto sono destinate a mercati di nicchia ma presentano una potenzialità enorme per diffondersi sia sui mercati nazionali che esteri.'

'L'innovazione - continua Fideghelli - riguarda anche la parte fenologica e morfologica dell'albero. L'aspetto fisiologico che ha rivoluzionato la peschicoltura dei climi caldi è il basso fabbisogno in freddo che ha consentito un'importante espansione di questa coltura tipica di ambienti temperati in aree subtropicali dove la maturazione dei frutti avviene già nel mese di aprile. Inoltre la modifica della morfologia dell'albero (piante nane, portamento colonnare, portamento pendulo), che potenzialmente può consentire la semplificazione della fase di allevamento, ha ancora un'importanza pratica limitata e le nuove cultivar sono poco numerose.' (Le informazioni sono tratte dall'intervento di Carlo Fideghelli dal titolo 'La recente evoluzione varietale della peschicoltura internazionale' presentato durante il VI Convegno nazionale sulla peschicoltura meridionale tenutosi dal 6 al 7 marzo 2008 a Caserta)

Fideghelli ha anche identificato come il carattere del sapore sub-acido della polpa risponde ai criteri dell'eredità mendeliana ma che comunque presenta una certa variabilità riguardo al contenuto di acidità (da 2,5/3 a 7/8 g/l) come già avviene nelle pesche tradizionali (da 8 a 18 g/l) Questo elemento legato al contenuto in zuccheri porta ad una differenziazzione varietale abbastanza elevata pur rimanado nella stessa tipologia.

 

Sapore Acidità Ph Grado rifrattometrico (%) Tipologia varietale
Acido >15 < o = 3,9 <12 Tradizionale
Equilibrato 10-15 < o = 3,9 >11 Tradizionale
Dolce 5-8 < o = 4,0 >12 Subacido
Molto dolce <5 < o = 4,0 >12 Subacido

'Per quanto riguarda l'aspetto - sottolinea Daniele Bassi del Diprove Università degli studi di Milano - le pesche oggi tendono a presentare forma sferica, colore rosso più o meno intenso e possibilmente brillante che copre tutta o quasi tutta la superficie del frutto e pezzatura adeguata alla stagione. Per le precoci un calibro A-B ed un peso medio di 120-160 g e per le medio-tardive un calibro di A-AA con un peso medio di 160-200 g.  Importante è anche la qualità intrenseca del frutto legata al sapore ed al comportamento post-raccolta. Per quanto concerne il sapore l'introduzione del carattere sub-acido ha portato ad una innovazione importante dal punto di vista commerciale.  Normalmente nel caso specifico il contenuto in acidità totale è da 3 a 5 volte più basso dei frutti tradizionali permettendo così anche raccolte più anticipate dato che il sapore non è influenzato dall'elevata acidità che si ricontrerebbe invece nei frutti normali con la conseguente più semplice gestione della filiera post-raccolta (minori scarti, prolungata vita da scaffale, ecc). Questi ultimi aspetti richiamano il problema della consistenza del frutto e della conseguente resistenza alle manipolazioni a sua volta dipendente anche dalle caratteristiche della buccia, visto che esiste la concreta possbilità di avere frutti molto consistenti con buccia facilmente danneggiabile.'

Per cercare di ovviare a tale problematica, a seguito di una indagine svolta dallo stesso Daniele Bassi in collaborazione con altre istituzioni, si sono evidenziate tre strade che possono essere percorse per cercare di dare al consumatore un prodotto valido.

  • Cultivar dette a polpa stony hard e quindi simili a pecoche che anche raggiunta la piena maturazione non inteneriscono restando invece croccanti. L'esempio è dato dalla serie Ghiaccio del Cra, Unità di ricerca per la frutticoltura di Roma (Monastra), che mantengono la consistenza e la maturazione anche per diverse sttimane sull'albero. Il riscontro commerciale non è ancora molto elevato anche a causa della scarsa aromaticità e dell'assenza dei pigmenti antocianici.
  • L'utilizzo di percoche selezionate e create apposta per il mercato fresco e quindi con elevata pigmentazione rossa (soprattutto nella buccia). Queste caratteristiche permettono di non differenziarle dalle varietà fondenti soprattutto nel periodo precoce e precocissimo mantenedo un'elevata consistenza alla maturazione. Nei mercati europei non hanno avuto molto successo a differenza di quelli americani. Inoltre effetti di una maturazione molto avanzata sono la gommosità ed un aroma fermentato tipico delle percoche tradizionali destinate all'industria.
  • Inserire nel percorso genetico di miglioramento il carattere della maturazione lenta tipico della nettarina Big Top® Zaitabo*. Pur essendo una pesca fondente presenta un rammollimento della polpa rallentato facilitando così la raccolta ed il post-raccolta. Questa varietà è sicuramente peculiare dato che al carattere della lenta maturazione si abbina quello di sapore sub-acido.

Liste varietali per l'Emilia-Romagna

Secondo gli studi svolti dal Cra, Centro ricerca per la frutticoltura all'interno del progetto liste varietali per i diversi areali presenti lungo il territorio italiano esistono delle cultivar più adatte alla coltivazione. Per quanto riguarda l'ambiente emiliano romagnolo le pesche gialle iniziano il calendario con May Crest® Minastar* per poi seguire con una recente introduzione del Crpv denominata Bordò* (-28 da Rich Lady) che presenta un frutto rotondo, regolare, totalemente sovraccolorato di rosso, polpa gialla fondente leggermente venata di rosso e con sapore buono ed aromatico (La descrizione della varietà è riportata nella relazione presentata dall'Università degli studi di Napoli Federico II durante il VI Convegno nazionale sulla peschicoltura meridionale). Successivamente si hanno Springbelle (-23 da Rich Lady) e Zee Diamond* seguite a qualche giorno da Royal Gem® e Coraline® Moncop* (-14 da Rich lady). Una settimana dopo matura Royal Glory® Zaifer* (-7 da Rich Lady*) con frutti colorati, di ottima pezzatura, buona produttività e sapore sub-acido.

La varietà di riferimento è Rich Lady* che indicativamente matura in questi areali il 15 luglio. Dopo qualche giorno si ha Vistarich® Zainobe* che si presenta simile a Rich Lady per il frutto ma con caratteristiche di rusticità maggiori. La settimana seguente matura  Grenat® Monafi* (+14 da Rich Lady) e qualche giono dopo ancora si ha Symphonie* e Zee Lady* (+20 da Rich Lady). Nel periodo tardivo si preferiscono Kaweah® Zainoby* (+40) e Red Star* (+47).

Nelle pesche a polpa bianca l'interesse del mercato per questa tipologia è stato minore e conseguentemente i ricercatori sono stati meno attivi nel miglioramento genetico non permettendo un adeguato ricambio varietale. Le varietà di riferimento rimangono sicuramente Maria Bianca (+6), Rosa del West (+11) e Maria Delizia (+40) che presentano elevate produzioni ma un sovraccolore non adeguato alle necessità attuali del mercato. Tra le nuove introduzioni più interessanti si segnalano Onix® Monalu* (-12) e Kewina® Zaidaso* (+38). La prima presenta frutti regolari, buon calibro, sovracolore totalmente rosso, buona produttività, ma sapore tendenzialmente acido. La seconda: forma regolare, buona produttività, buona pezzatura, sovracolore rosso brillante ben esteso e sapore sub-acido.

Viste le richieste del mercato e del consumatore e l'evoluzione che la quotidianità ha avuto in questi ultimi anni la nettarina a polpa gialla ha sicuramente avuto un sempre maggiore interesse e conseguentemente il miglioramento genetico è stato particolarmente attivo. La cultivar di riferimento rimane Big Top® Zaitabo* che matura il 10 luglio ma tante sono le novità inserimente nel panorama varietale. Nel periodo precoce troviamo Big Bang® Maillara* (-25 da Big Top), Laura* (-15), Diamond Bright* (-12) ed Ambra* (-10). La prima è sub-acida e le altre tre sono a spore equilibarto tendenzialmente acido. Poco prima di Big top si ha Honey Blaze* (-3) con sapore sub-acido, bell'aspetto e di calibro interessante. Subito dopo Big Top si ha la varietà italiana Alitop* (Liverani) (+8) di elevata produttivit, buona pezzatura e buon sapore. Nel periodo successivo si hanno poi Amiga (+9), Romagna® Big* (+10) e Romagna® Gold* (+15) ottenute dal programma di Ossani. Nel periodo tardivo si hanno invece Honey Royale (+25), Honey Glo® Zaipase* (+34) e Lady Erica* tra quelle a sapore sub-acido e Alma* tra quelle a sapore più tradizionale. Nel periodo extra tardivo si hanno Red Fair® Zaifame* (+53), Alexa* (+62) e Max7® MA7* (+65).

Discorso simile alle nettarine gialle può essere fatto per la nettarina a polpa bianca. La varietà di riferimento rimane Caldesi 2000* ma ci sono interessanti introduzioni nel panorama varietale. Una di queste è Magique® Maillarmagie* (+10 da Big Top) con frutto di bell'aspetto, forma e sapore sub-acido. A seguire si ha Nectasweet® Nectaperle* (+18) di bell'aspetto, forma regolare, buon sapore ma con scarsa produttività. Altre varietà interessanti sono Silver Giant* (+35) e Zephi® Monphir* (+36).

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