Durante l'edizione 2008 del Macfrut di Cesena tenutasi dal 17 al 19 aprile è stato presentato da Silviero Sansavini (Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna), Carlo Fideghelli (Cra, Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma) e da Paolo Inglese (direttore generale della Soi, Società orticola italiana) il libro 'Nuove frontiere dell'arboricoltura italiana'.

Il libro riveste una notevole importanza non solo per le informazioni esposte ma anche per l'eccezionale presenza d'autori che rappresentano le massime autorità nelle loro rispettive aree di competenza e d'attività professionale.

'Il volume - afferma Sansavini - nasce dalla necessità di far conoscere al mondo operativo, ai decisori politici, alla cultura agricola militante ed alla società civile, l'apporto scientifico ed alle innovazioni tecniche che, in parallelo agli altri ambiti, hanno profondamente cambiato le colture arboree da frutto e da legno ed in generale l'assetto arboreo territoriale e paesaggistico del nostro Paese. In un'unica pubblicazione è quindi possibile trovare tutte le informazioni necessarie aggiornate ad oggi, comprese le ultimissime novità in campo biologico, fisiologico, genetico e pomologico. Il lettore può così farsi un'idea propria ed approfondita sull'argomento ricercato non sulla base del mercato ma grazie a ciò che è stato detto e scritto da parte di grandi tecnici e conoscitori. Il libro vuole essere anche un omaggio ad Enrico Baldini, da poco entrato nei benemeriti ottuagenari dell'Università di Bologna, per il suo alto ed insuperabile magistero accademico e per lo straordinario apporto dato alla didattica ed alla ricerca e per lo straordinario apporto dato ai vari campi del sapere biologico, fisiologico, genetico e soprattutto pomologico.'

Sansavini ha voluto esprimere un caloroso ringraziamento a tutti i 65 autori di chiara ed autorevole fama e competenza per l'entusiasmo e la disponibilità dimostrata nella stesura dei 30 capitoli. Ha inoltre ringraziato Franco Scaramuzzi per la prefazione dell'opera, il ministero delle Politiche agricole e forestali rappresentato da G. Serino (Direttore generale per le politiche strutturali e lo sviluppo rurale), la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e l'editore Alberto Perdisa (gruppo Alberto Perdisa Editore di Ozzano, Bologna).

'L'Italia è uno dei paesi più importanti in campo frutticolo - sottolinea Carlo Fideghelli, curatore della sezione 'Una frutticoltura in cammino' - a seguito della sua posizione geografica, della sua oricoltura e della sua storia e cultura che grazie all'impero Romano ha dominato il mondo ed ha potuto godere di una coltivazione multietnica e sempre all'avanguardia. Il primo vero boom avviene nel dopoguerra a seguito dell'introduzione di manodopera disponibile. Sempre in questo periodo arrivano le varietà americane di pesco che presentano caratteristiche d'elevata consistenza, bell'aspetto ed ottimo sapore. Negli anni sessanta vengono introdotti i portinnesti clonali di melo che portano ad un radicale cambiamento della melicoltura italiana. Viene poi introdotta la tecnica della coltura protetta che permette, soprattutto su alcune specie, di dare enormi vantaggi in merito all'aspetto agronomico, colturale e produttivo. Sempre negli anni settanta arrivano le nettarine dall'America, che faremo nostre fino ad arrivare ad oggi al primo posto nella classifica mondiale dei produttori. Negli anni ottanta arrivano il kiwi dalla Nuova Zelanda e l'irrigazione localizzata da Israele. Tutte queste innovazioni sono sempre state colte dai nostri produttori e dai nostri agricoltori permettendoci di arrivare al vertice dell'agricoltura mondiale. E' però vero che in alcuni casi non siamo stati abbastanza lucidi nel cogliere altre occasioni che avrebbero potuto darci nuova linfa per mantenere la leadership mondiale (ad esempio lo scarso interesse per l'uva da tavola senza semi) in campo agricolo e commerciale. Per cercare di consolidare quanto di meraviglioso abbiamo fatto il nostro paese deve aprire alla collaborazione con paesi esteri, il privato deve collaborare col pubblico e viceversa per cercare di creare qualche cosa di nuovo e di valido e ridimensionare le superfici produttive.'

'Il libro - sottolinea Paolo Inglese - è un'opera di straordinario coraggio che è riuscito a mettere insieme tutto il grande mondo del sapere frutticolo. La Soi ha voluto partecipare alla presentazione per dimostrare l'appoggio a tale iniziativa divulgativa e per puntualizzare come siamo attenti all'attività di divulgazione non solo ai professori ma anche a tecnici, agricoltori, produttori e professionisti. La Soi è rappresentabile come una 'piazza' dove tutti gli interessati si incontrano per conoscere informazioni e notizie e per divulgarle. A questo scopo la Soi si è rinnovata in questi ultimi anni grazie alla creazione d'alcune importanti iniziative come i corsi d'alta formazione, la pubblicazione del nuovo sito internet www.soihs.it e l'attività di controllo editoriale che permetterà di mettere a disposizioni di tutti interessanti volumi.'

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