La scarsità di cereali e l'assottigliarsi delle scorte a livello mondiale con il conseguente aumento dei prezzi di questo momento è dovuto sia alla maggiore richiesta dei Paesi emergenti sia ad una maggiore utilizzazione non alimentare. Ciò crea preoccupazioni, aggravate dal fatto che la popolazione mondiale è in continuo aumento e che la superficie coltivabile non solo non può aumentare, ma purtroppo tende a diminuire. Questi problemi, come in passato, sono sicuro che si risolveranno con l'impegno prima della ricerca e poi degli imprenditori agricoli, che già risolsero una situazione similare verificatasi tra il 1970 e il 1975, anche a seguito della crisi energetica, incrementando le rese dei tre principali cereali. Il mais, tra i più grandi cereali al mondo, primeggia per produzione totale e resa unitaria, il riso perché nutre un numero di persone più elevato e il frumento per le maggiori superfici impiegate. Attualmente, mentre riso e frumento vengono prevalentemente utilizzati direttamente per l'alimentazione umana, il mais continua ad essere fonte di cibo nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi più avanzati è destinato, in quantità sempre maggiore, non solo all'allevamento del bestiame, ma anche a una moltitudine di impieghi come in realtà già avviene. Basti in proposito pensare alla produzione delle plastiche biodegradabili o alla grande diffusione dell'isoglucosio come edulcorante o all'etanolo come carburante. La coltivazione del mais in Italia, che nei primi anni del '900 aveva raggiunto una superficie di ben due milioni di ettari e una produzione totale di due milioni di tonnellate , si è ridotta di molto in superficie per l'abbandono delle aree marginali, ma fa registrare oggi produzioni totali cinque volte maggiori. E' noto che, nelle regioni padane, si è raggiunto il primato delle produzioni mondiali grazie all'impegno profuso da scienziati, tecnici e operatori agricoli. Nelle stesse regioni ha poi stimolato una zootecnia intensiva e tecnologicamente avanzata favorendo l'affermarsi di produzioni alimentari d'eccelenza: basti citare come esempio il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Prosciutto Crudo di Parma e quello di San Daniele.
Queste considerazioni hanno suggerito e sostenuto la realizzazione di quest'opera che ho avuto l'onore e l'onere di coordinare. Ritengo che questo libro possa costituire una aggiornata e completa raccolta, anche se sintetica ed essenziale, delle attuali conoscenze maidicole e per certi versi anche una guida semplice a una razionale coltivazione e impiego del mais, contribuendo a stimolare ulteriori progressi. L'opera è suddivisa, seguendo lo schema della collana, in otto sezioni, che trattano la biologia e il miglioramento genetico; l'origine e la storia della specie con una particolare attenzione a quanto è avvenuto in Italia; gli antichi e i moderni impieghi del mais nell'alimentazione umana; l'evoluzione della coltura e l'influenza della stessa sul paesaggio; la coltivazione con una serie di sottocapitoli per trattare tutti gli argomenti che alla stessa si collegano; la ricerca nella genetica e nel miglioramento genetico, che hanno utilizzato il mais come pianta modello; l'utilizzazione nel settore zootecnico, in quello industriale e nella produzione di combustibili liquidi e gassosi. Chiude il volume una visione del mais nel mondo, nell'Unione europea e in Italia, con considerazioni importanti circa il futuro. Hanno partecipato alla stesura dei diversi capitoli 28 diversi specialisti, nel loro coordinamento si è cercato di evitare il più possibile sovrapposizioni, tuttavia qualche informazione viene ripetuta in diversi capitoli e ciò per facilitarne la lettura. 
 
Presentazione dell'opera a cura di Tommaso Maggiore - Di.Pro.Ve. Dipartimento di Produzione Vegetale - Università degli Studi di Milano

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