Venerdì 14 settembre a Castelnovo né Monti in provincia di Reggio Emilia si è tenuto un convegno dal titolo “La coltura del nocciolo” e la Mostra pomologica con tutte le principali varietà coltivate in Italia ed all’estero.
L’evento, organizzato da Gal - Antico Frignano e Appennino Reggiano e Crpv, centro ricerche produzioni vegetali in collaborazione con alte associazioni, è stato momento d’incontro per fare il punto sulle prospettive economiche e di mercato di questa coltura e per fornire elementi tecnici ed agronomici per coltivare e produrre il nocciolo.
Questa specie frutticola negli ultimi anni è stata un po' dimenticata ma rappresenta un’interessante fonte di reddito per le famiglie italiane che vivono di agricoltura. La nocciola è infatti una produzione 'da fine settimana' che dà un valido contributo economico.

L’evento ha permesso da un lato di presentare a tecnici e ad agricoltori del reggiano la coltura del nocciolo, dall'altro di illustrare la sperimentazione avviata dalla Comunità Montana Appennino Reggiano che intende fornire una coltura alternativa a queste zone di montagna a prevalente indirizzo zootecnico. In sostanza, il nocciolo potrebbe rappresentare una valida fonte di reddito alternativa in un momento di crisi per il settore.

“Quarant’anni fa – dice Daniela Castellari della Comunità Montana Appennino Reggiano – furono avviati una decina di impianti di nocciolo, ma solo alcuni sono rimasti in piedi e poi trasformati in boschi misti dal momento che, in assenza di investimenti, è venuta meno la possibilità di sfruttarli economicamente. Oggi la Comunità Montana ha provato nuovamente ad avvicinare le aziende a questa coltura avviando una sperimentazione che mette a confronto 4 varietà (due cloni di Tonda Gentile delle Langhe, Tonda Romana e Tonda di Giffoni) e due tipologie d’allevamenti e sesti d’impianto (5x5 e 5x4).”

“Il nocciolo – dice Luciano Rabboni Presidente e fondatore della PreGel spa - è una pianta da frutto che negli ultimi vent’anni ha avuto molto sviluppo in varie località italiane poiché le richieste di nocciole sono aumentate. Le zone collinari lasciate libere da altre colture sono state spesso piantate a noccioli con buoni risultati economici. Bisogna credere nella nocciola per le interessanti prospettive economiche che può dare alle aziende e perché è una coltura che non richiede elevato impegno nella coltivazione e nella gestione”.

Il Convegno apre un dibattito importante con la speranza di poter vedere nei prossimi anni tanti impianti di nocciolo in queste terre dove il nocciolo cresce spontaneamente nei boschi misti e che fa parte delle essenze che compongono le numerose siepi ai lati dei campi.