La Città di Torino, d’intesa con il Cra, Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante ha recuperato e dato collocazione alla raccolta di frutti artificiali, opera di Francesco Garnier Valletti e patrimonio storico scientifico della Sezione operativa periferica di Torino dell’Istituto.
La preziosa collezione – che conta più di mille esemplari fra mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva – così come i 19 mila volumi della ricca biblioteca, gli arredi e le attrezzature storiche dei laboratori, sottoposti dai servizi museali della città di Torino ad una minuziosa opera di inventariazione, catalogazione e restauro, sono ospitati oggi, e aperti al pubblico dal 13 febbraio, all’interno del "Museo della Frutta" intitolato a Francesco Garnier Valletti.
Il percorso espositivo, che si sviluppa attraverso una serie di ambienti nei quali è possibile, anche con il supporto della tecnologica multimediale, rivivere le atmosfere di un istituto di ricerca della fine dell’Ottocento e confrontare le molte varietà di frutta coltivate all’epoca e quelle presenti oggi sul mercato, favorisce la riflessione sull’evoluzione della produzione e del consumo in campo ortofrutticolo.
La collaborazione con l’Università degli Studi di Torino ha fatto sì che il museo abbia trovato la propria sede a San Salvario, lo storico quartiere che ospitava la vecchia sede dell’Istituto, in un’ala, lasciata libera dalla Facoltà di Agraria, del Palazzo degli Istituti Anatomici dove già si trova il “Museo di anatomia umana Luigi Rolando” e che presto ospiterà anche il “Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso” e il “Museo di antropologia ed etnografia”.
I quattro musei formeranno così un polo fortemente rappresentativo della ricerca scientifica dell’epoca in cui Torino era capitale del positivismo italiano e aveva il proprio centro nel quartiere di San Salvario.