È ormai consolidato anche per il 2021 in corso il deficit strutturale relativo alla bilancia commerciale italiana del settore cerealicolo. Anacer presenta i nuovi dati riferiti al periodo gennaio-agosto 2021 con un valore dell'import pari a 4.331 milioni di euro rispetto ai 3.916 dello stesso periodo 2020, a fronte di una riduzione dell'export, passato da un giro d'affari di 2.757,7 milioni di euro nel 2020 ai 2.624,8 milioni dello stesso periodo attuale. Il saldo netto valutario continua a peggiorare, passando dall'1,1 miliardi del 2020 ai 1,7 miliardi dello stesso periodo.

Analizzando nel dettaglio i dati relativi all'Istat, rielaborati poi da Anacer, l'import ha visto accrescere il proprio valore nonostante un calo delle quantità acquistate pari a 1,2 milioni di tonnellate (-8,3%). La riduzione continua a essere dovuta dal calo degli acquisti dall'estero di cereali in granella (-1,4 milioni di tonnellate), in particolare su grano duro (-584.500 tonnellate), mais (-529mila tonnellate), grano tenero (-272mila tonnellate). Crescono le importazioni di semi e frutti oleosi (+234mila tonnellate), mentre scendono le farine proteiche (-89mila tonnellate).

Nell'export la diminuzione in valore (-4,8%) è stata meno che proporzionale al calo quantitativo (-329mila tonnellate, -10%). Continua il trend negativo della pasta (-15,5%, pari a -239mila tonnellate), così come riso (-52.600 tonnellate) e dei prodotti trasformati (-132mila tonnellate, -19%). Aumenta l'export di cereali in granella (+72%), farine di grano tenero (+13%) e dei mangimi a base di cereali (+6%).