Continua a migliorare il saldo della bilancia commerciale cerealicola italiana. Anacer ha pubblicato infatti i dati dei primi nove mesi 2020, evidenziando il calo del deficit che se a settembre 2019 si attestava ai 1.564,1 milioni di euro, quest'anno la differenza è di 1.339,3 milioni di euro, pari a 224,7 milioni di euro.

La riduzione del deficit è dovuta in particolare all'incremento del fatturato da export, con 3.055,4 milioni di valore rispetto a 2694,6 del 2019. Più contenuto l'aumento in valore dell'import, passato dai 4.258,7 milioni di settembre 2019 ai 4.394,7 milioni di esborso nei primi nove mesi del 2020.

Analizzando la situazione area per area, nell'import l'aumento quantitativo totale di 314mila tonnellate è dovuto in particolare al continuo trend del grano duro (+590mila tonnellate), oltre che grano tenero (+38.700 tonnellate), il sorgo (+10mila tonnellate) e avena (+3.700 tonnellate), con un forte calo nel mais (-301.000 tonnellate) e orzo (-41mila tonnellate). Scendono anche gli arrivi di farine proteiche e vegetali (-64mila tonnellate), e in lieve flessione anche l'import di riso (-14mila tonnellate).

L'export del settore cerealicolo è trainato dall'incremento delle vendite all'estero di paste alimentari (+253mila tonnellate, pari al +17,2%), equamente distribuito tra destinazioni comunitarie (+126.166 tonnellate) e paesi terzi (+126.706 tonnellate). Crescono infine i prodotti trasformati (21.500 tonnellate) e i mangimi a base cereali (+22mila tonnellate).