Sempre più import che export nella bilancia commerciale del comparto cerealicolo italiano.
Nel periodo preso in considerazione dall'analisi di Anacer, ovvero nei primi 8 mesi dell'anno, il saldo valutario netto ha toccato 1.442,6 milioni di euro di deficit, in peggioramento rispetto al dato dell'agosto 2018 che si attestava a 1.339,2 milioni. Sul fronte dell'import, nonostante un calo in termini quantitativi di 30mila tonnellate (-0,3%) si è però contrapposto un aumento in valore di 170,4 milioni (+4,7%).

Crescita per gli arrivi di grano duro (+352mila tonnellate) e granoturco (+285mila tonnellate), mentre sono crollati gli arrivi dall'estero di grano tenero (-588mila tonnellate). Calo anche per orzo (-75mila tonnellate) e avena (-8mila tonnellate). L'import di riso è invece in aumento di 54mila tonnellate. Per quanto riguarda l'export, anche qui è stato registrato un calo quantitativo generale di 98mila tonnellate (-3,3%), mentre, come per l'import, si nota una crescita del valore (+67 milioni di euro, +3%).

In calo le esportazioni dei cereali in granella (-51%), semola di grano duro (-21%) e prodotti trasformati (-0,7%). Anche le vendite di riso segnano una flessione del 7,5%. Tengono bene invece le esportazioni di mangimi a base cereali (+7,2%) e paste alimentari (+2,7%).