La bilancia commerciale italiana del settore cereali vede ancora più rosso nel 2019 rispetto al trend 2018, nonostante un aumento del valore dell'export. Secondo i dati dell'Anacer, nei primi sette mesi del 2019, hanno registrato un saldo valutario netto a -1280,3 milioni di euro, conto con un passivo più pesante rispetto al luglio 2018, dove il deficit era a -1194,5 milioni di euro.

Le importazioni sono cresciute di circa 170 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Forte calo degli arrivi di grano tenero (-388mila tonnellate) e di orzo (-79mila tonnellate), mentre sono aumentati quelli di mais (+317.500 tonnellate) e altri cereali minori (+7.300 tonnellate), oltre al boom del grano duro (+235.500 tonnellate). Sul fronte delle altre commodities, si registra una forte crescita dell'import di semi oleosi, in particolare semi di soia (+217mila tonnellate), mentre calano gli arrivi di farine proteiche (-260mila tonnellate).

Per quanto riguarda l'export, molto bene il dato della pasta (+44.600 tonnellate) a testimonianza dell'importanza del valore aggiunto che la filiera italiana riesce a creare.

Crescono le vendite all'estero dei mangimi a base dei cereali (+9,6%) e delle farine di grano tenero (+6%). Riduzione infine dell'export di cereali in granella (-89mila tonnellate), di semola di grano duro (-14.600 tonnellate) e di riso (-27mila tonnellate).