Anacer ha pubblicato i dati sull'import-export di cereali dei primi undici mesi del 2018, messi a confronto con lo stesso periodo del 2017.

Sul fronte del valore, l'esborso per le importazioni ha toccato i 5.074,9 milioni di euro, mentre i ricavi da export hanno superato i 3.100 milioni di euro. Il saldo valutario netto peggiora ancora rispetto al dato di ottobre, passando da 1.715,6 milioni
di euro di deficit commerciale a 1.966,2 milioni.

Dal punto di vista quantitativo, gli arrivi di cereali risultano in aumento rispetto allo stesso periodo 2017, con 403mila tonnellate in più (+2,1%). A tirare la volata sono il frumento tenero (+401mila tonnellate) e granturco (+168mila tonnellate) mentre si riducono grano duro (-355mila tonnellate) e orzo (-151mila tonnellate). In discesa anche l'import di riso (-19%), mentre sono stabili le farine proteiche.

Sul fronte dell'export, la diminuzione è molto sensibile (-464mila tonnellate), in particolare per grano duro (-354mila tonnellate) e prodotti trasformati (-62.700 tonnellate). Crescono le vendite all'estero di farina di grano tenero (+10%), semola di grano duro (+13%) e mangimi a base di cereali (+16%). Stabile infine (+0,1%) l'export di pasta.