Forte peggioramento del deficit della bilancia commerciale italiana di cereali, che, secondo i dati Anacer, vede nel periodo gennaio-settembre 2018, una crescita del segno meno di 145 milioni, passando dai 1.389,2 milioni di euro a 1.534,3 milioni.

Questo per effetto dell'aumento dell'import e la riduzione delle esportazioni sia in termini quantitativi che qualitativi. Sul fronte dell'import sono cresciuti gli arrivi di grano tenero (+490mila tonnellate), mais (+150mila tonnellate), avena (+8.800 tonnellate).

Cala invece l'import di grano duro (-353mila tonnellate) e orzo (-118mila tonnellate), così come anche le farine proteiche (-1,5%). In aumento invece i semi oleosi (+9,8%), mentre ha registrato un forte decremento il riso (-56mila tonnellate, ovvero -30%).

Focalizzando invece l'attenzione sull'export, nei primi nove mesi sono risultate in diminuzione nelle quantità 409mila tonnellate (-11,2%), per un controvalore di 62,4 milioni di euro (-2,4%).
Il trend negativo è dato dalla riduzione dell'export di cereali in granella (-387mila tonnellate, di cui -291mila tonnellate di grano duro) e dei prodotti trasformati (-56mila tonnellate).
In lieve flessione anche le vendite all'estero di pasta (-0,2%).
Crescono le farine di grano tenero (+13,2%), semola di grano duro (+12,2%) e mangimi a base dei cereali (+13,5%).