Continua lo squilibrio della bilancia commerciale cerealicola nei primi tre mesi del 2018. Cresce l’import in quantità e valore, mentre scendono i numeri legati all’export, tanto che nel primo trimestre dell’anno in corso il deficit del settore cerealicolo è passato dai 498,8 milioni di euro dello stesso periodo 2017 ai 524,6 milioni attuali. Sul fronte quantitativo dell’import, gli arrivi sono in crescita di 468mila tonnellate (+9,5% rispetto allo stesso periodo).

Aumentano gli arrivi di mais (+315mila t), grano tenero (+197mila t), mentre calano grano duro (-289mila t) e riso (-24mila t). Sono stabili i dati per quanto riguarda l’orzo, l’avena e gli altri cereali. Incremento per i semi e frutti oleosi (+144mila, di cui +107mila t semi di soia), sia delle farine proteiche vegetali (+43mila t). Dal punto di vista dell’export, il dato si presenta negativo con un netto di -156mila t (-12% rispetto allo stesso periodo 2017).

Fattore trainante del dato negativo il calo delle vendite dei cereali in granella (-212mila t) e dei prodotti trasformati (-17mila t). Crescono le spedizioni all’estero di pasta alimentare (+33mila t), mangimi a base di cereali (+5400 t), farina di grano tenero (+5500 t) e della semola di grano (+4300 t). Buona performance per l’export di riso, in crescita del 14%, pari a oltre 25mila tonnellate in più.