Quest’ultima fase dell’inverno è stata caratterizzata radicalmente dai numerosi impulsi in discesa dal Nord Europa, frutto dello stratwarming, ovvero del riscaldamento stratosferico a livello polare innescato negli ultimi giorni di dicembre. Il freddo ha decisamente preso piede in quasi tutto il continente tant’è che la terza decade di gennaio ha fatto registrare valori termici sensibilmente sotto le medie di riferimento.
 

Ottimo innevamento sull'emisfero Nord 

Una stagione invernale quindi più fredda del normale, questo non solo entro i confini italiani, ma anche su gran parte dell'Europa, dell'Asia e del Nord America, quest’ultima alle prese con una delle ondate di freddo più crude degli ultimi anni. Colate di aria gelida verso le basse latitudini che da un lato hanno portato estese nevicate su aree normalmente meno soggette a questi effetti, ma dall’altro diversi periodi anticiclonici proprio sul Polo Nord.
Una "strana" configurazione facilmente interpretabile anche dall’estensione della copertura nevosa sul nostro continente, che risulta dalle recenti rilevazioni ben oltre le medie, sia dal lato estensivo sia dal lato dello spessore, che supera di circa 5-10 cm il normale livello. Indubbiamente hanno dato una mano anche le temperature che nella settimana passata si sono mostrate pungenti, con delta complessivamente inferiori alla media di 4-6 gradi rispetto al trentennio di riferimento.
Da una rapida analisi del territorio continentale possiamo osservare la roccaforte del gelo sulle aree più settentrionali della Penisola scandinava e parte della Russia, con anomalie termiche negative anche di 7-8 gradi. Al contrario temperature superiori alla norma insistono invece sulla Penisola iberica, sotto scacco da un vasto anticiclone spesso presente su quella zona.
L'Italia è rimasta più ai margini del sistema, interessata solo da una parte di questi impulsi freddi in discesa verso Sud, con termiche quindi più dolci che hanno fatto rilevare anomalie di pochi gradi al di sotto della norma.
 

Nel breve termine

L’andamento dei prossimi giorni continuerà sulla falsa riga attuale, anche se in forma più addolcita per maggiori intrusioni miti ed umide dai settori meridionali. Vari impulsi in discesa dal Nord Europa, sempre di passaggio dalla porta francese, manterranno quindi il contesto ancora sostanzialmente invernale anche per le ultime ore di gennaio e per i primi giorni della prossima settimana. 
Le anomalie pertanto non risulteranno eclatanti, ma il quadro meteorologico rimarrà sempre orientato alla dinamicità, con un Mediterraneo vulnerabile alle perturbazioni di origine nord-atlantica, piogge diffuse e nevicate anche a bassa quota.
Scenario meteo quindi movimentato e caratterizzato da un clima a tratti freddo ed invernale. Nella seconda parte della settimana farà difatti ingresso l'ennesima perturbazione dai quadranti nord occidentali e si mostrerà più incisiva di quelle precedenti. 
Maltempo che colpirà con decisione il Nord e le regioni tirreniche, ove sull’estremo Nord-Ovest - per merito del cuscinetto freddo che resisterà nei bassi strati - la neve tornerà fino in pianura almeno nella prima fase.
La dama bianca farà difatti visita nell'arco alpino, ma non è escluso un coinvolgimento anche di Piemonte, entroterra ligure e Lombardia occidentale; a quote più elevate invece sulle regioni orientali del Nord e soprattutto al Centro-Sud, perché la perturbazione verrà sospinta da correnti miti meridionali, che riusciranno a scalzare lo strato più freddo dai bassi strati con il limite neve in aumento tra Veneto, Friuli e Romagna.
Nella giornata di domenica un nuovo vortice depressionario convoglierà masse d'aria più fredde, con nuovo calo della quota neve in particolare lungo l'Appennino.
 

Evoluzione meteo

Il gelo continuerà a stazionare ad un passo dai nostri confini, quindi anche se per qualche giorno risentiremo di un dominio circolatorio più Atlantico sul Mediterraneo, con maltempo più insistente sulle regioni settentrionali e sul medio Tirreno, il vero inverno potrebbe piombare sull’Italia nel giro di poche ore.
L’analisi delle ultime elaborazioni modellistiche iniziano ad orientarsi difatti su interferenze più continentali, quindi in possibili movimenti retrogradi dalla Russia europea. La strutturazione di un'area di alta pressione tra la Scandinavia e la Russia settentrionale, potrebbe incentivare questo genere di movimenti con un cambio dell’assetto barico: le masse d’aria non giungeranno più da Ovest, ma bensì da Est.
 

Inversione di tendenza

Siamo di fronte ad un mutamento dell’impianto evolutivo, perché l’eventuale presenza di un vasto anticiclone sul Nord Europa devierebbe la strada alle perturbazioni in evoluzione, ritrovandosi costrette ad aggirare l’ostacolo arrivando sul Mediterraneo o dai settori orientali, quindi più fredde ma sostanzialmente anche secche, o dall’Atlantico nord occidentale, più miti (ma non troppo) e ben più umide.
Lunghi periodi stabili e miti al momento non sono in previsione sulla nostra Penisola, per cui l'inverno proseguirà senza particolari intoppi.

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