Cosa è cambiato rispetto alle scorse settimane? L’assetto barico ha subito alcune variazioni radicali, tant’è che i vortici di bassa pressione hanno ora la possibilità di evolvere verso il Mediterraneo centrale, quando nel passato rimanevano bloccati sulla penisola iberica espandendosi al più sul nord Africa, settori ove oggi è invece presente un robusto anticiclone. 
E’ un outlook più tipico della stagione autunnale, ma che dovrebbe comunque normalizzarsi tanto da proporre già nei prossimi giorni alcune brevi ondate di calore anche sull’Europa centro meridionale.
 

Il punto della situazione 

La dinamicità di questi giorni sull'Italia è attribuibile ad un’area depressionaria in discesa dalla Francia, attualmente ubicata tra la Sardegna e la Corsica.
Le due isole maggiori sono infatti alle prese con fenomenologie diffuse, soprattutto sui settori nord occidentali: un fatto singolare se si considera che normalmente i mesi di giugno e luglio dovrebbero essere tra i meno precipitativi dell’anno.
Va meglio sull’Italia settentrionale, anche se frequenti annuvolamenti interessano ancora queste aree con rovesci e temporali, ma principalmente localizzati durante le ore diurne. Fenomeni di rilievo sono attesi in particolare sulle aree appenniniche tra Liguria, Emilia e Toscana, con possibili coinvolgimenti delle vicine pianure e delle interne centrali. Le nubi hanno agguantato parzialmente anche il Mezzogiorno, ma qui sono solo intervallate da ampi spazi sereni con poche locali precipitazioni sotto forma di rovescio.
L’aria più fresca che fluisce dalle aree atlantiche ha determinato un sensibile calo delle temperature in veloce estensione da Nord a Sud, flessione che ha alleviato la calura estiva attivata tra il weekend ed i primi giorni della settimana in corso.
Dall’ultima immagine satellitare è possibile notare come il confine instabile abbia raggiunto il basso Mediterraneo, con un vasto fronte nuvoloso esteso dalla Tunisia verso la Sicilia, passando per le coste ioniche italiane; esso rappresenta il confine con la spinta calda africana, ora molto attiva verso la Grecia, ma ben lontana dalla nostra penisola. 

Analisi 

L’estate, dopo una partenza di fuoco tra aprile e maggio, ha subito l’ennesima battuta di arresto con una profonda crisi anticiclonica dovuta dal flusso instabile e fresco francese, in discesa verso il nostro Centro-Sud. Piogge e temporali, accompagnati spesso da forti grandinate e colpi di vento di un certo rilievo, continueranno ancora per 36-48 ore ad interessare le aree appenniniche e le zone interne del Mezzogiorno. Si assisterà quindi a un’ulteriore flessione dei valori termici, con temperature al di sotto delle medie stagionali di qualche grado.
Solo una breve parentesi, perché già alle porte del nuovo fine settimana si avvertirà un’ascesa termica ad iniziare dalla regioni settentrionali, anche per un maggiore riscaldamento del terreno dovuto all’assenza di nubi significative. 
Nonostante tutto, nel breve e medio termine non si vedono al il momento svolte importanti capaci di far decollare l’estate, quella calda con tanto sole.
 

Evoluzione 

Il quadro meteorologico si presenterà quindi altalenante, con passaggi instabili più o meno incisivi e momenti di stabilità anticiclonica ove il caldo non mancherà. Per condizioni meteo dai connotati tipici della bella stagione occorrerà attendere la fine di giugno - ormai entrati ufficialmente nell'estate di calendario - quando è atteso un consolidamento più convincente dell'alta pressione seguito da una sensibile ascesa delle temperature.
Non tutti i modelli sono però concordi su quest’ultima evoluzione: alcune elaborazioni vedono prendere piede il distaccamento di una vasta struttura ciclonica dall'Europa settentrionale, in grado di incanalare flussi d'aria fredda verso i settori meridionali del continente.
 

Meteo dinamico

Sicuramente fino ad oggi il meteo non ci ha annoiato. Diverse celle temporalesche, talune di elevata intensità, hanno interessato il territorio nazionale per diversi giorni, ma anche l’Europa è alle prese con un periodo temporalesco davvero eccezionale, come conferma questo video che immortala una terribile gradinata in Slovenia. Le veloci ondate di calore che si susseguono alle intrusioni fresche vanno a creare gli attriti termici responsabili di tutto questo.
Difficile al momento ricucire rapidamente la ferita sul Mediterraneo, per questo anche nel lungo termine si soffrirà ancora della variabilità, se non addirittura dell’instabilità. Quel che ci aiuta è il fisiologico intercedere della stagione estiva, che dovrebbe di per sé portare una progressiva stabilizzazione delle condizioni atmosferiche. 
Da valutare però con attenzione l’elemento d’incertezza nord europeo precedentemente descritto, che potrebbe ancora una volta destabilizzare l’alta pressione in opera.
 

Il lungo termine 

All’orizzonte si scorge maggiore stabilità, anche se tuttavia l'alta pressione delle Azzorre potrebbe rimanere sbilanciata sugli estremi settori occidentali del continente, tra la penisola iberica e le isole Azzorre. 
La sua assenza esporrebbe l'Italia a facili elevazioni africane, ove le temperature avranno modo di crescere fino a disporsi oltre le medie stagionali, ma anche a scambi meridiani dei settori settentrionali, con discese d’aria fresca che potrebbero creare i contrasti termici tanto temuti.

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