Sull'Italia continuerà ad insistere, seppur in forma più attenuata, il vasto vortice depressionario che negli ultimi giorni ha contribuito a mantenere vivo in atmosfera un contesto prettamente instabile. Poche novità in vista: l’andamento non subirà particolari variazioni, e continueranno veloci passaggi di testimone tra parentesi soleggiate e locali temporali ad evoluzione diurna.
 

Il punto della situazione

La stagione primaverile ha finalmente ritrovato il proprio carattere spodestando l’anticipo estivo che aveva preso piede nel mese di aprile.
Attualmente l’Italia si trova inserita in una circolazione instabile con fenomeni ad evoluzione diurna principalmente a carattere temporalesco, anche se di fatto il contesto termico si presenta ancora con valori medi decisamente superiori al periodo di riferimento.
Non si tratta quindi di una perturbazione organizzata, ma di una lacuna barica con infiltrazioni d'aria fresca in quota in forte contrasto con i mari già riscaldati dalla latitanza dell’anticiclone delle ultime settimane.
Una dinamicità meteo esasperata che alterna ampi spazi sereni a temporali localmente intensi con forti grandinate.
Situazione comunque ben distante da quella dell’ultimo mese che, sulla base dei dati elaborati dal Cnr, è risultato il più caldo degli ultimi duecento anni con un'anomalia di ben +3.5°C sull'intero territorio nazionale rispetto alla media trentennale 1971 - 2000.
Anche dal punto di vista idrico non è andata molto bene, con aree che localmente hanno visto un deficit pluviometrico fino al 90% in meno, toccando una media negativa dell’intero territorio pari al 55%.
L’aprile del 2018, assieme a quelli del 2007, 2011 e 2016, è capolista del quartetto tra i più caldi di sempre in una serie d'oltre due secoli, tutti localizzati nell’ultimo decennio.
 

Analisi

L’ondulazione della corrente a getto attiverà la discesa sul Mediteranno centrale di una saccatura nord-atlantica che si isolerà dal ciclone islandese. Un aiuto fondamentale verrà dato dall’alta pressione delle Azzorre che, come ci fa notare l’ultima elaborazione del modello europeo Ecmwf, tenderà ad elevarsi gettando l’ancora sulla penisola scandinava.
Il blocco anticiclonico che si andrà a costituire devierà il flusso perturbato nord-atlantico sul bordo sud orientale, incanalando l’aria più fresca sulle Isole britanniche e Francia, culminando successivamente a ridosso dell’arco alpino.
La breccia occidentale sul nostro bacino verrà sfruttata da una perturbazione che colpirà le aree europee centrali, lambendo marginalmente le regioni settentrionali italiane con instabilità e temporali principalmente ad evoluzione diurna.
L’anticiclone che si farà spazio sulla parte settentrionale del continente farà perdere il collegamento della saccatura - che andrà ad evolvere in goccia fredda - con il vortice islandese. Se la pressione dell’anticiclone scandinavo risulterà appropriata, una depressione mediterranea prenderà il possesso dei settori meridionali europei, attivando sul territorio italiano un vivace maltempo, in questo frangente accompagnato da aria fredda nord-atlantica e non più da aria calda nord-africana.
 

Evoluzione: vivace maltempo

Se l’andamento dovesse essere confermato, entro il 15 maggio le temperature subirebbero una graduale ridimensionata con un calo termico degno di nota. L’ipotesi metterebbe momentaneamente i bastoni fra le ruote all’evoluzione verso la stagione estiva.
L’andamento per il weekend successivo, tra il 17 e il 22 maggio, potrebbe invece proporci condizioni meteo più altalenanti, ma maggiormente estreme. Le ultime emissione previsionali lasciano spazio ad un nuovo - importante - peggioramento che potrebbe accompagnare con instabilità latente gran parte del periodo oggetto d’analisi.

Incertezze

Visto l’arco temporale di previsione, sono presenti alcune discordanze tra i vari centri di calcolo. Sintetizzando il più possibile, potrebbero realizzarsi due ipotesi: la prima vede il transito della perturbazione maggiormente concentrata sulle regioni centro settentrionali, lasciando fuori dai giochi il Sud, alle prese con l’egemonia di un blando anticiclone. La seconda ipotesi propende invece per una traiettoria della perturbazione più meridionale, che entrando dalla Penisola Iberica andrà ad interessare massicciamente il Paese.
Entrambi i casi produrranno precipitazioni localmente abbondanti, spesso a carattere temporalesco.
 

Lungo termine

La primavera continuerà a mostrare il suo lato dinamico con frequenti perturbazioni che andranno ad impattare l'Europa occidentale e successivamente il Mediterraneo. Rispetto al precedente assetto atmosferico va considerato un maggiore contributo settentrionale che farà scivolare aria ben più fresca dal nord Europa, ove peraltro non si esclude il ritorno di un quadro meteorologico quasi invernale.

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