La stagione primaverile è un periodo molto proficuo al passaggio di profonde depressioni oceaniche, con vortici di bassa pressione che - una volta raggiunto il Mediterraneo - vanno gradualmente ad isolarsi sui settori europei centro-meridionali.
Evoluzione ricalcata alla perfezione dal vortice attualmente in discesa del Regno Unito, diretto responsabile delle attuali condizioni meteo sull’Italia, che ha innescato dapprima un flusso umido sudoccidentale e successivamente impulsi instabili in seno alla saccatura in lenta evoluzione verso i Balcani. Il maltempo che coinvolge l'Italia è comunque in assorbimento e lascerà spazio ad ampi spazi sereni che ci accompagneranno durante il weekend.
 

Il punto della situazione

La Penisola si ritrova ancora una volta divisa in due, con un lato (regioni meridionali e Sicilia) alle prese con un flusso umido e caldo connesso con l’area anticiclonica presente sul Nord Africa, e l'altro lato (Centro Nord e Sardegna) sotto correnti di Libeccio che sospingono nubi a tratti compatte associate a rovesci anche a sfondo temporalesco.
Il peggioramento andrà comunque a coinvolgere maggiormente le aree tra Liguria e Toscana, laddove sono attesi fenomeni localmente forti e persistenti. Per farci un’idea gli accumuli previsti nelle suddette zone - nell’arco delle 24 ore - potrebbero aggirarsi sui 60-80 millimetri, con punte di 90-100 millimetri di pioggia. Possibili nubifragi con accumuli rilevanti, un classico assetto atmosferico da grandi piogge per l’effetto del cosiddetto stau esaltato dell’orografia del territorio.

Analisi e previsione fino al 18 aprile

Dopo il passaggio di un cuneo altopressorio che avrà i massimi proprio nel fine settimana, sembra delinearsi - per i giorni successivi - un quadro meteorologico orientato alla persistente dinamicità atmosferica. I modelli previsionali, viste anche le ultime elaborazioni, sono tutti concordi nel vedere per la seconda decade mensile abbondanti piogge primaverili.
Potrebbe inoltre subentrare un sensibile raffreddamento grazie alle correnti più fredde che andranno ad interessare direttamente il Nord Europa, lambendo di conseguenza parte del nostro territorio, regioni settentrionali e poco altro, attivando un calo delle temperature con valori sulle medie o poco sotto.
Le correnti più fresche, scorrendo sul Mediterraneo, aprirebbero di conseguenza una ferita depressionaria che spalancherebbe la porta ad una serie di perturbazioni provenienti dal nord Atlantico. Ipotesi che, se confermate, avvierebbero una fase centrale d'aprile molto piovosa.
I valori termici oltretutto incentiverebbero il ritorno di abbondanti nevicate sull’arco alpino, ma con accumuli degni di nota generalmente ubicati oltre i 1500 metri di quota.
Situazione che potrebbe sembrare ad un primo acchito anomala, ma invece confrontandola con le medie trentennali si presenterebbe entro i ranghi stagionali come una normalissima parentesi instabile.
 

Le tendenze mensili

Aprile potrebbe venir segnato da piogge importanti e da temperature sostanzialmente in media col periodo, proprio come accennato nell’appuntamento delle tendenze mensili. Le elaborazioni modellistiche paiono inoltre allinearsi su un trend meteorologico caratterizzato da frequenti perturbazioni e temperature fresche, in considerazione anche a quanto accaduto a livello stratosferico nel mese di febbraio sopra al Polo Nord.
Uno sconquasso che ha potuto condizionare l'andamento primaverile fino a questo momento e che continuerà da qui al 20 aprile.
 

Forti temporali

Le correnti in discesa dai quadranti settentrionali attiveranno inoltre contrasti termici crescenti che potrebbero dar vita a fenomeni a tratti importanti, ovvero rovesci, temporali, nubifragi e locali grandinate. Fenomeni del tutto normali durante il periodo primaverile.

Evoluzione a lungo termine

Nell’appuntamento odierno viene quindi confermato un trend previsionale orientato all'instabilità o addirittura al maltempo, con precipitazioni localmente abbondanti e persistenti.
Le perturbazioni raggiungeranno gran parte della Penisola, anche perché l'area depressionaria che andrà a crearsi nei prossimi giorni sul bacino del Mediterraneo sarà piuttosto ampia, tanto da inglobare l’intero territorio.

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