Il flusso atlantico continua a portare maltempo diffuso soprattutto al Centro Nord, con piogge anche intense senza escludere il rischio di veri e propri nubifragi tra Liguria, Lombardia, Veneto e Toscana. Torna la neve sulle Alpi al di sopra degli 800-1000 metri grazie alle fredde correnti continentali che accompagneranno la perturbazione. Il quadro meteorologico rimarrà in generale perturbato per diversi giorni, quando interverrà un ulteriore calo delle temperature.
 

Analisi

Un vasto vortice ciclonico è in approfondimento in area atlantica. Non si tratta di una semplice perturbazione, ma di una fusione di due grosse aree depressionarie già presenti, una a ridosso del Regno Unito e l'altra nel cuore dell'Atlantico.
L’unione attiverà un sistema di ciclogenesi che genererà un'unica enorme struttura di bassa pressione, che potrebbe presto assomigliare ad una vera e propria “tempesta atlantica”.
L’evoluzione verso il continente europeo, al momento privo di uno scudo anticiclonico, innescherà un peggioramento esteso che raggiungerà anche le regioni italiane. Maltempo che entrerà nel vivo alle porte del weekend e avrà - molto probabilmente - effetti anche nel corso della prossima settimana.
La concomitanza con la discesa di un nucleo gelido dalle lande russe sospingerà aria gelida nel cuore del Mediterraneo, anche se in forma più attenuta rispetto a quello che si dovrà fronteggiare sugli stati centrali europei.
L’analisi ipotizzata è al momento estremamente teorica, in prima battuta per l’arco temporale che si spinge sul medio termine, secondariamente perché l’incursione fredda non ha ancora fatto il suo ingresso sullo scacchiere europeo, aree ove oltretutto è in atto un primo assaggio primaverile.
 

Evoluzione

La primavera, quella di calendario, è ormai prossima e dal punto di vista meteo è invece atteso un vero e proprio colpo di coda invernale. Ci preme però sottolineare che non sarà nulla di eccezionale, solo la tipica dinamicità (in questo caso molto vivace) di questi periodi transitori, tant’è che gli improvvisi ritorni d'inverno sono un classico del periodo.
Il treno perturbato atlantico scivolerà facilmente sull’Europa centro meridionale per opera dell'ampia circolazione ciclonica, con perno sull’Irlanda occidentale, che si allunga verso il Mediterraneo. Nel frattempo, una nuova massa d'aria gelida russo-siberiana raggiungerà le regioni baltiche per poi invadere le nazioni centro-orientali europee.
Sono manovre individuate e confermate da qualche giorno dai principali centri di calcolo, realizzabili ancora sugli strascichi di quel surriscaldamento stratosferico sul Polo Nord nato nel mese di febbraio. Il tutto si concluderà probabilmente con la nuova ondata di gelo, che caratterizzerà il meteo dei prossimi 5-7 giorni con una parentesi invernale che darà il meglio Oltralpe e che lambirà solo marginalmente l'Italia.
Il cospicuo calo delle temperature si avvertirà però anche nel nostro Paese, con nevicate che facilmente raggiungeranno la bassa collina e non mancheranno estese gelate lungo le valli ed in pianura.
Le regioni meridionali in questa fase non verranno coinvolte dalla “giostra” russa, ove peraltro arriverà un temporaneo rialzo termico frutto del richiamo prefrontale caldo nord-africano.
 
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Tendenza a lungo termine

La breve tregua mite primaverile verrà spazzata via dalle depressioni atlantiche. L’assetto atmosferico che va delineandosi non è naturalmente orientato ai lunghi periodi anticiclonici - per quelli ci sarà tempo durante il periodo estivo - ma più propenso al transito di impulsi perturbati oceanici che avranno la strada spianata verso il Mediterraneo e quindi l'Italia.
Riassumendo, avremo un andamento orientato al fresco, talvolta freddo, che ci accompagnerà sino a fine periodo previsionale: ma l’elemento che più risalterà però saranno le abbondanti precipitazioni in vista.
 

Imminenti nevicate

Le diverse perturbazioni riporteranno nevicate abbondanti già da queste ore sull'arco alpino, fino a quote di bassa montagna.
Il limite delle nevicate oscillerà inizialmente dai 1000 - 1300 metri di quota, ma si abbasserà ulteriormente con il passare delle ore in particolare su Piemonte, specie sull'Ossola, sul cuneese e sulle Alpi Marittime. Neve a quote più elevate invece su settori alpini orientali ed alto Appennino, aree esposte alle correnti più miti del richiamo prefrontale.
Previsti accumuli in genere superiori ai 40/-0 centimetri oltre i 1500 metri sui settori centro-occidentali, ove i fenomeni insisteranno con più decisione.

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