Gli ampi spazi sereni e le temperature più primaverili che invernali potranno presto essere un lontano ricordo. Una perturbazione nord atlantica sta difatti raggiungendo l'Italia e porterà una parentesi con fenomeni abbondanti, che al nord ovest saranno a tratti anche intensi senza escludere veri e propri nubifragi. A causa del maltempo anche i valori termici caleranno e sulle Alpi la neve tornerà a spingersi fino a quote molto basse.
 

Analisi

Il vasto campo anticiclonico dal sapore anche un po' subtropicale non ha nemmeno fatto in tempo ad arrivare che già è spodestato dalla sua “nuova” ubicazione. Il cambiamento del quadro meteorologico sarà perciò repentino grazie all'avvicinamento di una perturbazione nord atlantica in affondo già in queste ore tra la Francia e la Penisola Iberica.
L’approssimarsi del vasto vortice ciclonico innesca un richiamo di correnti sud occidentali cariche di aria più umida frutto del peggioramento che sta interessando parte dalle regioni nord occidentali e la Toscana, ove sono arrivati i primi piovaschi. Il clou dell’instabilità è previsto per la giornata di venerdì 26 gennaio, con precipitazioni localmente abbondanti sulle aree di Ponente e copiose nevicate sulle Alpi dai 1000 metri di quota, localmente anche inferiori sui settori più interni.
La propagazione del maltempo avverrà in modo omogeneo al settentrione, su parte delle regioni tirreniche e sulla Sardegna. La configurazione barica attuale però rallenterà fino a bloccare l’evoluzione verso i Balcani del nucleo depressionario, deviando la traiettoria sul Nord Africa.
 

I giorni della merla

La tradizione popolare vuole che gli ultimi tre giorni di gennaio, i cosiddetti “giorni della merla”, si presentino normalmente tra i più freddi dell’inverno. Ecco, quest’anno la tradizione non verrà rispettata, perché le previsioni per il medio-breve termine sono tutte concordi in una stabilizzazione del contesto per il ritorno dell'anticiclone nel Mediterraneo, con ampi spazi sereni già nella giornata di domenica. Residue precipitazioni potrebbero attardarsi solo sulle isole maggiori, in particolare sulla Sardegna.
 

Evoluzione per i primi giorni di febbraio

I modelli matematici per la prima settimana del nuovo mese vanno ad allinearsi verso un netto cambiamento. Un cambiamento atteso da tempo, che dovrebbe introdurre un sensibile raffreddamento sulla Russia e di conseguenza sull'Europa orientale.
Anche l'Italia potrebbe risentire di questa colata gelida, probabilmente la più importante di questa stagione invernale, innescata da un’elevazione verso nord prima e successivamente verso nord-est dell'alta pressione delle Azzorre ora in Atlantico.
Sul paese si aprirebbe così una fase perturbata con maltempo invernale, ovvero temperature al di sotto delle medie del periodo e nevicate anche a quote di bassa collina, localmente al piano.
 

Inverno 2.0

Gli elementi che portano a pensare alla vera svolta della stagione invernale sono tanti. Interessante però capire se si tratterà di un'ondata di freddo effimera oppure se andrà a concretizzarsi qualcosa di più strutturato con un cambiamento più deciso. Ad oggi è difficile asserire con certezza cosa succederà nel lungo termine, ma quel che sembra invece molto probabile, è un netto raffreddamento della Russia e dell'Europa orientale.
Una porzione di continente molto controllata in inverno, perché in passato le “migliori” ondate gelide sono proprio arrivate da quella direzione.
 

In breve

In poche parole il quadro meteorologico evolverà verso condizioni tipicamente invernali nella prima settimana di febbraio. Temperature in calo, finalmente al di sotto delle medie stagionali, con diverse possibilità di neve in bassa collina o addirittura al piano in particolare sulle regioni del Centro Sud e nelle due isole maggiori.
La situazione è da tenere monitorata perché in concomitanza alla colata gelida che si verificherà su tutta l’Europa centro settentrionale, coinvolgendo anche Francia, Spagna e Italia, si attiverà un richiamo di aria molto tiepida per il periodo sulle aree Balcaniche e sull’areale del Mar Nero, con termiche previste a 850 hPa (1500 metri di quota circa) fino a 15 gradi sopra la zero.
Se l'eventuale irruzione fredda dovesse quindi deviare la propria traiettoria, si potrebbe assistere a cambiamenti evolutivi importanti.

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