Sole e clima cocente per almeno una settimana saranno garantiti da contribuiti subsahariani su gran parte d’Italia, in particolare sui settori centrali e del Mezzogiorno. Le regioni settentrionali, invece, ritrovandosi ai margini della giostra, risentiranno di maggiori disturbi per infiltrazioni d'aria più instabile frutto di una blanda depressione in movimento tra la Spagna e la Francia. 
 

Il punto della situazione

L’estate torna a spingere con decisione: dopo un breve break più fresco oceanico che ha portato un peggioramento temporalesco ed una decisa flessione delle temperature, l’anticiclone africano si presenta in gran spolvero sulla Penisola. 
Tutto nella norma, o quasi, perché essendo nel cuore dell’estate, non appena si riaffaccia l'alta pressione, è inevitabile un’autentica impennata dei termometri che riprendono a correre verso l'alto. Detto tra noi, è quel che sta già accadendo e verrà esaltato nei prossimi giorni: in poche parole tornerà il caldo, quello sgradevole.
Le imponenti anomalie termiche attese, naturalmente positive, tornano a coinvolgere gran parte d'Europa. Le più intense riguardano le nostre regioni, generalmente comprese tra i 5 ed i 6°C in più rispetto alla media trentennale (1981-2010), ma non sarà difficile arrivare nei prossimi giorni a delta di oltre 8°C.
Al momento in cima alla classifica tra le regioni più calde d’Italia troviamo il Lazio e l’Umbra.
La colonnina di mercurio ha difatti raggiunto e superato in queste aree i 35°C, con Orvieto e Terni che hanno segnato un bel +36°C; subito a ruota Roma, Guidonia, Frosinone, Grosseto e Marina di Ginosa con +35°C, poi seguono Viterbo, Catania, Ferrara, Perugia, Latina, Alghero, Firenze e Bologna con +34°C, ancora Foggia, Arezzo, Amendola, Parma con +33°C, qualcosa in meno Reggio Calabria, Piacenza, Olbia, Bolzano e Forlì con +32°C. Chiudono la lista over 30 Messina, Termoli, Napoli, Brescia e Lecce con +31°C.
 

Evoluzione

Nell’appuntamento di questa settimana abbiamo deciso di ribaltare il classico schema, spiegando l’evoluzione dei prossimi giorni. Insomma, esattamente tutto come previsto, non vi sarà nessuna novità eclatante ed il caldo tornerà a premere seriamente sull'acceleratore per effetto di una nuova estensione verso nord dell'anticiclone subtropicale. 
La nuova risalita dell'aria sahariana verrà attivata dall'affondo di un vortice nord-atlantico sulla penisola iberica. Il contesto meteo nel cuore del Mediterraneo garantirà un caldo intenso e probabilmente duraturo, con poche e rare influenze instabili introdotte solo sulle regioni settentrionali dal piccolo vortice iberico.
Le conseguenze saranno scarse, con al più qualche fenomeno a sfondo temporalesco sui rilievi più alti dell’arco alpino
Temperature in netto aumento quindi per almeno una settimana, lievemente addolcite al Nord ove potrebbero esserci appunto dei temporali. Solo al giro di boa mensile i modelli iniziano ad intravedere possibili sblocchi.
 

Analisi

Oltre i sette giorni di previsione ci si affida normalmente alle proiezioni del modello meteorologico americano Gfs, più abile nell’individuare possibili cambiamenti, al contrario del modello europeo che gode invece di una maggiore stabilità e prudenza.
Prendendo quindi i dati con le dovute precauzioni, sembra che dalle ultime emissioni possa prendere piede un temporaneo break estivo (ma non prima di una settimana).
Al momento vi è la possibilità di assistere al transito di una profonda area depressionaria sull'Italia attorno al 13 luglio, che darebbe vita ad un vivace maltempo, con temporali, grandine, forti colpi di vento, calo termico e nubifragi - ma non ovunque - solo in alcune località che al momento non ci è dato sapere con precisione. E’ questa purtroppo la natura dei fenomeni estivi.
Come accennato, il modello europeo Ecmwf posticipa invece il guasto poco oltre la metà di luglio.

Quel che ci preme sottolineare però è che, nonostante le estati siano diventate un po' più “cattive”, non mancherà comunque una sorta di variabilità, che di tanto in tanto andrà a garantire un sospiro di sollievo.
Ormai orfani del classico anticiclone azzorriano, siamo costretti a sopravvivere con l’alta africana, ovverosia una struttura un po' particolare, attiva generalmente solo in quota, con un carattere poco stabile che lascia maggiore spazio alla formazione di nubi temporalesche, talvolta distruttive grazie all’enorme calore a disposizione tutto intorno.
Insomma, una figura barica anomala che manda in confusione i modelli matematici di previsione, che vedono minarsi l’affidabilità di cui godevano da decenni.

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