Il destino dei prossimi 10 giorni sembra ormai segnato. Il vortice ciclonico mediterraneo che ha colpito la Penisola è già in via di risoluzione e l’assetto barico sul continente europeo favorirà il dominio del vasto campo anticiclonico. Già in queste ore si avvertirà una netta stabilizzazione del quadro meteo, con tanto sole su quasi tutto il Paese e le nebbie sulle pianure e valli del Nord.

Il punto della situazione
Neve sino in pianura era stata prevista da giorni e neve è stata. Per diverse ore tra lunedì e martedì, un candido manto ha avvolto l’intera porzione di pianura del Piemonte – capoluogo compreso – riuscendo non senza qualche difficoltà ad attecchire anche nel centro di Torino, reso comunque gelido dalla persistenza di condizioni di inversione termica generata dalla presenza nei giorni precedenti di fitti banchi di nebbia.
Un vortice depressionario sul Mediterraneo meridionale ha causato la classica nevicata da scorrimento anche se il cuscinetto freddo al fine dei conti ha retto per breve tempo. In numeri, gli accumuli nivometrici sono stati compresi tra 5 e 8 centimetri in pianura, specie nel cuneese e nell’astigiano, a fronte dei 15 millimetri di pioggia equivalente.
Si è dunque trattato di una precipitazioni piuttosto “pesante” in perfetta regola, mentre a quote più elevate gli accumuli hanno superato i 15 centimetri, localmente toccando i 20 centimetri come al confine con la Liguria -  Ponzone (770 m. – 20 centimetri) e Bosio (780 m. 23 centimetri) e sul Canavese.
In Trentino e Veneto la precipitazione nevosa è rimasta confinata mediamente oltre i 1500 metri di quota ed in forma assolutamente sporadica, con cumulate comprese tra 2 e 4 centimetri.
Situazione ancora critica invece in Appennino, ove sono state segnalate solo deboli spolverate sopra i 1000 metri di quota. 

Analisi
La vivace perturbazione mediterranea, cresciuta grazie agli apporti d'aria fredda in quota, è ancora presente a ridosso della Sardegna, ma è in fase di graduale assorbimento. Essendosi trasformata in goccia fredda, non riceve più nuovo carburante andando così a dissipare gran parte delle energie fino ad assorbirsi quasi completamente entro il weekend.
Prenderà il suo posto in maniera piuttosto aggressiva il vastissimo e robusto anticiclone europeo, disteso dal Regno Unito, alla Scandinavia meridionale fino ad arrivare al Mediterraneo centrale.
Le dinamiche atmosferiche andranno a garantire perciò un lungo periodo contraddistinto da aria molto mite, ma anche tanta umidità e quindi il ritorno di fitti banchi di nebbia, nubi basse e foschie sulle pianure e valli del Centro Nord.
La radice subtropicale ed il fulcro sul Mediterraneo centro occidentale non lascerà particolari dubbi: l’inverno abdicherà negli ultimi giorni del 2016.
 
Il meteo tra Natale e Capodanno
Pochi margini di errore sotto l’aspetto previsionale: appurata la possanza anticiclonica, l’unico elemento degno di nota è il posizionamento della vasta area di alta pressione, che nel suo intento favorirà la discesa di masse d'aria molto fredde sull'Europa orientale e sudorientale. Correnti gelide settentrionali che potrebbero nel medio e lungo termine lambire anche le regioni italiane (versante del medio e basso Adriatico) negli ultimi giorni dell'anno, coinvolgendo maggiormente Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. 

Sorprese per il nuovo anno
Restando all’analisi delle attuali emissioni modellistiche, viene confermata una persistenza dell'alta pressione, ma l’evoluzione del cuore anticiclonico sulle aree a nord dell’arco alpino potrebbe esporre il bordo orientale a possibili infiltrazioni fredde dai settori balcanici.
La manovra incentiverebbe un calo delle temperature, naturalmente più sensibile sulle aree orientali, ma comunque avvertibile in tutte i settori peninsulari e quanto basta per limitare gli effetti autunnali dell'anticiclone. 

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