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PAN: Italia e Francia a confronto

Discussione avviata domenica 27 ottobre 2019 - 11:09 • viste: 1951 • risposte: 1

PAN: Italia e Francia a confronto

Scritto domenica 27 ottobre 2019 - 12:09

Salve,
lavoro come tecnico agrario e praticamente sono nel biologico da circa 5 anni, con una precedente esperienza di 9 anni nell'integrato.
Pur lavorando nel biologico, non condivido il metodo con cui si portano avanti le proposte politiche sul tema fitofarmaci da parte della coalizione ambientalista.
Questa non condivisione era scaturita sull'affaire glifosato già in una lettera pubblicata da una rivista di settore ("Il no al glifosate e le tecniche agroecologiche")
Il mio pensiero: bisogna costruire un'alleanza con gli agricoltori, tutti gli agricoltori (tranne quelli fuorilegge), e non inasprire le pene e aumentare la burocrazia, ma puntare sull'impegno dei produttori stessi.
Questo per due motivi:
- soldi per aumentare i controlli mi pare non ce ne siano: io ricordo di aver visto i controlli diminuire anno per anno quando facevo il tecnico in produzione integrata. Inoltre norme difficili significano difficili controlli. E per non parlare del malcostume (per usare un eufemismo) delle cooperative e dei CAA di tenere le schede di campagna.
- serve una transizione, e non si ottiene con le regole.
Purtroppo puntare sul biologico si sta rivelando un errore: è come dare un incentivo, è una transizione mediata economicamente, ma ho paura che non durerà, come già accaduto in passato.
Cosa fare allora secondo me?
Avete mai letto il piano francese plan Ecophyto 2+?
É un documento solo programmatorio, non un ibrido come il nostro, un pò programmatorio e un pò regolatorio.
Cosa mi pare differenzi i due piani?
A mio avviso è "l'engagement" degli agricoltori.
Il punto fondamentale di quello francese è questo:
"en incitant plus largement des groupes d’agriculteurs à s’engager dans la réduction de l’utilisation des produits phytopharmaceutiques en les accompagnant techniquement et financièrement" ["Incitando maggiormente dei gruppi di agricoltori a impegnarsi nel ridurre l'uso di fitofarmaci accompagnandoli tecnicamente e finanziariamente"].

Come viene fatto?
Hanno in atto da diversi anni 3 strumenti:

  • la rete DEPHY con il dispositivo FERME Ovvero una rete di 3000 agricoltori impegnati in un percorso volontario di riduzione dei fitofarmaci, con un sito web, una mappa e con delle attività divulgative. I 3000 agricoltori sono pagati a compensazione del loro lavoro attraverso la tassa sulla vendita dei prodotti fitosanitari. Non si paga l'agricoltura biologica con quei soldi: si pagano gli stessi agricoltori che fanno uso dei fitosanitari per diminuirne l'uso. A me pare un'assurdità dell'ultima legge del biologico quella di finanziare il biologico con quei soldi: il biologico non ne ha bisogno: ha già ridotto l'uso!!
  • groupe 30'000: sono finanziamenti per progetti collettivi di grande scala di riduzione significativa, con associati anche partner non agricoli (parchi, ricerca, formazione, filiere, ...). Una roba forse simile ai nostri GOI, ma solo sugli agrofarmaci e finanziata con fondi statali e credo non europei.
  • GIEE Groupement d'Intérêt Économique et Environnemental: questi vengono dal precedente e ormai finito progetto agroecologico voluto dal 2010 dall'ex ministro dell'agricoltura (per me un mito) Stephane Le Folle. Il progetto non c'è più ma i GIEE continuano ancora nel seno dell'EcoPhyto. Anche questi sono gruppi di agricoltori finanziati per metterli insieme e trovare insieme le soluzioni.

interessanti sono le azioni di coinvolgimento tecnico socio economico formativo. Ecco alcune cose:
  • Partecipazione dei licei agricoli
  • Contrats d'engagement con opportuni finanziamenti
  • PAT projets alimentaires territoriaux
  • Brigade Nationale d'enquêtes vétérinaires et phytosanitaires
  • Commissions agro-écologiques régionales
  • Comité d'orientation stratégique et de suivi, per la governance semplificata

Ancora in maniera disordinata:

  • CEPP certificati di "economia" (inteso come minor uso) di prodotti fitosanitari, che esiste dal luglio 2016
  • Interdizione delle rimesse, sconti e ristorni sui fitosanitari
  • Notifiche nel luglio 2017 a tutti i rivenditori degli obiettivi del piano al 2021
  • PNPP preparazioni naturali poco preoccupanti
  • Indicatori: NODU numero di dosi unità: della serie non è importante la quantità assoluta di fitofarmaci, ma il numero di dosi; IFT frequenza di trattamenti che è un indice che l'azienda agricola deve certificare

Infine in Francia hanno una scuola agronomica che ormai dagli anni '60 ragiona profondamente su che cosa sia l'assistenza tecnica in agricoltura. In allegato ti metto alcuni schemi di un libro delle superiori Le système de culture - Concept d'agronome, objet opérationnel de décideur, che a partire da casi concreti, con interviste agli agricoltori, insegnano agli studenti su come descrivere gli schemi decisionali degli agricoltori, sulla base del territorio, delle esigenze economiche ma anche sociali e psicologiche a volte, e quindi poi definire come aiutarli ad aiutarsi.

La strada francese è quella giusta, perché non ci si pone contro gli agricoltori considerandoli come degli avvelenatori, ma cercando di farli partecipare ad un cambiamento che riguarda anche loro.
L'ISDE, "pesticidi no grazie" e il movimento del biologico italiano invece tendono a dividere gli agricoltori in buoni e cattivi in base a troppi pochi elementi.
Si deve puntare ad Agroecologia 100%, non al Biologico al 40%. E agroecologia può anche essere utilizzo di prodotti fitosanitari o concimi, il punto è come e quanto, ma sicuramente un normale agricoltore deve prima prendere dimestichezza con l'agroecologia, poi eventualmente passare al biologico, se no diventa biologico di sostituzione (se non arriva alla frode)

Un mio amico agricoltore biodinamico mi dice che in Francia la situazione dell'uso dei fitofarmaci è peggio di quella italiana.
Probabilmente ha ragione, ma in fondo hanno iniziato nel 2010 la transizione, con il projet agroécologique del ministro all'agricoltura Le Folle. Io sono certo che fra meno di 10 anni i loro sforzi, con l'arrivo di nuovi tecnici e nuovi agricoltori nelle campagne, saranno grandemente ripagati, e senza uno scollamento tra gli agricoltori e i consumatori a livello di quello che sta avvenendo in Italia.

Cordiali saluti

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RE: PAN: Italia e Francia a confronto

Scritto martedì 26 novembre 2019 - 10:50

Ciao,
per precisare un attimo vi lascio un riferimento, quello che ho scritto è in parte scaturito da riflessioni dopo aver visto questo incontro (4 ore):
Forum di confronto per la revisione del PAN per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari - 4 ottobre 2019

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