Che cosa incide sulla produzione di uva in un vigneto? C'è sicuramente la genetica delle piante, la gestione agronomica e l'andamento climatico, ma un elemento fondamentale è il suolo. Il terreno rappresenta la fonte di nutrimento per le viti ed è indispensabile per mantenere il vigneto in equilibrio. Per questo avere suoli vitali e in salute è il primo passo per avere produzioni di uva soddisfacenti sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.

 

Lo sa bene Lucio Spadotto, proprietario dell'Azienda agricola Lea di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, che è intervenuto proprio per ridare vitalità ai terreni aziendali. "Abbiamo impiantato dei nuovi vigneti in terreni precedentemente dedicati alla cerealicoltura e fin da subito ci siamo accorti che la stanchezza del suolo incideva negativamente sia sulla produttività delle piante sia sulla qualità delle uve", racconta Spadotto, che incontriamo proprio mentre le squadre di operai sono intente alla vendemmia del Pinot grigio.

 

Suolo in salute con i prodotti Bea

 

"Anni e anni di gestione poco accorta dei terreni da parte del precedente proprietario avevano portato ad una carenza cronica di sostanza organica e ad una destrutturazione del suolo. Una situazione che rendeva impossibile produrre uve di elevata qualità, che è l'obiettivo della nostra cantina, la quale imbottiglia vini destinati soprattutto all'export".

 

Batteri, i migliori amici del suolo

Per rigenerare i terreni aziendali Spadotto si è rivolto a Bea - Biotecnologie per l'Ecologia e l'Agricoltura, una Società con una lunga esperienza proprio nell'utilizzare consorzi microbici, enzimi e catalizzatori per aiutare gli agricoltori nell'ottenere produzioni soddisfacenti.

 

"L'Azienda Bea lavora nel settore delle biotecnologie applicate all'agricoltura e all'ambiente e in particolare si occupa del ripristino della fertilità microbiologica dei suoli agricoli", spiega Lucezara Vilcu, agrotecnico di Bea.

 

Vista dall'alto dell'Azienda vitivinicola Lea

Vista dall'alto dell'Azienda vitivinicola Lea

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"L'Azienda nasce nel 1996, però ha un bagaglio di conoscenze ben più lungo grazie alle ricerche iniziate nel 1972 dal professore Luigi De Ales. Grazie all'aiuto di tanti ricercatori e collaboratori, il professore è riuscito a creare una formula innovativa che è alla base di tutti i formulati Ergofert, idonei sia per l'agricoltura convenzionale, che biologica e biodinamica".

 

I prodotti Ergofert sono concimi a base di microrganismi utili del terreno, enzimi e catalizzatori in grado di mettere le piante nelle condizioni ottimali di crescita e produzione, sia in termini di quantità che di qualità. Grazie alla sua biodiversità microbiologica, la linea Ergofert contribuisce al ripopolamento dei suoli agrari sfruttati negli anni.

 

L'approccio al campo di Bea

L'approccio dei tecnici di Bea è semplice quanto lineare. Prima di tutto viene eseguito un sopralluogo per valutare lo stato di salute delle piante ed individuare eventuali problematiche. Si analizzano poi i suoli aziendali per comprenderne la composizione, sia a livello chimico-fisico che biologico. Infine si stabilisce una strategia di intervento che tiene in considerazione le esigenze e gli obiettivi dell'agricoltore.

 

In una parte dei vigneti dell'Azienda vitivinicola Lea sono stati utilizzati i prodotti Ergofert Start Plus Bio, Ergofert Stim Bio ed Ergofert Shark.

 

I prodotti Ergofert Shark, Ergofert Start Plus Bio ed Ergofert Stim Bio

I prodotti Ergofert Shark, Ergofert Start Plus Bio ed Ergofert Stim Bio

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"Ergofert Start Plus Bio è un concime autorizzato in biologico che rigenera l'attività microbiologica del terreno. Le componenti principali sono enzimi, consorzi microbici e catalizzatori minerali che aiutano la radicazione e lo sviluppo della rizosfera", spiega Lucezara.

 

Ergofert Start Plus Bio, grazie all'attività batterica utile, contribuisce alla trasformazione della sostanza organica in humus. Inoltre crea un ambiente favorevole allo sviluppo dell'apparato radicale. I batteri presenti nel prodotto colonizzano velocemente le radici creando un film biologico che protegge la pianta dai più comuni agenti che ne limitano la funzione. Inoltre, la presenza dei batteri azotofissatori nel prodotto permette di fissare dall'aria 60 chilogrammi di unità di azoto per ettaro per anno.

 

"Per i trattamenti fogliari è stato invece usato Ergofert Stim Bio, un prodotto che stimola la crescita della pianta nel suo complesso e soprattutto l'ingrossamento e l'allungamento del grappolo. Oltre ai consorzi microbici e ai catalizzatori minerali, Ergofert Stim Bio contiene anche estratti delle alghe Ecklonia maxima e Ascophyllum nodosum", sottolinea Lucezara.

 

Ergofert Stim Bio migliora l'assimilazione e la traslocazione dei nutrienti in tutti gli organi della pianta portando ad un ingrossamento dei frutti e ad un aumento della qualità delle bacche. Inoltre potenzia il sistema di difesa delle piante, rendendole maggiormente resistenti agli stress, abiotici e biotici.

 

Lucio Spadotto tra i filari di Ribolla gialla

Lucio Spadotto tra i filari di Ribolla gialla

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"Un altro prodotto utilizzato a livello fogliare è Ergofert Shark, che contiene un consorzio microbico attentamente selezionato, nonché estratti algali, che rafforzano la pianta contro ogni avversità", spiega Lucezara.

 

Il prodotto potenzia il sistema di difesa delle piante verso i virus ed i funghi patogeni e svolge una azione di disintossicazione enzimatica. Applicato sull'apparato fogliare, Ergofert Shark concorre ad eliminare le cause che frenano l'armonioso sviluppo vegetativo.

 

"Anche se mi avevano avvertito che per rigenerare i terreni ci sarebbero voluti almeno due o tre anni, posso dire che già dopo il primo anno di applicazione si sono visti i primi effetti sulle piante che appaiono più vigorose e in salute", conclude Spadotto.