Gli italiani sono considerati i più grandi consumatori di pasta a livello mondiale. 
Come riportato dalla "International Pasta Organistica", nel 2019 la produzione mondiale di pasta ha raggiunto i 16.2 milioni di tonnellate e l'Italia è prima in classifica tra i paesi produttori con circa 3,51 milioni di tonnellate annue, seguita da Usa, Turchia, Egitto, Brasile, Russia e Nigeria e l'Iran, ecc. (International Pasta Organisation, 2021). 

Il "made in Italy" è garanzia di qualità riconosciuta a livello internazionale anche grazie alla legge italiana che tutela e impone restrizioni sulla produzione della pasta. Tale legge non è riscontrabile in altri paesi stranieri, ad esempio l'Europa consente l'uso di grano tenero per la produzione della pasta, mentre l'Italia (580/67), impone l'uso esclusivo di grano duro. In ogni caso i produttori italiani sono consapevoli dell'importanza di migliorare la qualità della materia prima che permette agli operatori di settore, di preservare e valorizzare il marchio "made in Italy" al fine di competere sui mercati internazionali.

Il primo parametro qualitativo che garantisce la consistenza e la tenuta della pasta è la qualità del glutine, tanto migliore quanto più sono pregiate le semole. Poi seguono i parametri nutrizionali, legati al contenuto in zinco, magnesio, manganese, le cui carenze sono causa di gravi deficit nutrizionali in molti paesi del terzo mondo e il contenuto proteico, importante sia per la qualità tecnologica che per quella nutrizionale (presenza di lisina, un amminoacido essenziale che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare), e il colore della pasta (contenuto di carotenoidi nella semola), ecc. 

Per ottenere quindi una pasta di qualità bisogna partire dal campo, ovvero da una scelta accurata delle tecniche agronomiche come la fertilizzazione fogliare che consente di aumentare e migliorare le caratteristiche qualitative del raccolto (contenuto in proteine, amido, lipidi, vitamine, fibre, sali minerali, fenoli e carotenoidi, ecc.). 


Come bisogna nutrire il frumento duro affinché produca una granella con ottime caratteristiche?

Fornendo azoto e amminoacidi di qualità. L'azoto assieme agli amminoacidi liberi è tra gli elementi essenziali per lo sviluppo vegeto produttivo e per la sintesi delle proteine e di altre molecole organiche.
Perciò, garantire la presenza di azoto e amminoacidi nelle fasi cruciali, quali accestimento, levata e/o spigatura-fioritura, è necessario per non procurare stress alle piante, che poi, possono avere ripercussioni sulla qualità finale (contenuto in proteine e glutine della granella).

L'Impiego di CerealMax ed Etixamin DF, due prodotti a base di amminoacidi liberi e azoto organico (ottenuti da idrolisi enzimatica) permette di nutrire in maniera efficace le piante, scongiurando i rischi di perdite dovute a stress di natura ambientale e/o fisiologica.

Distribuendo in applicazione fogliare CerealMax e/o Etixamin DF è sufficiente intervenire una volta sola nelle fasi di accestimento e/o levata per favorire l'accrescimento vegetativo, la formazione e il riempimento della spiga e per favorire lo "stay green" della foglia bandiera. Grazie al potere adesivante e veicolante degli amminoacidi, l'azoto è assorbito dalle piante in breve tempo (3- 4 ore) e non è soggetto a lisciviazione.

CerealMax va impiegato alla dose di 5-10 (kg/ha), mentre Etixamin DF va utilizzato alla dose di 2.5-3 (kg/ha).

I prodotti Ilsa, inoltre, sono caratterizzati da una bassissima salinità e sono privi di sostanze chimiche e/o conservanti e per questo possono essere miscelati con i principali prodotti in commercio (diserbanti, fungicidi e fertilizzanti chimici, ecc.). Dunque, in un unico intervento si ha sia un risparmio di tempo che di costo per effettuare i trattamenti fogliari.

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